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Bimbi a tavola: gli esperti di nutrizione infantile rispondono alle domande più frequenti dei genitori

Quando smettere di allattare? Come introdurre e far piacere cibi sani come frutta e verdura? Quanto è importante dare il buon esempio e condividere i pasti con i bambini? Sono alcune delle domande che il pubblico, in sala e attraverso i social, ha posto agli esperti intervenuti al convegno di UniSalute “La salute si impara da piccoli”, tenutosi a Bologna l’8 settembre, che potrete rivedere interamente sul canale youtube di UniSalute.

La presenza di medici e ricercatori ha incoraggiato i genitori a condividere i propri dubbi sull’alimentazione dei loro bambini, sapendo di poter contare sulle risposte e sui pareri autorevoli degli ospiti: i professori Andrea Pession, Emilio Franzoni, Sergio Pecorelli, la dottoressa Silvia Zucconi e il Food Mentor Marco Bianchi. Ne è scaturito un interessante dibattito, che ci ha spinto a scrivere un articolo sulle domande più frequenti che i genitori si pongono in campo alimentare. Le passeremo in rassegna e, proprio grazie a quanto raccontato dagli ospiti durante il convegno, daremo delle risposte, sperando di chiarire i dubbi di chi ci segue.

Per quanto tempo allattare al seno?

Una questione che in tutte le famiglie viene affrontata è quando smettere di allattare al seno, un atto che inaugura la relazione privilegiata tra madre e figlio, molto importante sia dal punto di vista relazionale che nutrizionale, e che caratterizza un periodo della maternità spesso difficile da interrompere. Gli esperti sostengono che, per il primo anno di vita, il latte materno contiene tutto ciò di cui il bambino ha bisogno per la sua crescita ed è, quindi, l’alimento ideale.

Per questo motivo consigliano di allattare il bambino almeno fino ai sei mesi, fatte salve alcune eccezioni valutate dal proprio pediatra, che potrebbe suggerire delle integrazioni nutrizionali. Come abbiamo sottolineato anche nell’articolo dedicato alle ragioni per cui è l’allattamento è importante, prediligere il latte materno è un consiglio valido anche nel caso in cui ci sia bisogno di alimentare il bambino con il latte donato da un’altra madre.

Come conservare il latte materno?

Molti genitori non sanno che il latte materno si può conservare in frigorifero a una temperatura di +4°C fino ad un massimo di 24 ore. Entro questo lasso di tempo e a queste condizioni, è considerato sicuro: può, quindi, essere utilizzato per nutrire il neonato, ma non deve trasformarsi in un’abitudine.

allattamento bambino

FamVeld/shutterstock.com

Che tipo di latte dare in sostituzione?

Una valida alternativa è rappresentata dalle formule di latte artificiale: quelle autorizzate, che si trovano dunque sul mercato, offrono tipologie di latte di crescita e di proseguimento che possono essere impiegate fino ai 3 anni.

Infine, i pediatri ricordano che tra i 12 e i 18 mesi, i bambini possono già iniziare ad assorbire il latte intero, che rappresenta una soluzione più economica rispetto al latte artificiale.

Durante lo svezzamento, i bambini devono mangiare gli stessi cibi dei genitori?

Lo svezzamento è un momento cruciale per poter porre le basi per una dieta sana e bilanciata. Il consiglio è di partire dai cibi previsti dal piano di svezzamento dettato da un pediatra e impiegare gli stessi ingredienti per preparare anche il pranzo per il resto della famiglia.

cibi svezzamento bambini

Natalia Deriabina/shutterstock.com

Concedere il bis a tavola: sì o no?

Talvolta succede, a casa come a scuola, che i bambini chiedano e ottengano il bis. A questo proposito, gli esperti hanno ricordato che proporre due volte la stessa porzione di cibo comporta degli squilibri nutrizionali e educativi da evitare assolutamente. Soprattutto quando il “bis” del primo, per esempio, viene proposto come alternativa al secondo o alla frutta.

I pasti, infatti, dovrebbero essere bilanciati e curati: la colazione, il pranzo e la cena dovrebbero essere sempre un momento educativo e, di conseguenza, tutto ciò che esula da una dieta bilanciata dovrebbe essere evitato.

Spuntino dopo cena si può fare?

Un’abitudine di bambini e adolescenti molto diffusa in Italia, come confermato dallo studio di Nomisma presentato durante il convegno dalla dottoressa Zucconi, è quello dello spuntino dopo cena. Si tratta di un’abitudine molto dannosa per l’organismo che andrebbe evitata, perché dopo aver concluso i cinque pasti della giornata, anche lo stomaco ha bisogno di riposare.

pane per toast

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Il pane tostato è cancerogeno?

I toast sono tra i piatti più amati dai bambini e molto comodi anche per i genitori che, però, si chiedono se si tratti di alimenti sicuri. È importante fare chiarezza: il pane per toast, di per sé, non è pericoloso, ma lo diventa se cotto per troppo tempo e “bruciacchiato”. In questi casi, infatti, può contenere l’acrilammide, una sostanza che si forma durante la cottura ad alte temperature di determinati alimenti che contengono amido come, appunto, il pane morbido o le patatine.

L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) l’ha classificata come “probabilmente cancerogena per l’uomo”, mentre l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA) suggerisce di non consumare troppo spesso alimenti esposti a questa sostanza, nonostante specifichi che il rischio sia basso.

bambini e cibo sano

Maryna Pleshkun/shutterstock.com

Come faccio a far piacere il cibo sano ai bambini?

La strategia più efficace per convincere i bambini a introdurre i cibi sani è quella di coinvolgerli tanto nella cucina quanto nella cura e scelta degli alimenti, assaggiando gli alimenti crudi o sperimentando modalità creative di presentare le verdure e la frutta nel piatto, facendosi ispirare anche dalle soluzioni sperimentate dal Food mentor Marco Bianchi con la sua piccola Vivienne.

 Gli ultimi dubbi, infine, riguardano la condivisione del pasto. È corretto sforzarsi di portare in tavola gli stessi piatti e ingredienti per tutta la famiglia anche se un figlio non mangia, per esempio, gli spinaci e un altro, invece, eviterebbe volentieri il pesce? La risposta degli esperti è univoca: mangiare insieme ai figli fa bene alla salute e alla socialità.

La salute e la prevenzione sono, infatti, una vera e propria questione di famiglia. Un concetto molto caro a UniSalute, che propone una doppia polizza denominata proprio UniSalute Famiglia che propone, tra gli altri servizi, un piano di miglioramento dell’alimentazione e dello stile di vita sia per adulti che per bambini, grazie al programma assicurativo dedicato in maniera specifica ai più piccoli di età compresa tra i 4 e i 17 anni. Una soluzione che consente, inoltre, di poter contare sempre su un team di specialisti a cui porre tutte le domande più spinose a proposito della salute e dell’alimentazione dei propri bambini. Se ne avete altre, scrivetecele nei commenti!

 

 

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