stipsi in gravidanza

Stipsi in gravidanza: cause e rimedi

La gravidanza è un momento molto intenso ed emozionante che, oltre alla gioia di conoscere il proprio bambino al suo termine, può portare con sé anche alcuni disturbi, piccoli o grandi, come nausea, vomito, dolori articolari, insonnia, gengive gonfie, e altri.

Tra i fastidi più comuni che colpiscono le future mamme c’è la stitichezza: questo problema si presenta piuttosto spesso e, pur non trattandosi di una condizione grave, può provocare non pochi disagi.

Come vedremo, durante la gravidanza l’intestino è particolarmente sensibile e le cause della stipsi durante i nove mesi sono dovute a diversi fattori, riconducibili alle abitudini alimentari, allo stress, e anche ai naturali squilibri ormonali.

Oggi approfondiamo insieme questo argomento, per comprendere come intervenire e come ridurre l’affaticamento dovuto a questa condizione.

Stipsi, un disturbo frequente quando si è in dolce attesa

Quando si verificano episodi di stitichezza, l’intestino della futura mamma diventa pigro e, per alcuni giorni, non si riesce ad evacuare: ne deriva quindi gonfiore, irritabilità, meteorismo, dolori diffusi e difficoltà nel movimento.

Secondo uno studio pubblicato dall’International Journal of Obstetrics & Gynecology, le percentuali di chi soffre di questo disturbo durante la gravidanza sono piuttosto alte: la probabilità di avere rallentamenti intestinali durante i nove mesi sono infatti fino a tre volte maggiori rispetto a qualunque altro momento della vita. In particolare, il 44% delle donne soffre di stitichezza dal terzo al sesto mese, e il 36% nell’ultimo trimestre.

Una condizione frequente, che merita quindi di essere osservata con attenzione: ma quali sono le più frequenti motivazioni che la generano? Vediamolo insieme.

donna incinta

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Stitichezza in gravidanza: le cause più comuni

Le cause principali possono essere di natura ormonale, oppure dovute ai cambiamenti fisici che trasformano il corpo della donna. In particolare, tra i fattori che inducono la pigrizia dell’intestino, osserviamo:

  • l’aumento del progesterone, ormone che ha la funzione di favorire la prosecuzione della gestazione, preservando la muscolatura dell’utero e consentendo il funzionamento della placenta, organo che provvede il nutrimento del feto. Il progesterone può rallentare il transito intestinale, causando quindi stitichezza: questa condizione si verifica soprattutto nel primo trimestre.
  • Nell’ultimo trimestre aumenta anche un altro ormone, l’aldosterone, che provoca il riassorbimento di acqua nel colon: diretta conseguenza di ciò è la formazione di feci più asciutte, e quindi più difficili da eliminare.
  • La compressione dell’intestino da parte dell’utero, sede del bambino: via via che aumenta il peso del piccolo, i movimenti intestinali si fanno quindi più lenti e complessi
  • L’aumento di peso, che può provocare uno scompenso generale.
  • Un’alimentazione povera di fibre: assumere alimenti fibrosi, come frutta, verdura e cereali è fondamentale per preservare le funzioni intestinali. Se questi scarseggiano, l’intestino può impigrirsi.
  • Scarsa idratazione: un corretto apporto di acqua è importantissimo per favorire la fluidificazione delle feci. Se non ci si idrata a sufficienza, l’intestino può rallentare.
  • Poco movimento fisico, altro fattore di primaria importanza per far sì che i nostri organi si attivino in un’agevole evacuazione. Può capitare, durante la gravidanza, di faticare a muoversi, e passare quindi ferme più tempo del solito.

Prevenire e curare la stitichezza durante i 9 mesi

Ora che abbiamo osservato le più cause che, più frequentemente, possono provocare stitichezza, vediamo come si può agire per evitare che l’intestino si impigrisca, e come agire qualora si verifichi una condizione di stipsi.

Idratarsi correttamente

Bere una sufficiente quantità di acqua ogni giorno, come accennato, è fondamentale per favorire il transito intestinale. La dose quotidiana di acqua raccomandata è infatti di 2,5 litri, da assumersi sia durante i pasti, che durante il resto delle ore della giornata, ma è bene chiedere consiglio al proprio medico di fiducia sul quantitativo giornaliero.

Per bere frequentemente, può essere utile avere sempre a portata di mano una borraccia o una bottiglia di acqua fresca, da sorseggiare mentre si svolgono altre attività.

Inoltre, se si ha la tendenza a non bere a sufficienza, può essere utile integrare i liquidi anche attraverso cibi che ne contengono molti e tenere nota delle volte in cui si assume acqua, anche facendo affidamento ad app e promemoria sul proprio smartphone.

Alimentazione ricca di fibre

Il ruolo della dieta, per combattere la stitichezza in gravidanza, è fondamentale. È infatti consigliato assumere alimenti ricchi di fibre, come ad esempio:

  • legumi
  • verdura, in particolare lattuga, cetrioli, pomodori, carciofi, zucchine, spinaci
  • frutta, ad esempio prugne, kiwi, fichi, pere, albicocche
  • cereali integrali, ad esempio riso integrale, farro, segale, avena.
alimentazione gravidanza

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Questi alimenti si possono inserire nella propria alimentazione quotidiana, adottando per esempio la buona abitudine di assumere almeno una porzione di verdura ad ogni pasto, e prediligendo i cereali sopracitati a quelli raffinati.

Esercizio fisico

Come abbiamo detto, l’esercizio fisico è importantissimo per mettere in moto l’intestino. Proprio per questo, anche durante la gravidanza, è bene muoversi, svolgendo attività adatte al corpo della mamma in dolce attesa: tra queste, ad esempio, yoga, pilates, acquagym, ginnastica dolce, camminata veloce, e qualunque attività che, in accordo con il ginecologo, faccia stare bene la futura mamma.

yoga gravidanza

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Farmaci e lassativi

Se la condizione di stitichezza persiste e non si riesce a correggere con i metodi a cui abbiamo accennato, può essere necessario ricorrere all’assunzione di farmaci e rilassanti intestinali, ovviamente dopo attento consulto con il proprio ginecologo.

Generalmente, sarà sconsigliato assumere lassativi osmotici salini, come il citrato di magnesio o il fosfato di sodio, che possono causare ritenzione di sodio materna, così come oli vegetali, come ad esempio l’olio di ricino, che potrebbero agevolare le contrazioni uterine premature.

I farmaci meglio tollerati quando una donna incinta soffre di stipsi sono la glicerina, il lattulosio e il sorbitolo, e farmaci rammollitori fecali, la cui posologia deve sempre essere concordata con il proprio medico di fiducia.

La stipsi in gravidanza può dare complicazioni?

Se la stitichezza si perpetua lungo tutti i nove mesi, o se per molti giorni di seguito la futura mamma non riesce ad andare in bagno, potrebbero verificarsi alcune complicazioni di lieve e media entità, che devono essere trattate con estrema cura, tra cui varici anali, emorroidi, incontinenza urinaria, blocchi intestinali. 

Qualora si presentino condizioni di questo tipo, o se già da alcuni giorni non si riesce ad evacuare correttamente, è fondamentale rivolgersi al proprio ginecologo, medico di base oppure ostetrica di fiducia, che sapranno indicare il miglior trattamento per evitare spiacevoli conseguenze.

Come abbiamo visto in gravidanza – ma non solo – è particolarmente importante fare attenzione alla salute del proprio intestino. L’equilibrio intestinale è infatti una diretta conseguenza di una stabilità generale dell’organismo: proprio per questo è opportuno condurre uno stile di vita sano, scegliendo una dieta completa e bilanciata, inserendo costantemente il movimento fisico nelle proprie giornate.

Per avere cura di sé in modo consapevole, e prevenire numerosi disturbi e fastidi che possono insorgere in diversi momenti della vita, può essere necessario anche effettuare controlli periodici volti ad accertare le nostre condizioni di salute generale.

A tal proposito è utile sapere che esistono polizze assicurative come i Piani Individuali di UniSalute che offrono check up e trattamenti con specialisti a prezzi agevolati, e numerose opportunità ad hoc per esigenze specifiche di ogni individuo.

E voi, avete sofferto di stipsi in gravidanza? Come siete intervenute?

 

Fonti

obgyn.onlinelibrary.wiley.com
fondazioneveronesi.it
uppa.it

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