Spesso la prevenzione di problematiche mediche anche gravi può partire da noi e da tutte quelle buone abitudini che ci consentono di prenderci cura del nostro corpo e di conoscerlo meglio: l’autopalpazione del seno è una di queste.
Le donne con più di 30 anni, infatti, dovrebbero svolgere un autoesame del seno ogni mese, per identificare in anticipo eventuali cambiamenti o fastidi.
Gli esami regolari al seno possono aiutare a mantenere la salute di questa importante parte del corpo e a rilevare segni di cancro precocemente, aumentando così le possibilità di guarigione: ecco perché conoscere l’anatomia del proprio seno e sapere come analizzarlo per rilevare eventuali masse estranee è davvero importante.
In questo articolo vedremo come eseguire correttamente l’autopalpazione del seno, come identificare eventuali noduli sospetti e capiremo insieme quando è il caso di rivolgersi a un professionista per un esame più approfondito.
Che cosa è l’autopalpazione del seno?
L’autopalpazione o autoesame del seno è un metodo “casalingo”, ma efficace che tutte le donne possono utilizzare per esaminare il proprio seno in pochi minuti, in cerca di indicatori sospetti (come noduli, infiammazioni o macchie) che potrebbero essere causati da un eventuale cancro.
Quando il cancro al seno viene rilevato precocemente, le possibilità di sopravvivenza sono nettamente più alte: secondo il report “I numeri del cancro in Italia 2021” pubblicato dal Ministero Della Salute, nelle pazienti con carcinomi identificati allo stadio iniziale, anche noto come Stadio 0, la percentuale di sopravvivenza a 5 anni è del 98%.
Gli auto-esami sono quindi molto importanti per la salute del seno, e sono un preludio a quegli esami e test di screening (come le mammografie) approfonditi consigliati periodicamente da medici di base e ginecologi.
Per controllare lo stato di salute del proprio seno la parte tattile, cioè la palpazione, è fondamentale: è proprio grazie al tatto che si possono percepire gonfiori, fastidi e anomalie sotto pelle.
Un corretto autoesame del seno non può prescindere anche dalla vista: a volte, certe problematiche risultano visibili anche a occhio nudo, quando si conosce l’anatomia di questa parte del corpo e si sa che cosa analizzare.
Anatomia del seno: un breve ripasso
Il seno è un organo la cui struttura riflette la sua funzione primaria: la produzione di latte per l’allattamento.
La componente epiteliale (cioè il tessuto interno ed esterno) è costituita da lobuli, dove viene prodotto il latte, che si collegano ai dotti che portano al capezzolo.
La maggior parte dei tumori della mammella deriva dalle cellule che formano i lobuli e i dotti terminali. Questi lobuli e dotti sono diffusi nel tessuto fibroso di fondo e nel tessuto adiposo (cioè grasso) che costituiscono la maggior parte del seno.
Come eseguire l’autopalpazione del seno
L’autopalpazione può essere eseguita in piedi o da sdraiate, a seconda di come ci si sente più comode.
Vediamo prima come eseguire correttamente l’auto-esame del seno in piedi, per poi approfondire l’autopalpazione in posizione supina.
Autopalpazione del seno in piedi
- Con la maglietta e il reggiseno rimossi, usate la mano destra per esaminare il seno sinistro e viceversa;
- con i polpastrelli dell’indice, medio e anulare, premete su ogni parte del seno. sate una pressione leggera, poi media, poi ferma;
- cercate eventuali grumi, punti spessi, noduli o altre anomalie;
- seguire un movimento circolare, dal capezzolo alla parte esterna del seno, può aiutarvi a coprire in modo approfondito tutto il tessuto;
- terminata l’analisi del seno, passate all’ascella;
- assicuratevi di controllare anche le areole;
- stringete delicatamente i capezzoli per verificare la presenza di secrezioni anomale.
Autopalpazione del seno in posizione supina
Quando la donna si mette in posizione supina, il tessuto mammario si spande in modo più uniforme.
Si tratta quindi di un’ottima posizione per identificare eventuali anomalie o cambiamenti, soprattutto se il seno è grande.
- Sdraiatevi e mettete un cuscino sotto la spalla;
- ponete il braccio del seno che state esaminando dietro la testa;
- con la mano, applicate la stessa tecnica già spiegata per l’autopalpazione da in piedi, usando i polpastrelli delle dita per premere su tutte le parti del tessuto mammario e sotto il braccio;
- passate poi ad esaminare l’altro seno;
- anche nell’autopalpazione in posizione supine, non dimenticate di controllare le areole e di stringere delicatamente entrambi i capezzoli per identificare eventuali perdite.
Auto-esame visivo del seno
Ponetevi di fronte a uno specchio e stendete le braccia lungo i fianchi. Guardate i seni e cercate eventuali cambiamenti nella forma, gonfiori, affossamenti, macchie o anomalie nei capezzoli. Quindi, alzate le braccia in alto sopra la testa e ripetete lo stesso esame visivo.
Infine, appoggiate le mani sui fianchi e premete con decisione per contrarre i muscoli del torace: di nuovo, osservate il vostro seno per identificare eventuali anomalie. Assicuratevi di osservare con attenzione entrambi i seni.
In che momento del mese fare l’autopalpazione del seno
Le donne che hanno regolarmente le mestruazioni dovrebbero eseguire l’autopalpazione dopo il ciclo: questo perché durante la fase luteale, cioè nei giorni che separano l’ovulazione dall’arrivo del mestruo, il seno potrebbe risultare gonfio, ingrossato e teso.
La cosa migliore è attendere la fine delle mestruazioni, affinché il seno torni alle sue normali condizioni.
Le donne in menopausa e quelle che hanno cicli mestruali molto irregolari possono effettuare l’autopalpazione in un giorno a scelta del mese.
In questo caso, è consigliabile selezionare un giorno fisso, facile da ricordare, come il primo o l’ultimo del mese, in modo da poter notare con costanza eventuali cambiamenti.
Quando contattare un medico dopo l’autopalpazione del seno?
Se durante l’autopalpazione del seno si trova un nodulo, un grumo o si notano anomalie nel seno, è importante mantenere la calma: la maggior parte dei cambiamenti rilevati dagli auto-esami non sono segni di cancro.
È normale, infatti, che un seno possa sviluppare noduli benigni, come cisti o fibroadenomi: molto spesso questi ingrossamenti sono totalmente innocui, di piccola dimensione e non necessitano asportazione o interventi particolari.
Sarà il vostro ginecologo o senologo di fiducia a darvi tutte le indicazioni del caso in presenza di masse benigne.
Dovreste però contattare un medico in presenza di:
- variazioni significative nell’aspetto o dimensioni del seno;
- variazioni importanti nell’aspetto dei capezzoli;
- perdita di sensibilità al seno o ai capezzoli;
- fossette o increspature nella pelle del seno;
- noduli molto duri, spessi e dai contorni irregolari;
- secrezioni anomale dai capezzoli;
- dolori costanti in vari punti del seno;
- eruzioni cutanee sui capezzoli;
- fastidioso e persistente gonfiore in uno o entrambi i seni;
- calore, arrossamento o macchie scure sulla pelle.
Imparare a conoscere il proprio seno, insieme ai controlli periodici, ci permette di contrastare efficacemente il cancro al seno e di ottenere preziose diagnosi precoci, che possono fare la differenza.
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