latte artificiale

Il latte artificiale può provocare allergie o carenze nutritive?

L’Istituto Superiore di Sanità, in accordo alle indicazioni di OMS, Unicef e Unione Europea, suggerisce – qualora le condizioni di mamma e bambino lo consentano – di allattare al seno in modo esclusivo nei primi sei mesi di vita e di proseguire fino ai due anni e oltre, secondo desideri e necessità.

Quando, per motivi di diversa natura, allattare al seno non è voluto o non è possibile, si ricorre all’allattamento artificiale: pur ricordando le raccomandazioni dell’OMS e degli altri enti che si curano della salute di mamme e bambini, è importante sottolineare che il latte in formula è idoneo alla salute e alla crescita dei neonati.

La scelta del latte artificiale non è però esente da dubbi e domande sull’eventuale possibilità di scatenare allergie e infiammazioni nel neonato, nonché perplessità riguardo all’effettiva presenza di tutti i nutrienti necessari. Approfondiamo meglio di seguito l’argomento, osservando da vicino proprietà e caratteristiche del latte formulato, per comprendere poi in quali casi possono manifestarsi allergie o intolleranze.

Latte materno e latte artificiale: le indicazioni dell’OMS

Per comprendere correttamente le caratteristiche del latte artificiale, è importante approfondire innanzitutto le proprietà di quello materno perché, come afferma l’Istituto Superiore di Sanità in accordo con l’OMS, il secondo è da considerarsi il miglior alimento per i neonati. Contiene infatti tutti gli elementi necessari a una sana crescita e sviluppo nei primi mesi di vita, e tra questi troviamo:

  • nutritivi, come acidi grassi polinsaturi, proteine, ferro assimilabile, sali minerali, vitamine; 
  • sostanze bioattive e immunologiche, che aiutano il sistema immunitario del bambino a sviluppare barriere contro infezioni batteriche e virali, e favorisce lo sviluppo di una sana flora intestinale, rafforzando quindi l’intero organismo.
allattamento al seno

Vadym Petrochenko/gettyimages.it

Il latte preparato in formula contiene i nutrienti, ma non ha proprietà di difesa dal punto di vista bioattivo e immunologico.

Ma quando, come accennato, la mamma non vuole o non può procedere con l’allattamento al seno, cosa bisogna sapere sul latte in formula e quali sono eventuali rischi ad esso collegati? Vediamolo insieme.

Cos’è il latte artificiale e come è composto

Il latte artificiale, detto anche latte in formula, è preparato per essere il più simile possibile al latte materno.

I suoi elementi derivano dal latte vaccino, ovvero il latte di mucca, che viene reso solubile separando gli elementi solidi dalla parte liquida, e successivamente riadattato per essere idoneo alle necessità nutritive umane.

A seconda della composizione, il latte artificiale si distingue in:

  • latte adattato, ricco di lattosio, grassi, sali minerali e vitamine;
  • latte parzialmente adattato, nel quale il lattosio è più scarso o assente, e sostituito da altri zuccheri come glucosio e saccarosio, e può avere differente componente proteica;
  • latte di proseguimento, che contiene più ferro, ed è generalmente indicato tra i 6 e i 12 mesi;
  • latte di crescita, indicato dopo l’anno del bambino, più simile al latte vaccino.

È fondamentale tenere presente che la scelta del latte artificiale più idoneo per ogni bambino va compiuta in accordo con il pediatra, per individuare quale tra i prodotti in commercio possono essere più indicato alle specifiche necessità del neonato o del lattante.

Inoltre, è bene tenere presente che i latti artificiali in commercio nel nostro Paese devono sottostare alle linee guida dell’European Society for Paediatric Gastroenterology Hepatology and Nutrition – ESPGHAN, ente internazionale che si occupa di studiare, analizzare e diffondere informazioni corrette riguardo alle necessità alimentari dei bambini, anche per prevenire eventuali problematiche in età adulta.

È proprio l’ESPGHAN a stabilire i parametri di concentrazione di ogni elemento nutritivo all’interno del latte artificiale, e si occupa di applicare severissime norme di controllo, che contribuiscono alla sicurezza degli alimenti in commercio.

latte artificiale

LightFieldStudios/gettyimages.it

Tuttavia, come accennato, l’allattamento artificiale non è esente da rischi: approfondiamo in cosa consistono, e cosa dicono le fonti ufficiali in merito.

I rischi della somministrazione di latte artificiale: le raccomandazioni dell’Unione Europea

Nel documento “Alimentazione dei lattanti e dei bambini fino a tre anni: raccomandazioni standard per l’Unione Europea”, sottoscritto dalla UE e dall’Unità per la Ricerca sui Servizi Sanitari e la Salute Internazionale dell’OMS, si evidenzia chiaramente che ricorrere al latte in polvere è una scelta che può comportare alcuni rischi. Tra questi, le linee guida evidenziano: “aumentato rischio per numerose malattie infettive, soprattutto infezioni dell’apparato gastrointestinale e respiratorio ed altre infezioni in generale”.

Proprio per questo, è fondamentale concordare con il pediatra la miglior formula di latte artificiale adatta al proprio bambino, e monitorare con attenzione le condizioni di salute e di crescita del piccolo, per evitare che si sviluppino problematiche.

Per poter allattare artificialmente con serenità, è quindi necessario avere presente il quadro completo e sapere riconoscere manifestazioni di allergie, infiammazioni e irritazioni che il neonato può sviluppare, per comprendere se, effettivamente, esse possono essere collegate all’assunzione di latte in formula.

Reazioni al latte artificiale: la differenza tra allergia al latte e intolleranza al lattosio

Come abbiamo visto, assumere latte artificiale può favorire la comparsa di reazioni allergiche: ciò può avvenire perché il piccolo manifesta una vera e propria reazione allergica al latte o un’intolleranza al lattosio in esso contenuto.

Si tratta, infatti, di due condizioni differenti: vediamo meglio di cosa si tratta.

Allergia alle proteine del latte

L’allergia alle proteine caseina AaS1, alfalattalbumina e betalattoglobulina contenute nel latte vaccino, da cui il latte in polvere deriva, è causata da una risposta anomala del sistema immunitario alle proteine stesse.

Generalmente compare nel momento in cui il piccolo assume il latte formulato e, come vedremo tra poco, presenta sintomi ben precisi che, nella maggioranza dei casi, spariscono entro i 3-4 anni di età.

allergia latte in formula

romrodinka/gettyimages.it

Intolleranza al lattosio

L’intolleranza al lattosio è invece causata dalla carenza o inefficienza dell’enzima lattasi che permette di digerire il lattosio stesso, ovvero lo zucchero contenuto nel latte vaccino –  e quindi nel latte artificiale – così come nel latte materno.

A tal proposito, è possibile che anche i bambini allattati al seno manifestino questo tipo di intolleranza, che può rivelarsi con diverse sintomatologie a seconda dell’intensità, tra cui gonfiore, irritabilità, diarrea, stipsi, meteorismo.

Attualmente si ritiene che la causa principale che può portare allo sviluppo di allergia alle proteine del latte o di intolleranza al lattosio sia la predisposizione ereditaria, che provoca anche lo sviluppo di condizioni come la dermatite atopica, patologia a sua volta collegata con l’inefficienza della flora batterica intestinale.

I sintomi della reazione allergica al latte

Saper riconoscere i sintomi dell’allergia al latte è fondamentale per individuare queste reazioni per tempo e agire tempestivamente, sempre in accordo con il pediatra, per modificare la somministrazione alimentare al bambino, e valutare quindi le migliori alternative.

La reazione allergica può essere di due tipologie:

  • reazione IgE mediata, ovvero la reazione anafilattica rapida e violenta, che avviene immediatamente e coinvolge gli anticorpi
  • reazione non IgE mediata, che compare dopo alcune ore o giorni dall’assunzione dell’alimento a base di latte.

Vediamo meglio di cosa si tratta, e quali sintomi monitorare.

Reazione allergica al latte IgE mediata

In caso di reazione anafilattica, subito dopo aver assunto il latte o fino a 2 ore successive possono comparire:

  • vomito e diarrea
  • arrossamento e gonfiore diffuso
  • laringospasmo, difficoltà respiratorie, asma bronchiale
  • orticaria ed eruzioni cutanee
  • nei casi più gravi si può incorrere in shock anafilattico. 
neonato piange

Anchiy/gettyimages.it

Reazione allergica al latte non IgE mediata

La reazione allergica più tenute, non mediata dagli anticorpi IgE può provocare nei giorni successivi:

  • diarrea o stitichezza
  • gonfiore e dolori addominali 
  • reflusso acido
  • pruriti e dermatiti
  • nervosismo accentuato e disturbi del sonno.

Come riportato anche dalla Fondazione Veronesi – citando uno studio comparso sulla rivista Jama Pediatrics che indaga i dettagli dell’allergia al latte – essa regredisce nel 50% dei casi entro l’anno di età, entro i 2 anni nel 70% dei casi ed entro i 3 anni nel 90% dei casi.

È importante sapere che i bambini che sviluppano questo tipo di allergia possono, nel tempo, svilupparne anche altre, come allergie alla polvere, agli acari, a pollini e graminacee.

Il bambino manifesta un’allergia al latte o intolleranza al lattosio: quali alternative al preparato in formula?

Qualora il bambino abbia manifestato un’allergia o intolleranza al latte formulato è possibile, in accordo con il pediatra e con uno specialista della nutrizione infantile, somministrare, previa indicazione del pediatra, i cosiddetti “latti a base di proteine fortemente idrolizzate”. In questi preparati, le proteine dannose per l’organismo sono scomposte in tanti piccolissimi pezzetti, che non vengono riconosciuti dal sistema immunitario.

In alternativa, è possibile ricorrere a formulati a base di aminoacidi, che hanno però un gusto molto differente rispetto ai latti idrolizzati: sarà il medico di fiducia a indicare la scelta migliore per il bambino, e bisognerà sempre tenere conto anche della reazione del piccolo, nel pieno rispetto dei suoi gusti e delle sue necessità.

PeopleImages/gettyimages.it

Dopo i sei mesi di vita, e sempre consultandosi con uno specialista sanitario, è possibile optare per altre tipologie di latte di origine animale o vegetale, tra cui:

  • latte di soia
  • latte d’avena
  • latte di mandorla
  • latte di riso
  • latte di capra e pecora, che possiedono proteine molto simili al latte materno
  • latte d’asina, da reperire sempre e comunque in forma pastorizzata.

Il percorso di rinuncia al latte artificiale in caso di allergie e intolleranze deve essere fatto con attenzione e controllo costante, e allo stesso modo andrà compiuto il reinserimento dell’alimento, nei modi e nei tempi adatti alla salute del bambino.

Il latte artificiale può provocare carenze nutritive?

Come abbiamo visto, qualora l’organismo del bambino sia intollerante o allergico al latte artificiale, non è raro che si manifestino reazioni avverse, che possono compromettere l’equilibrio intestinale e lo stato di salute generale del piccolo. Eventuali carenze nutritive o fastidi alimentari possono, quindi, derivare da uno scompenso generale dovuto anche alla fatica di assumere questo alimento.

In assenza di allergie o intolleranze, è difficile che il latte formulato – se somministrato nelle giuste quantità e con la giusta preparazione – generi carenze nutritive. Come abbiamo avuto occasione di sottolineare, si tratta di formule sicure, che forniscono al bambino tutto ciò di cui ha bisogno, nella piena consapevolezza che la scelta più completa a carattere nutrizionale rimane comunque il latte materno.

In caso di dubbi e domande è fondamentale rivolgersi al proprio pediatra di fiducia o ad enti come La Leche League Italia, che si occupa di promuovere una sana cultura dell’allattamento e delle sue eventuali alternative, per compiere scelte consapevoli e prendere le migliori decisioni per la salute del nostro bambino, senza mai dimenticare anche le necessità, inclinazioni e peculiarità della mamma.

Inoltre, per accompagnare mamme e papà nel percorso di crescita di figli, può essere utile sapere che esistono polizze assicurative dedicate ai più piccoli e ai loro genitori, come Protezione Famiglia Ragazzi di UniSalute che propone anche il servizio “Il pediatra risponde”, con il quale è possibile contattare telefonicamente uno specialista a cui rivolgere domande e chiedere informazioni per il benessere dei nostri bambini.

Avete mai pensato a una soluzione di questo tipo?

 

Fonti

issalute.it
epicentro.iss.it
salute.gov.it
espghan.org
lllitalia.org
uppa.it
fondazioneveronesi.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Invia commento

    Nessun commento