Tuttavia, l’allattamento può essere un prezioso alleato anche per la salute della mamma, come sottolinea anche il Ministero della Salute. Gli esperti ricordano che esso riduce il rischio di sanguinamento dopo il parto, stimola l’utero a tornare alle dimensioni originali, mantiene il corretto equilibrio dei livelli di glucosio nel sangue, riducendo così il rischio di diabete, e agevola il ritorno al peso forma della madre. Esistono alcuni studi, inoltre, che confermano come l’allattamento sia un fattore protettivo per il tumore al seno. Vediamo perché e in quali casi.
L’allattamento protegge dal tumore al seno: il rischio cala del 4,3%
È interessante il rapporto tra allattamento e tumore al seno, la neoplasia in assoluto più diffusa nella popolazione femminile che, secondo AIRTUM – Associazione italiana registri tumori, ha colpito ben 52.800 nel 2018. Sebbene i dati sulla sopravvivenza e sull’efficacia delle terapie siano rassicuranti, è ancora la prima causa di decesso legata a una neoplasia tra le donne e, secondo i dati Istat relativi al 2015, sono circa 12 mila le vittime ogni anno.
Individuare i fattori preventivi del tumore alla mammella, dunque, è un contributo davvero prezioso alla salute della collettività. In quest’ottica, è stato osservato che il rischio di contrarre un tumore al seno, per le donne che allattano, si riduce del 4,3%, per ogni anno di allattamento.
Il caso delle donne con predisposizione genetica
I risultati degli studi sono ancor più incoraggianti quando si isolano i casi di donne con una predisposizione genetica alla malattia. I ricercatori hanno scoperto che nelle pazienti con una mutazione del gene BRCA1, che comporta un maggior rischio di ammalarsi di cancro al seno, l’allattamento comporta un beneficio considerevole. Nello specifico, si stima che la probabilità di sviluppare la malattia si dimezzi. Nelle donne che hanno una semplice familiarità con la patologia, invece, senza una mutazione dimostrata, il rischio cala ben del 59%.
Perché l’allattamento è un fattore protettivo?
È vero, dunque, che l’allattamento protegge dal tumore al seno, ma gli studi evidenziano come ciò avvenga quando la donna, contemporaneamente, segue uno stile di vita salutare. In particolare, è stato evidenziato come una dieta sana, l’astensione dal fumo e dell’alcol siano fattori concomitanti e che, dunque, anch’essi abbiano un’influenza sulla prevenzione.
Un altro fattore che spiega questa correlazione positiva è la riduzione dei cicli mestruali durante l’allattamento. Ciò implica una minore esposizione a fluttuazioni e squilibri ormonali che, di contro, possono rappresentare un fattore di rischio per i tumori femminili.
Infine, è stato osservato come la mammella, durante la gravidanza e poi con l’allattamento, subisca delle trasformazioni che vanno a completare la sua maturazione. Le cellule del seno sono così pienamente sviluppate e, di conseguenza, più resistenti alle mutazioni che possono portare al cancro.
Allattare dopo un cancro è sicuro?
Molte mamme si domandano, infine, se allattare dopo la malattia sia una scelta sicura per la salute del bambino. La risposta unanime degli esperti, secondo quanto riportano AIRC e Fondazione Veronesi, è affermativa, anzi comporta tutti quei benefici psicologici e fisici che valgono in generale, sempre nel caso in cui l’allattamento sia possibile.
L’intervento chirurgico, la chemioterapia o la radioterapia non creano problemi: gli studi effettuati sul latte materno non hanno mai evidenziato residui o conseguenze dei trattamenti. È possibile, rassicurano gli esperti, allattare anche da una mammella che è stata sottoposta a radioterapia così come nutrire il bambino da un solo seno. Ciò che può fare la differenza è la serenità della madre nell’allattamento, che non va mai messa in secondo piano, e il costante confronto con uno specialista che conosca la situazione individuale.
Anche in questo caso, gli studi clinici confermano che l’allattamento è protettivo, mentre è assolutamente sconsigliato in caso di chemioterapia o radioterapia in corso. Ci sono altri casi, soggettivi, in cui il medico curante può suggerire di evitare l’allattamento, ma vengono valutati di volta in volta, confrontandosi con una figura specializzata di riferimento.
Soprattutto quando la situazione è così delicata, il supporto di uno specialista è imprescindibile per poter vivere con serenità una fase importante della vita. Per questa ragione, può essere prezioso un supporto anche offerto dalla sanità integrativa che va ad aggiungersi a quanto proposto dalla sanità pubblica. Stipulare una polizza assicurativa individuale permette di accedere a prezzi agevolati e riducendo i tempi a visite specialistiche e ad equipe di esperti presso alcune strutture convenzionate. Persone competenti a disposizione per poter fugare molti dubbi, anche a proposito dell’allattamento. Sapevate che è un fattore protettivo per il cancro alla mammella?
Fonti:
Airtum
FondazioneVeronesi.it
Airc.it
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