Purtroppo si tratta di una malattia molto seria, che va trattata con la massima attenzione: questo tipo di cancro è infatti responsabile della maggior parte dei tumori dell’utero, per questo è importante conoscerne i sintomi, e sapere in quali casi rivolgersi al ginecologo per accertamenti.
Oggi approfondiamo questo argomento, per comprendere al meglio anche come viene diagnosticato il tumore all’endometrio, e con quali trattamenti si può intervenire.
Sintomi e fattori di rischio del cancro all’endometrio
Secondo i dati diffusi da Aiom – Associazione Italiana di Oncologia Medica (anno 2018), il rischio di sviluppare questa neoplasia riguarda 1 donna su 47. Il tumore all’endometrio si è diffuso notevolmente negli anni ‘60, ha raggiunto il suo apice negli anni ‘70 e si è poi stabilizzato: la sua manifestazione è particolarmente diffusa nella post-menopausa, tra i 50 e i 70 anni.
Ad oggi, le cause della malattia non sono del tutto note. Sono stati però individuati fattori di rischio, condizioni che aumentano la probabilità che una donna possa sviluppare la patologia:
- menarca precoce, ovvero comparsa della prima mestruazione in età molto giovane;
- menopausa tardiva, ovvero esordio della menopausa in età avanzata;
- terapia a base di tamoxifene assunta dalle donne con tumore della mammella;
- terapia a base di estrogeni per contrastare altre forme tumorali;
- obesità;
- diabete;
- ipertensione arteriosa;
- dieta non bilanciata, ricca di grassi saturi e con eccessivo consumo di carni rosse
- familiarità con questo tipo di tumori.
In presenza o meno di questi fattori di rischio, i sintomi che possono indicare un’eventuale problematica di questo tipo possono essere:
- sanguinamento vaginale al di fuori delle mestruazioni e dopo la menopausa;
- dolore forte quando si urina;
- dolore nel momento del coito;
- dolore localizzato nella zona pelvica.
In caso di una o più di queste manifestazioni, si consiglia di procedere con accertamenti, confrontandosi rapidamente con il proprio ginecologo: la diagnosi precoce di questa patologia permette di iniziare quanto prima le cure, consentendo quindi un tasso di sopravvivenza piuttosto alto (secondo i dati Aiom, la sopravvivenza è del 77% a 5 anni dalla diagnosi).
La diagnosi di tumore all’endometrio
Per capire se si tratta di tumore all’endometrio, lo specialista preleverà un campione di tessuto endometriale, che verrà poi analizzato in laboratorio.
Per il prelievo si possono utilizzare diverse tecniche:
- isteroscopia, tecnica ad oggi più utilizzata: si inserisce uno strumento dotato di telecamera all’interno dell’utero, si visualizza la cavità uterina e si estrae un piccolo campione;
- biopsia endometriale: introduzione di uno strumento morbido nella cavità, con cui si grattano delicatamente le pareti uterine e si preleva il tessuto;
- dilatazione e curettage: tecnica simile alla biopsia, prevede la dilatazione della cervice e si utilizza uno strumento simile a un cucchiaio per prelevare il tessuto.
Il campione verrà poi fatto analizzare: qualora, purtroppo, sia confermata la diagnosi di tumore all’endometrio, il medico proseguirà le indagini, per verificare la localizzazione esatta del cancro, comprenderne lo stadio e valutare se interessa solo la zona endometriale o si è espanso in altri apparati.
Possibili cure e trattamenti
Questo tipo di cancro può essere curato intervenendo chirurgicamente, oppure effettuando chemioterapia, radioterapia o ormonoterapia.
La scelta del trattamento più idoneo verrà fatta dallo specialista in collaborazione con l’equipe medica oncologica, tenendo conto delle condizioni generali della malattia e dello stato di salute del paziente:
- la chirurgia è il trattamento più frequente: viene asportato l’utero (isterectomia), le tube di Falloppio e le ovaie. Talvolta, possono essere asportati anche i linfonodi pelvici o aortici.
- La chemioterapia è spesso utilizzata in combinazione con la chirurgia: a seconda dello stadio del tumore e di eventuali fattori di rischio individuati dall’esame istologico dopo l’operazione, l’oncologo può prescrivere la chemio. I farmaci per questa terapia possono essere assunti per bocca, oppure iniettati per via intramuscolare o endovenosa.
- Con la radioterapia, invece, si utilizzano radiazioni ad alta frequenza per distruggere le cellule cancerose. Le radiazioni possono essere immesse nell’organismo da una macchina esterna al corpo, oppure introdotte direttamente nella zona interessata dal tumore con appositi tubicini. La radio, in questo tipo di tumore, può essere indicata da sola, oppure in combinazione con chirurgia o chemioterapia.
- L’ormonoterapia prevede poi l’assunzione di ormoni – estrogeni e progestinici – che possono bloccare la crescita tumorale. Per valutare se questa opzione è percorribile, si esaminano le cellule cancerose per comprendere se su di esse sono presenti ricettori sensibili a questi ormoni: in caso affermativo, l’oncologo può decidere di procedere con la terapia.
Per affrontare il periodo delle cure, è importante adottare uno stile di vita sano, svolgendo moderata attività fisica quando possibile, e seguendo una dieta bilanciata, adatta alle esigenze dei pazienti oncologici, privilegiando verdure, pesce azzurro e legumi.
Inoltre, una donna che purtroppo si ammala di tumore all’endometrio dovrà probabilmente affrontare operazioni e trattamenti faticosi sia dal punto di vista fisico che psicologico: per questo, può essere utile sapere che in Italia ci sono numerose associazioni che si occupano di assistere i malati di cancro e le loro famiglie, lavorando sempre a contatto con l’equipe medica di riferimento.
Fonti:
ieo.it
aimac.it
esmo.org
esgo.org
aiom.it
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