Tumori ginecologici: gli esami e i controlli da fare

Come spesso ribadiamo in questo blog, la prevenzione rappresenta un’arma importante per evitare o individuare per tempo determinate patologie. Fare prevenzione significa spesso agire sullo stile di vita, cercando di acquisire abitudini sane, ma anche monitorare il proprio stato di salute attraverso controlli adeguati. Oggi, in particolare, vogliamo affrontare il tema dei tumori ginecologici: vediamo insieme quali sono le visite e gli esami più importanti a cui una donna dovrebbe sottoporsi per tenersi monitorata. 

Tumori ginecologici: quali sono?

Innanzitutto, cerchiamo di capire meglio che cosa si intende con “tumori ginecologici”. Con questa definizione ci si riferisce a una serie di neoplasie a carico degli organi dell’apparato riproduttivo femminile. Molti di essi riguardano l’utero, ma possono coinvolgere anche ovaie, vulva e vagina. Nello specifico, infatti, si possono distinguere:

  • tumore della cervice uterina, detto anche tumore del collo dell’utero (la parte inferiore di questo organo);
  • tumore dell’endometrio, mucosa che riveste la cavità interna dell’utero;
  • tumore dell’ovaio;
  • tumore della vagina;
  • tumore della vulva, la parte esterna degli organi genitali femminili.

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Tumori ginecologici: da cosa sono causati, quanto sono frequenti e come si manifestano

Prima di scoprire gli esami e i controlli che una donna dovrebbe eseguire per tenersi monitorata, cerchiamo di conoscere meglio i tumori ginecologici. Ognuno, infatti, è diverso dall’altro, e presenta fattori di rischio e sintomi differenti. Anche le strategie di prevenzione non sono le stesse. Facciamo dunque una rapida panoramica di queste patologie per capire la loro diffusione, da cosa sono causate e come si manifestano.

Tumore della cervice uterina

Come si legge nel rapporto I numeri del cancro in Italia, 2021, il cancro alla cervice uterina rappresenta l’1,3% di tutti i tumori diagnosticati nelle donne

A livello mondiale, è stata per tanto tempo la forma di cancro più frequente nel sesso femminile. Soprattutto grazie a test efficaci che consentono una diagnosi precoce, però, (ossia Pap-test e HPV-DNA test, di cui parleremo meglio tra poco), in Occidente il numero di casi e decessi è in continua diminuzione

La principale causa del tumore al collo dell’utero è il Papilloma Virus Umano (HPV), che si trasmette per via sessuale. Si tratta di una patologia che si sviluppa e cresce lentamente, come abbiamo visto in un precedente approfondimento dedicato a come prevenire il tumore della cervice uterina: il tumore, infatti, è preceduto dalla formazione di lesioni pretumorali che richiedono molto tempo per trasformarsi in un cancro vero e proprio. 

Per quanto riguarda i sintomi, inizialmente la malattia è asintomatica. Con l’evolversi del tumore, invece, tendono a comparire segnali come perdite genitali atipiche (quindi che avvengono al di fuori delle mestruazioni), o perdite di sangue dopo i rapporti sessuali. Manifestazioni più importanti, ad esempio dolori al basso ventre o dolori diffusi alla vagina, di solito compaiono quando la patologia è già in fase avanzata.

Tumore dell’endometrio

Con 8.300 nuovi casi stimati nel 2020, il cancro all’endometrio rappresenta la terza neoplasia più comune nelle donne tra i 50 e i 69 anni, come riporta il rapporto I numeri del cancro in Italia, 2021. Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma sono stati individuati alcuni fattori di rischio che possono aumentare la propensione di una donna a sviluppare la malattia. Tra questi ci sono, ad esempio:

  • menopausa in età avanzata;
  • menarca precoce, quindi aver avuto la prima mestruazione molto giovani;
  • terapia a base di tamoxifene e a base di estrogeni, usate per far fronte ad alcune forme tumorali;
  • obesità e diabete;
  • ipertensione arteriosa
  • regime nutrizionale poco bilanciato, soprattutto con un quantitativo eccessivo di carni rosse;
  • familiarità.

Tra i primi sintomi con cui il tumore all’endometrio tende a manifestarsi c’è un sanguinamento vaginale anomalo (non collegato alle mestruazioni oppure che si verifica in menopausa): questo permette, nella maggior parte dei casi, di diagnosticarlo quando è ancora nelle prime fasi. 

Tumore dell’ovaio

Anche per il carcinoma ovarico sono stati identificati alcuni fattori di rischio, sebbene le cause esatte della malattia non siano state definite ancora con chiarezza. Oltre all’età, alcuni elementi che aumentano la possibilità di sviluppare questa forma di tumore sono, ad esempio:

  • obesità;
  • non aver avuto gravidanze;
  • menarca precoce e /o menopausa tardiva;
  • seguire una terapia ormonale sostitutiva, per contrastare i disturbi dati dalla menopausa;
  • endometriosi;
  • familiarità.

Il cancro all’ovaio, come si legge ancora su I numeri del cancro in Italia, 2021, occupa il decimo posto tra i tumori femminili (il 3%) e, purtroppo, ha un’elevata mortalità. Questo è dovuto in particolare al fatto che la diagnosi spesso avviene quando la malattia è già in fase avanzata: il tumore, infatti, tende a essere asintomatico all’inizio, e i sintomi sono spesso poco specifici e confondibili con problematiche meno importanti. 

Tra i primi campanelli d’allarme a cui una donna dovrebbe prestare attenzione, in quanto potrebbero essere connessi a questa neoplasia, ci sono addome gonfio, meteorismo (presenza di aria nella pancia) e bisogno di urinare spesso. Esistono poi ulteriori sintomi che possono essere collegati alla malattia: vi invitiamo ad approfondirli nel nostro articolo dedicato al carcinoma ovarico

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Tumori di vulva e vagina

I tumori di vulva e vagina, come spiega AIRC, sono neoplasie meno frequenti e rappresentano il 5% circa di tutti i tumori ginecologici. Tra i fattori di rischio c’è l’età, in quanto tendono a presentarsi soprattutto intorno ai 70 anni, e meno spesso nelle donne sotto i 40. Tra gli elementi che aumentano la possibilità di sviluppare queste forme di cancro citiamo, inoltre, gli stili di vita poco salutari come l’abitudine al fumo, e virus come il già citato HPV e l’HIV. Gli esperti sottolineano che in generale una condizione di immunodeficienza (una riduzione delle difese immunitarie dell’organismo) rappresenta un fattore di rischio.

La patologia può essere asintomatica negli stadi iniziali o causare manifestazioni generiche. Il tumore della vulva, per esempio, può provocare arrossamento e prurito. Inoltre, come spiega AIRC, i suoi sintomi tendono a cambiare a seconda della tipologia specifica. Un cancro invasivo della vagina, invece, spesso determina sanguinamento, perdite vaginali atipiche, e dolore durante i rapporti sessuali

Tumori ginecologici: quali sono i controlli e gli esami più importanti da fare?

Da un lato è fondamentale saper riconoscere i segnali che possono essere spia di una neoplasia e parlarne subito con il proprio medico, per iniziare a combattere quanto prima un’eventuale patologia. Altrettanto importante, però, è il fronte preventivo. Da questo punto di vista, secondo gli esperti, è essenziale seguire uno stile di vita corretto, non fumare ed evitare di contrarre l’HPV, in quanto responsabile di molti tumori – come ad esempio quelli della vagina, della vulva e del pene – e non solo di quello a carico della cervice uterina. 

Sempre parlando di prevenzione, a questi comportamenti dovrebbe affiancarsi l’abitudine di sottoporsi a regolari controlli ginecologici per tenere sotto controllo la propria salute. Premesso che sarà compito del ginecologo indicare il tipo di visite da effettuare e la frequenza caso per caso, vediamo quali sono gli esami che non dovrebbero mancare nella vita di una donna.

Visita ginecologica annuale

Tutte le donne dovrebbero sottoporsi annualmente a una visita ginecologica, anche se non si avvertono sintomi particolari e non si soffre di alcun problema. Questo appuntamento, infatti, permette di prevenire possibili disturbi ginecologici, di tenere monitorati aspetti come la regolarità del ciclo mestruale, e di accorgersi di eventuali infezioni. 

A seconda della sua storia familiare, inoltre, il ginecologo potrà indicare il tipo di esami che la paziente dovrebbe svolgere per la prevenzione dei tumori ginecologici. La Lega Italiana per la lotta contro i tumori (che suggerisce un calendario di controlli da effettuare a seconda dell’età) sottolinea che, in caso di familiarità per patologie di tipo oncologico, è importante parlarne con il medico: in questo caso, infatti, potrebbe essere necessario impostare una frequenza diversa per le visite, e prevedere esami differenti. 

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Pap-test e HPV-DNA test

Come spiega il Ministero della Salute, il Servizio sanitario nazionale propone tre programmi di screening per la prevenzione del cancro, che hanno lo scopo di individuare precocemente la patologia o specifiche anomalie da cui potrebbe svilupparsi. Due di questi riguardano proprio la prevenzione femminile: lo screening per il tumore al seno e lo screening per il tumore al collo dell’utero

Concentriamoci su quello per il tumore al collo dell’utero. Gli esami usati in questo caso sono il Pap-test e l’HPV-DNA test. Il Pap-test è proposto alle donne dai 25 ai 30 anni e va ripetuto ogni 3 anni. Consente di individuare sia un eventuale tumore al collo dell’utero sia un’eventuale lesione pre tumorale. Avviene con le stesse modalità di una visita ginecologica e consiste in un piccolo prelievo di materiale da analizzare dal collo dell’utero.

Nello screening offerto dal sistema sanitario italiano per le donne oltre i 30 anni, invece, l’HPV-DNA test sta sostituendo il Pap-test. Questo va effettuato dopo i 30 anni, e ripetuto ogni 5. L’esame, simile al Pap-test, permette di identificare la presenza del Papilloma Virus: se il test risulta positivo, quindi mostra la presenza dell’HPV, sarà poi necessario procedere anche con il Pap-test per verificare la presenza o meno di lesioni precancerose, o di tumore al collo dell’utero. 

Ricordiamo che un ulteriore strumento nella prevenzione del tumore alla cervice uterina e di altre neoplasie causate da questo virus è il vaccino contro l’HPV, fornito in maniera gratuita ai ragazzi (sia maschi che femmine) nel dodicesimo anno di età, prima dell’età in cui potrebbe verificarsi il contagio.

La prevenzione dei tumori ginecologici, dunque, passa anche da regolari controlli medici, la cui frequenza e tipologia possono cambiare a seconda della donna e della sua specifica situazione. Non dimentichiamo che il ruolo del ginecologo è fondamentale non solo perché conosce la storia della paziente e sa indirizzarla verso gli accertamente più adeguati, ma anche perché è la figura giusta a cui si possono rivolgere tutte le domande che si hanno sulla sfera ginecologica e che a volte possono creare imbarazzo e disagio: discuterne con uno specialista, invece, è il modo migliore per chiarire i propri dubbi e per capire come risolvere un problema. 

 

Fonti:

airc.it

aiom.it

salute.gov.it

humanitas.it

hsr.it

legatumori.mi.it

cdc.gov

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