La retinopatia diabetica è una condizione degenerativa che colpisce la retina e si manifesta in persone che soffrono di diabete di tipo 1 e di tipo 2. Purtroppo, è la causa principale di cecità nell’età adulta, e i primi sintomi che compaiono sono in genere visione offuscata e macchie scure davanti agli occhi. In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa comporta, perché è importante prevenirne l’insorgenza, come farlo, e quali sono le terapie consigliate. Prima di passare ad approfondire questi aspetti, però, soffermiamoci sulle retinopatie in generale, per capirne meglio le dinamiche.
Com’è fatta la retina e a cosa serve
La retina riveste la superficie interna dell’occhio ed è costituita da un tessuto nervoso fotosensibile, le cui cellule sono disposte su più strati. Presenta due aree distinte: in quella centrale, chiamata macula, avviene la percezione e il riconoscimento dei colori grazie ai coni (particolari cellule), mentre quella media e periferica, in cui si trovano i bastoncelli (un altro tipo di cellule), serve a garantire la visione in condizioni di luce scarsa. È tenuta ferma dal corpo vitreo, che inoltre la protegge.
Il compito della retina è trasformare le immagini in impulsi nervosi, che in un secondo momento sono trasmessi al cervello attraverso il nervo ottico.
Cosa sono le retinopatie
Le patologie che colpiscono la retina si chiamano, appunto, retinopatie: nel nostro Paese, ce ne sono circa 20.000 casi all’anno. Possono avere cause e sviluppi differenti: quando coinvolgono la macula, disturbano la visione centrale, la percezione dei colori e delle linee rette; quando interessano le parti mediane e periferiche, invece, provocano alterazioni in tutto il campo visivo e possono evolvere nella totale cecità.
Alcune delle retinopatie più frequenti sono:
- distacco della retina
- degenerazione maculare
- retinopatia diabetica, associata al diabete
- retinopatia ipertensiva, associata all’ipertensione.
La retinopatia diabetica proliferante e non proliferante
La retinopatia diabetica è una complicanza grave del diabete, e la sua gravità dipende sia dal protrarsi della malattia, che dai livelli di glicemia e di pressione arteriosa. È una condizione in cui i vasi sanguigni retinici si indeboliscono o si occludono e possono sanguinare, dando luogo a emorragie. Ne esistono due tipologie:
- la retinopatia non proliferante (o background) si sviluppa in pazienti diabetici allo stadio iniziale. Si manifesta con microaneurismi ed emorragie, essudazione dai capillari, ischemia maculare ed edema maculare, un ispessimento della retina causato dalla fuoriuscita di liquido;
- la retinopatia proliferante, che subentra in seguito: in questa fase, i vasi sanguigni si occludono e non riescono a ossigenare bene la retina. In alcune zone, quindi, crescono nuovi vasi, poco resistenti, che sanguinano facilmente e portano dapprima a emorragie vitreali, poi alla formazione di tessuto cicatriziale, che può causare infine il distacco della retina.
Sintomi della retinopatia diabetica non proliferante
La retinopatia diabetica non proliferante, in un primo momento, potrebbe non dare alcun sintomo, nonostante la comparsa di:
- microaneurismi capillari
- emorragie retiniche puntiformi o a macchia
- essudati duri (particelle di colore giallo all’interno della retina) e molli (chiamati noduli cotonosi, che sono aree in cui a causa di microinfarti il tessuto retinico si opacizza).
In un secondo tempo, compaiono anche:
- edema maculare
- dilatazione venosa e alterazioni microvascolari intraretiniche.
Sintomi della retinopatia proliferante
La retinopatia proliferante ha sintomi molto più invasivi, dovuto all’emorragia vitreale o al distacco della retina, che comprendono:
- vista offuscata
- corpo mobili o lampi luminosi nel campo visivo
- improvvisa perdita della vista, senza dolore.
Diagnosi della retinopatia diabetica
Per diagnosticare la retinopatia diabetica, il medico oculista esegue prima di tutto un esame del fondo oculare, che permette di osservare e studiare la parte posteriore del bulbo oculare, il corpo vitreo, il nervo ottico e la retina centrale e periferica.
Per avere un quadro completo, inoltre, di solito si utilizzano la fotografia a colori del fondo oculare, la fluorangiografia e la tomografia a coerenza ottica.
La diagnosi precoce della retinopatia è fondamentale, per questo a tutti i pazienti diabetici è consigliato sottoporsi all’esame del fondo oculare una volta all’anno, mentre per le donne in gravidanza è indicato farlo ogni tre mesi.
Quali sono i trattamenti per la retinopatia diabetica?
Per quanto riguarda la vista, ci sono alcuni accorgimento che possono essere utili a chi soffre già di una retinopatia, per esempio la corretta illuminazione dell’ambiente di lavoro, l’uso di tastiere telefoniche con tasti dai caratteri molto grandi, l’ingrandimento dei testi al PC e su altri dispositivi digitali. Il confronto con uno specialista potrà essere di grande aiuto nel trovare le soluzioni migliori a questo problema.
Intervenire sulla retinopatia diabetica, ovviamente, vuol dire intervenire anche sulla malattia che l’ha causata, ovvero il diabete. È quindi sicuramente necessario controllare sia la glicemia che la pressione arteriosa, e trattare questa patologia a livello medico, mentre per quanto riguarda i danni alla retina la scelta di approccio dipende molto dalla gravità della situazione.
Nelle aree ischemiche, dove l’apporto di sangue è minimo, si può usare il laser per ridurre il numero di nuovi vasi e impedire che crescano. Nelle fasi più avanzate, si può ricorrere a iniezioni intravitreali di alcuni farmaci anti-VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor), che bloccano la degenerazione dei tessuti.
Nei casi di distacco della retina, infine, bisogna intervenire chirurgicamente.
Come prevenire la retinopatia diabetica
Come abbiamo visto, la retinopatia diabetica può causare gravi danni alla vista e per questo motivo è molto importante intervenire precocemente per individuarla, ma soprattutto fare il possibile perché non si presenti. Prevenire questa condizione vuol dire, quindi, prevenire il diabete, per prima cosa. È consigliabile, quindi, adottare uno stile di vita sano, non fumare (o smettere di farlo), mangiare in modo equilibrato, evitando gli alcolici, fare movimento e tenere sotto controllo la forma fisica.
Fonti
issalute.it
msdmanuals.com
iapb.it
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