Funghi: quali sono le loro proprietà?
Prima di capire se è possibile consumare i funghi in allattamento, conosciamo meglio questo alimento e le sue proprietà. Innanzitutto, è bene sapere che i funghi sono degli organismi molto particolari, perché non appartengono né al regno vegetale né al regno animale. Fanno parte infatti di un regno a sé stante, il regno dei funghi, che comprende anche muffe e lieviti. In particolare, si differenziano dalle piante perché non possiedono clorofilla e, non attuando la fotosintesi, si nutrono di sostanze già elaborate da altri esseri viventi.
Crescono dappertutto, anche se il loro habitat ideale è il bosco, e ne esistono moltissime varietà, non tutte commestibili.
Tenendo conto che il quantitativo dei nutrienti cambierà a seconda della specie, i funghi tendono a essere poveri di grassi e calorie. Tra i macronutrienti troviamo carboidrati e proteine, ma anche fibre e sostanze antiossidanti. I principali nutrienti che possiedono sono inoltre:
- vitamina A
- vitamine del gruppo B
- vitamina D
- fosforo
- selenio
- potassio
- ferro
I funghi sono pericolosi in allattamento?
Dopo aver visto i principali componenti nutrizionali, passiamo alla domanda centrale dell’articolo: si possono consumare i funghi durante l’allattamento oppure sono sconsigliati? In realtà non ci sono indicazioni che vietano di mangiare i funghi in questo periodo. L’unico problema, secondo gli esperti, può riguardare la possibilità che i funghi alterino il sapore del latte materno. Ci sono dei cibi, infatti, in grado di incidere sul gusto del latte. Tra questi abbiamo aglio, cipolle, asparagi, cavoli e carciofi, per fare degli esempi: alcuni specialisti suggeriscono di evitarli o limitarli, specificando, tuttavia, che i bambini si adattano facilmente a questi sapori. Secondo altri pediatri, invece, non sarebbero da eliminare, perché il fatto che il sapore del latte possa essere condizionato da ciò che mangia la madre è un meccanismo ideato dalla natura per permettere al bambino (che ha già cominciato ad avvertire il sapore di questi cibi durante la gravidanza, grazie al il liquido amniotico) di abituarsi alla cucina di casa attraverso il latte materno.
Tornando ai funghi, dunque, non si parla di un pericolo legato al consumo di questo alimento in allattamento, purché ciò avvenga in modo sicuro, seguendo alcune importanti accortezze che vedremo fra poco. In caso di dubbi, in ogni caso, è sempre bene consultare il proprio medico o il pediatra.
Per quanto riguarda il consumo di questi alimenti in gravidanza, invece, il sito Alimenti & Gravidanza, curato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, cita il rischio di contrarre il batterio Listeria monocytogenes mangiando funghi freschi, un agente patogeno che può causare la listeriosi, patologia in grado di causare gravi conseguenze sul feto.
Quali sono le precauzioni da adottare con i funghi?
Come anticipato, ci sono delle precauzioni che vanno sempre adottate prima di acquistare e consumare funghi, soprattutto a fronte del fatto che non tutti sono commestibili. Per prima cosa, i funghi vanno acquistati presso fonti garantite e certificate, evitando di comprarli da persone non autorizzate o di raccoglierli personalmente, se non si hanno delle profonde conoscenze in materia. In particolare, come spiega l’opuscolo del Ministero della Salute:
- mai mangiare i funghi che non sono stati controllati da un micologo professionista;
- non consumare funghi raccolti lungo le strade e nei centri industriali e coltivati, per il pericolo di pesticidi;
- mangiarli solo se in un perfetto stato di conservazione e ben cotti, in quanto da crudi tendono a essere scarsamente digeribili;
- sbollentarli prima del congelamento e consumarli entro sei mesi;
- mangiarli in quantità moderate;
- ricordare che nei funghi sottolio si può sviluppare la tossina botulinica.
Ci sono dei cibi da evitare durante l’allattamento?
Questo argomento apre la strada a un altro quesito: ci sono degli alimenti sconsigliati nel periodo dell’allattamento? In generale, il suggerimento è quello di seguire il regime alimentare abituale, purché si tratti di una dieta varia e bilanciata, ricca di proteine, frutta e verdura. Alcuni esperti sostengono che è preferibile non assumere cibi piccanti, come pepe, peperoncino, curry e noce moscata, e alimenti potenzialmente allergizzanti, ad esempio, crostacei, frutta secca, molluschi, fragole, selvaggina e formaggi fermentati. Secondo altri specialisti, invece, le madri che hanno una storia familiare di allergie, assumendo l’alimento “incriminato”, permetterebbero al neonato di sviluppare una tolleranza verso di esso e di ridurre la gravità di un’eventuale allergia.
Tutti sono concordi sull’importanza di evitare gli alcolici (a questo proposito, non è vero che la birra favorisce la produzione di latte) e di consumare moderatamente caffeina, preferendo prodotti decaffeinati o deteinati,
Un mito da sfatare è quello delle coliche che colpiscono i neonati, come spiega il sito della Fondazione Veronesi (le cosiddette “coliche gassose”): come indicazione generale, attualmente non ci sono solide evidenze scientifiche per raccomandare dei cambiamenti nella dieta della madre al fine di prevenire questo disturbo nel piccolo.
Durante i primi mesi di vita del bambino, ma anche durante la sua crescita, sono tante le domande che possono sorgere nei genitori, ed è importante che essi ricevano delle risposte rapide ed esaustive per fugare ogni dubbio. Proprio per venire incontro a queste esigenze, UniSalute ha messo a disposizione la polizza Protezione Famiglia Ragazzi che, tra i suoi servizi, include anche “Il pediatra risponde”: in questo modo è possibile chiedere ai pediatri UniSalute informazioni sulla salute di vostro figlio e ottenere un immediato chiarimento.
Fonti:
ospedaleniguarda.it
fondazioneveronesi.it
uppa.it
salute.gov.it
humanitas.it
hsph.harvard.edu
alimentigravidanza.it
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