coronavirus e allergia

Come distinguere i sintomi del Coronavirus da quelli dell’allergia

L’arrivo della bella stagione, oltre alla tipica stanchezza primaverile, per molte persone (fino al 15-20% della popolazione) coincide con l’inizio del periodo delle allergie. Le città, infatti, si riempiono dei pollini della fioritura delle piante, che si disperdono nell’aria creando nei soggetti allergici una serie di fastidiosi sintomi, da quelli più lievi, come l’arrossamento degli occhi, a quelli più seri, come tosse e asma. In questo particolare momento storico, tuttavia, a complicare la situazione c’è anche l’emergenza del nuovo Coronavirus, la cui sintomatologia è, in alcuni casi, simile. Il sovrapporsi, quindi, delle patologie allergiche potrebbe complicare la diagnosi e rendere difficile riconoscere la causa del malessere. 

In quest’articolo, cerchiamo quindi di capire quali sono le differenze tra i sintomi da Covid-19 e quelli della più comune allergia da polline, per affrontare in sicurezza e tranquillità questo periodo.

Rinite allergica: in cosa consiste?

Rinite allergica bambini

È una manifestazione allergica che colpisce le vie aree superiori, ossia naso e gola, ma anche gli occhi. Le cause sono molteplici, come l’esposizione ai peli di animali, agli acari della polvere o alle spore dei funghi, ma la più comune è sicuramente quella dovuta all’inalazione dei pollini (come le graminacee), definita quindi allergia da pollini o anche “raffreddore da fieno”. Generalmente, si sviluppa in età infantile o durante l’adolescenza (anche se può comparire in qualunque momento della vita), e ha un andamento stagionale, determinato quindi dal ciclo delle piante che producono e disperdono nell’ambiente diversi tipi di polline, che entrano nell’apparato respiratorio.

Quali sono i fattori che producono la risposta allergica?

Cosa accade al nostro corpo quando il sistema immunitario risponde agli agenti estranei, gli allergeni? La reazione allergica è il risultato complesso di una risposta ipersensibile, che, come identifica il portale epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità, è “determinata dall’interazione di diversi fattori, genetici, immunitari e ambientali”. In pratica, l’esposizione a determinati allergeni, come ad esempio i pollini, induce l’organismo a produrre alcuni anticorpi specifici, chiamati immunogluline E (IgE). Queste si legano superficialmente ad alcune cellule presenti sia nelle mucose sia nei tessuti epidermici dei tratti dell’apparato respiratorio, e, a loro volta, inducono il rilascio di sostanze irritanti, come le istamine, che infiammano i tessuti dermici e delle mucose. 

Allergia: i sintomi

Allergia graminacee sintomi

Prima di analizzare la differenza tra la sintomatologia allergica e quella causata dal Covid-19, vediamo come si manifesta tendenzialmente l’allergia da pollini. 

I sintomi principali sono:

  • congestione e prurito delle mucose nasali
  • gocciolamento acquoso del naso
  • prurito, arrossamento e lacrimazione degli occhi
  • gonfiore delle palpebre
  • congiuntivite
  • starnuti (a raffica)
  • tosse secca persistente

Nella maggior parte dei casi si tratta quindi di sintomi lievi, simili a quelli di un comune raffreddore, tuttavia, in alcuni casi possono manifestarsi anche sintomi più pesanti, come un senso di oppressione al torace o quelli riconducibili all’asma, con difficoltà respiratorie. Nella maggior parte dei casi questa tipologia di allergie non dà luogo a conseguenze gravi per la salute dei soggetti allergici, ma sicuramente crea notevoli fastidi e influisce sulla vita quotidiana, creando notevoli disagi.

Sintomi da allergia e da Covid-19: quali sono le differenze?

influenza tosse

Africa Studio/shutterstock.com

L’attuale situazione rende difficile distinguere tra un’allergia da polline e il contagio da SARS-CoV-2, il virus che causa la malattia chiamata Covid-19. Cerchiamo di comprenderne le differenze.

Sintomi in comune

Partiamo da quelli che accomunano l’allergia da pollini e il Covid-19.

  • Tosse secca: è stato uno dei primi sintomi individuati per la malattia da nuovo Coronavirus, ed è comune anche nei soggetti allergici.
  • Perdita di gusto e olfatto: la congestione nasale e l’irritazione delle mucose può causare, nei soggetti allergici, la perdita di gusto (ageusia) e olfatto (anosmia). Come è stato evidenziato nelle ultime settimane, si tratta anche di un sintomo frequente nei pazienti affetti da Covid-19.
  • Congiuntivite: è un altro dei disturbi con cui si manifestano molte allergie stagionali, e che rientra tra i sintomi comuni da Covid-19, al punto che è stata considerata quasi una costante dell’infezione. Tuttavia, è possibile identificare delle differenze: la congiuntivite virale, infatti, si distingue da una batterica e allergica per una lacrimazione più abbondante e per la fotofobia, ossia l’intolleranza anormale alla luce. Inoltre, gli esperti sottolineano che una congiuntivite acuta e isolata, in assenza di altri sintomi, non deve allarmare e far pensare a un’infezione da coronavirus.

Differenze

Per fortuna, tuttavia, sono state riscontrate anche delle differenze sostanziali, a cui bisogna prestare bene attenzione.

  • Febbre: l’innalzamento della temperatura corporea è assente dalle manifestazioni allergiche, e quindi può considerarsi un segnale d’allarme importante per un’eventuale infezione da coronavirus.
  • Raffreddore “acquoso” e lacrimazione profusa: il naso che cola è un sintomo riscontrato anche nei pazienti positivi al virus, tuttavia con alcune differenze; in particolare, il “raffreddore” che compare per una manifestazione allergica è più “acquoso”, ed è accompagnato da una consistente lacrimazione degli occhi.
  • Starnuti: difficilmente riscontrabili nell’infezione da coronavirus, gli starnuti dovuti a una reazione allergica sono facilmente riconoscibili, in quanto si susseguono rapidamente l’uno dopo l’altro, a “raffica”.

Cosa fare in caso di sintomi?

donna a letto che misura la temperatura

demaerre/istock.com

Gli esperti consigliano a tutti i soggetti allergici ai pollini che avvertono i vari sintomi di iniziare la terapia prescritta dall’allergologo, così da ridurre la sintomatologia ed evitare l’insorgere di dubbi riguardo a una possibile infezione da Covid-19. Nel caso in cui, dopo 4-5 giorni dall’inizio della terapia, i disturbi non dovessero migliorare, è meglio contattare il proprio medico curante per valutare l’ipotesi di aver contratto il nuovo Coronavirus o altri virus più comuni, soprattutto nel caso in cui compaia la febbre. Infatti, ricordiamo che con una corretta terapia farmacologica, i più comuni disturbi allergici regrediscono in breve tempo, mentre le forme virali sono immuni e necessitano di specifiche terapie

Come abbiamo detto sopra, però, l’allergia ai pollini può insorgere a qualunque età e manifestarsi per la prima volta anche in soggetti che non ne avevano mai avvertito i sintomi. In caso di tosse, raffreddore anomalo o difficoltà respiratoria, è bene quindi consultare il proprio medico curante, il quale sarà in grado di effettuare una corretta diagnosi ed eventualmente indicare una terapia farmacologica.

Gli esperti sottolineano che, per i soggetti allergici, indossare la mascherina chirurgica – che, in molte regioni italiane, è stata resa obbligatoria nei luoghi pubblici per la fase 2 dell’emergenza – può essere un accorgimento efficace per diminuire l’inalazione dei pollini: infatti, questi sono più grandi del virus e quindi non riescono a passare oltre la “barriera” della mascherina.

I soggetti allergici sono più esposti al Coronavirus?

Tosse raffreddore allergia

Non è ancora possibile dare una risposta certa, tuttavia gli esperti sembrano concordare sul  fatto che l’allergia non predisponga a un’infezione, come sottolineato anche dal Ministero della Salute: “negli studi finora disponibili le forme allergiche più lievi, inclusa l’asma allergica lieve, non sono state considerate come uno dei principali fattori di rischio per l’infezione da SARS-CoV-2, o per un esito più sfavorevole”.

 Tuttavia, chi soffre d’asma dovrà prestare particolare attenzione, perché se è vero che l’asma non sia un fattore predisponente all’infezione virale, è altrettanto vero che questo disturbo non controllato, in caso di sovra infezione, può portare a complicazioni respiratorie gravi. Per i pazienti allergici e asmatici, dunque, il consiglio è quello di seguire le terapie opportunamente descritte e sempre sotto controllo medico durante questa fase di esposizione ad allergeni stagionali, e di continuare anche in caso di miglioramento dei sintomi, per prevenire l’insorgere di complicanze.

 

Per approfondire l’argomento sul Coronavirus, e aggiornare i lettori sulle ultime novità, ricerche e terapie, il nostro blog ha dedicato ad esso una rubrica. In particolare, vi consigliamo la lettura degli articoli più recenti:

 

Fonti:

salute.gov.it
epicentro.iss.it
auxologico.it

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