Dieta e diabete: i cibi da preferire e gli alimenti da evitare

La dieta rappresenta la prima terapia per i pazienti con diabete, la cui insorgenza è fortemente associata a stili di vita scorretti e a condizioni, come l’obesità, che aumentano i fattori di rischio. In questo senso mangiare in modo sano è essenziale per la gestione e il trattamento di questa patologia, perché favorisce sia la riduzione del peso che il controllo dei valori della glicemia. In questo articolo approfondiremo l’importanza dell’alimentazione nella cura del diabete e daremo indicazioni utili per comporre una dieta equilibrata, illustrando quali sono i cibi da prediligere e quelli da evitare o consumare con moderazione.

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Perché la dieta è importante nella gestione e nel trattamento del diabete

L’alimentazione gioca un ruolo centrale nel trattamento del diabete, una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) dovuti a una ridotta produzione di insulina – l’ormone responsabile del metabolismo degli zuccheri – da parte dell’organismo o a un suo non corretto funzionamento (in questo caso si parla di insulino-resistenza). Si tratta di una problematica dall’impatto significativo sulla qualità e sull’aspettativa di vita di chi ne soffre, soprattutto per le numerose complicanze micro e macrovascolari che può determinare: tra le più comuni ci sono la retinopatia diabetica, tra le principali cause di cecità fra gli adulti, la nefropatia diabetica, che può portare a insufficienza renale, le malattie cerebro e cardiovascolari, più frequenti in chi ha il diabete rispetto a chi non ne è affetto. Purtroppo la diffusione di questa patologia è in continuo aumento, sia in Italia che nel mondo. Come si legge nella relazione al Parlamento 2022 sullo stato delle conoscenze e delle nuove acquisizioni in tema di diabete a cura del Ministero della Salute, l’International Diabetes Federation (IDF) ha calcolato che a livello globale, nel 2021, oltre 500 milioni di adulti di età compresa tra i 20 e i 79 anni – circa uno su 10 – fossero diabetici e che più di un milione di bambini e adolescenti soffrissero di diabete di tipo 1, una malattia autoimmune che – a differenza del diabete di tipo 2 – colpisce i più giovani. In Italia, dai dati ISTAT emerge che nel 2021 oltre 3 milioni e mezzo di persone soffrissero di diabete, ovvero il 6,3% della popolazione, con picchi del 21% negli anziani di età pari o superiore a 75 anni.

In questo quadro l’alimentazione riveste un’importanza cruciale sia per il controllo del diabete che per la prevenzione delle sue complicanze e rappresenta la principale forma di terapia insieme ai trattamenti ipoglicemizzanti con i farmaci o con l’insulina, all’esercizio fisico regolare e al monitoraggio glicemico. Come sottolinea la Società Italiana di Diabetologia (SID), infatti, per i diabetici una dieta equilibrata dal punto di vista della fornitura sia di calorie che di nutrienti permette di raggiungere tre obiettivi essenziali:

  • tenere sotto controllo i valori della glicemia;
  • moderare l’apporto di grassi per contrastare la dislipidemia, una condizione caratterizzata da elevati livelli di colesterolo e/o trigliceridi che spesso si associa al diabete di tipo 2 e che aumenta il rischio cardiovascolare;
  • prevenire e combattere l’eccesso di peso corporeo attraverso un adeguato apporto calorico, utile per migliorare il quadro metabolico, mantenere un buon compenso glicemico e proteggere la salute del cuore.

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Dieta e diabete: i cibi consigliati

La dieta, dunque, è un’alleata preziosa per convivere serenamente con il diabete e proteggersi dai suoi esiti più gravi e deve essere varia, completa e calibrata sulle esigenze e sul quadro clinico del paziente. Oltre a bilanciare correttamente la fornitura energetica quotidiana, specie in presenza di sovrappeso e obesità, è importante che l’alimentazione dei diabetici prediliga gli alimenti che aiutano a tenere sotto controllo i valori della glicemia, dosando con parsimonia quelli che possono farla innalzare. Approfondiamo, allora, i cibi consigliati in una dieta per il diabete.

I carboidrati complessi, un’indispensabile fonte di energia

Gli zuccheri, o carboidrati, sono una fonte di energia indispensabile per il nostro organismo e, in quanto tali, sono il cardine di una dieta equilibrata, anche per il paziente diabetico: la convinzione che chi ha il diabete debba eliminarli dalla propria alimentazione è totalmente infondata, anche perché l’esclusione totale degli zuccheri potrebbe comportare gravi alterazioni a livello metabolico. È però importante prediligere gli zuccheri complessi, come quelli presenti in pane, pasta, riso, patate, legumi, che devono rappresentare il 45-60% del totale delle calorie quotidiane, e limitare gli zuccheri semplici, come quelli contenuti nei dolci, che non devono superare il 5-10% dell’apporto calorico della giornata. I carboidrati complessi, infatti, vengono assorbiti lentamente e non determinano un improvviso aumento dei valori della glicemia, a differenza di quelli semplici, che vengono assimilati velocemente provocando un brusco rialzo dei livelli di glucosio nel sangue.

La composizione della dieta di chi ha il diabete, dunque, è sostanzialmente analoga a quella di chi non ne soffre: accanto a un 45-60% di carboidrati, deve prevedere un 10-15% di proteine e un 25-30% di grassi. A fare la differenza sono la qualità e la quantità dei cibi, specie di quelli contenenti zuccheri, e la loro combinazione, che devono essere attentamente ponderate ai fini del controllo della glicemia e del peso, obiettivo cruciale in chi ha questa patologia.

Alimentazione e diabete, attenzione all’indice glicemico

Per ridurre il rischio di picchi glicemici dopo i pasti è essenziale prestare attenzione all’indice glicemico (IG) degli alimenti, che indica l’incremento dei valori della glicemia che si verifica dopo l’assunzione di cibi ricchi di carboidrati: più elevato è l’indice glicemico di un alimento, maggiore sarà il suo impatto sui livelli di glucosio nel sangue.

L’IG varia da un cibo all’altro e dipende da molti fattori, come il contenuto di grassi, proteine e fibre. Il riso, per esempio, ha un IG più elevato rispetto alla pasta, perché – nonostante il loro apporto di carboidrati sia piuttosto simile – l’amido dei chicchi viene assimilato più rapidamente dall’organismo. I cereali integrali hanno un IG più basso in confronto a quelli raffinati perché, come vedremo meglio tra poco, le fibre riducono la velocità di assorbimento del glucosio. Anche la cottura influenza l’indice glicemico: la pasta al dente, per esempio, ha un IG inferiore rispetto a quella che è stata cotta più a lungo.

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All’interno di una dieta equilibrata per le persone con diabete, è consigliabile privilegiare le fonti di carboidrati a basso IG, limitando quelle ad alto IG e adottando una serie di accorgimenti per contenere il più possibile il loro impatto sulla glicemia. Mangiare le verdure prima del pasto, specie se a base di pasta o riso, è un’ottima abitudine per rallentare l’assorbimento degli zuccheri grazie alla ricchezza di fibre degli ortaggi. Anche far raffreddare le patate prima di consumarle dopo averle lessate è un espediente utile per ridurre il loro indice glicemico, altrimenti molto elevato, perché fa sì che una parte degli amidi di cui sono ricche si trasformi in amido resistente, non digeribile dall’intestino: questo processo, detto “retrogradazione degli amidi”, rallenta l’assorbimento del glucosio, evitando che entri in circolo troppo velocemente e che possa causare picchi glicemici.

Oltre all’indice glicemico degli alimenti, è importante considerare anche il carico glicemico, che tiene conto non solo dell’IG dei carboidrati assunti ma anche della loro quantità: se consumati in abbondanza, infatti, anche cibi a IG medio-basso possono far aumentare in modo significativo la glicemia.

Il ruolo delle fibre nel controllo della glicemia e del peso

L’alimentazione per il diabete deve prevedere un’adeguata assunzione di fibre, che come abbiamo accennato contribuiscono a ridurre la velocità di assorbimento degli zuccheri da parte dell’organismo, rivestendo un’importanza cruciale nel controllo della glicemia. In questo senso risultano particolarmente utili le fibre solubili, come l’inulina, che sono presenti in quantità significative in mele, pere, agrumi, carciofi, cicoria, aglio e cipolla. In generale, comunque, frutta, verdura e legumi sono tutti ottime fonti di fibre che le persone diabetiche dovrebbero inserire nella propria dieta, anche perché favoriscono la sazietà e hanno un basso apporto calorico, quindi risultano valide alleate per mantenere il peso nella norma. Anche consumare regolarmente cereali integrali è un’ottima strategia per assicurarsi un adeguato apporto di fibre.

Dieta per diabetici: gli alimenti da evitare o limitare

All’interno della dieta per il diabete ci sono alcuni cibi che è consigliabile mangiare con moderazione perché possono causare un rapido innalzamento della glicemia e favorire l’aumento di peso.

La principale precauzione riguarda gli alimenti ricchi di zuccheri semplici, come dolci, marmellate e miele, che non devono essere completamente esclusi, ma vanno consumati occasionalmente e in piccole quantità: è preferibile mangiarli a colazione, in modo che l’organismo abbia il tempo di utilizzarli come combustibile nell’arco della giornata, oppure dopo pranzo, al posto della frutta, per far sì che l’aumento della glicemia da loro indotto venga modulato dall’assorbimento degli altri nutrienti. Meglio, invece, evitarli lontano dai pasti oppure tardi dopo cena.

Un accorgimento analogo deve essere adottato nei confronti della frutta molto zuccherina, come uva, fichi, cachi, banane mature, che è consigliabile mangiare senza eccessi, preferibilmente a fine pasto piuttosto che come spuntino, per favorire un migliore controllo della glicemia.

Sul fronte delle bevande, è bene limitare sia quelle ricche di zuccheri, come i succhi di frutta, sia gli alcolici, che oltre a far innalzare la glicemia con il loro contenuto di carboidrati forniscono calorie cosiddette “vuote”, perché inutili a fini nutrizionali ma dalle potenziali conseguenze sul peso.

Nell’ottica di contrastare obesità e sovrappeso, all’interno di una dieta per il diabete è importante anche non eccedere con l’apporto di grassi, in particolare di quelli saturi, presenti soprattutto nei cibi e nei condimenti di origine animale (carne, formaggi, burro, margarina): è consigliabile prediligere i grassi monoinsaturi e polinsaturi, più salutari, come gli omega 3 contenuti nel pesce e l’acido oleico dell’olio extravergine di oliva.

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Le buone abitudini per la corretta gestione del diabete a tavola

Oltre a puntare su alimenti in grado di favorire un migliore controllo della glicemia e del peso, nella composizione di una dieta equilibrata per il diabete è importante anche adottare alcune buone abitudini a tavola.

Non saltare i pasti e mangiare a orari regolari sono due accorgimenti utili per evitare le crisi ipoglicemiche. È essenziale anche non fare pranzi e cene troppo abbondanti e, eventualmente, prevedere degli spuntini a metà mattina e a metà pomeriggio per non arrivare troppo affamati ai pasti principali: queste accortezze aiutano a rispettare le porzioni, a non eccedere con calorie e grassi e a controllare meglio il peso.

La dieta mediterranea, grazie alla sua ricchezza di frutta, verdura, cereali e legumi ad alto contenuto di fibre e al basso contenuto di grassi animali, è un regime alimentare che si è mostrato molto efficace nel migliorare la gestione del diabete e nel prevenire le sue complicanze, in particolare le malattie cardiovascolari. È comunque importante che la persona diabetica si affidi a uno specialista della nutrizione per l’elaborazione di un piano alimentare su misura, da seguire scrupolosamente e con regolarità. Il diabete è una malattia severa e potenzialmente grave, che può essere tenuta sotto controllo grazie all’impegno attivo del paziente nell’adozione di corretti stili di vita, a cominciare dall’alimentazione, e nel rispetto delle terapie prescritte, naturalmente con il supporto costante di un’équipe multidisciplinare composta non solo dal diabetologo, ma anche dal cardiologo, dall’oculista, dal nefrologo e dal dietologo.

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FONTI:

siditalia.it
grupposandonato.it
humanitas.it
salute.gov.it
smartfood.ieo.it
pubmed.ncbi.nlm.nih.gov


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