L’obesità è oggi considerata l’epidemia del nuovo millennio, le cui principali vittime sono bambini. Proprio l’anno scorso in questo periodo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme parlando di circa 41 milioni di bambini colpiti e individuando in bevande zuccherate e cibo spazzatura le principali cause dell’obesità infantile. Che ruolo hanno, quindi, merendine, scarsa educazione alimentare, ma anche predisposizione genetica? Approfondiamolo insieme in questo articolo.
Sovrappeso e calcolo Imc
L’obesità è una malattia caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo, con conseguente aumento abnorme di peso, che può generare diversi problemi di salute. A livello internazionale, per individuare questa malattia in pazienti adulti viene utilizzato l’indice di massa corporea (imc), ovvero il rapporto tra peso e statura, calcolato dividendo il peso in kg per il quadrato dell’altezza in metri (IMC = kg/m2).
La questione si complica con bambini e adolescenti perché il rapporto tra massa grassa, peso e altezza cambia fisiologicamente nel tempo e rende più difficile la diagnosi. Tuttavia, i pediatri hanno strumenti e dati di valutazione idonei per questo tipo di misurazioni e sono gli specialisti cui fare riferimento quando si parla di obesità infantile.
I possibili danni dell’obesità infantile
Parlare di emergenza non è esagerato. Secondo i dati 2014 (campione di alunni delle classi terze delle scuole primarie) dell’Osservatorio Okkio alla salute coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità – Cnesps, in Italia:
-
i bambini in sovrappeso sono il 20,9%
-
i bambini obesi sono il 9,8%
-
le prevalenze più alte si registrano nelle Regioni del sud e del centro
Senza considerare che in 2 casi su 3 un bambino in sovrappeso diverrà un adulto obeso, con conseguenze anche per il sistema sanitario, e non si tratta dell’unico rischio. Tra le possibili conseguenze dell’obesità infantile, infatti, troviamo:
-
problemi all’apparato respiratorio
-
accumulo di grasso a livello del fegato (steatosi)
-
patologie osteo-articolari
-
rischio cardio-vascolare
-
incremento dell’insulina, con possibile evoluzione verso un diabete di tipo 2
-
problemi all’apparato gastrointestinale
-
aumento del colesterolo, e/o dei trigliceridi e dell’acido urico
-
disturbi psicologici (legati ad imbarazzo e vergogna, che possano portare all’isolamento).
Ma dove cercare le cause e come intervenire?
Obesità infantile: cause multiple
Le cause dell’obesità infantile sono multifattoriali e spesso interagiscono tra loro. In parte si tratta di un problema sociale, legato a una mancanza di educazione alimentare, ma c’è anche un fattore ambientale, legato agli stili di vita, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto che viviamo in un “ambiente obesogenico”, ovvero che porta le persone a ipernutrirsi (male). Senza dimenticare la componente “ereditaria” che riporta alla storia familiare. Analizziamo più nel dettaglio le diverse cause dell’obesità infantile.
Alimentazione
Se è vero che “siamo ciò che mangiamo (tanto che esistono alimenti “intelligenti” capaci di proteggerci da molte malattie croniche), non stupisce come tra le più diffuse cause dell’obesità infantile ci sia l’alimentazione. Merendine, bevande zuccherate, cibo da fast food e, in generale, una scarsa educazione alimentare dei giovani e delle loro famiglie, sono alla base della diffusione di questa patologia. L’Osservatorio Okkio alla salute nel 2014 ha pubblicato alcuni dati sulle abitudini alimentari italiane rivelando che:
-
l’8% dei bambini salta la prima colazione
-
il 31% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine)
-
il 52% fa una merenda di metà mattina abbondante
-
il 25% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e/o verdura
-
il 41% dei genitori dichiara che i propri figli assumono abitualmente bevande zuccherate e/o gassate.
Sedentarietà
Un altro fattore di rischio importante, tra le cause dell’obesità infantile, è l’assenza di attività fisica a favore di una vita sedentaria. Anche per questa componente i dati parlano chiaro: molti bambini italiani (e non solo) non praticano sport o dedicano all’attività motoria solo 1 ora alla settimana. Inoltre, passano molte ore davanti ai videogiochi e alla televisione (anche durante i pasti) e si muovono pochissimo a piedi o in bicicletta. Invece, lo sport è importante ad ogni età e fondamentale nei bambini, non solo per non ingrassare, ma anche per mantenere in equilibrio il rapporto tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo).
Familiarità
Se fattori ambientali e stili di vita sono tra le principali cause dell’obesità infantile, anche l’aspetto “ereditario” non è da sottovalutare. Significa che un bambino con un genitore obeso (o entrambi i genitori) ha un maggior rischio di incorrere a sua volta nella malattia (circa il 25% dei casi in Italia). Inoltre, da circa dieci anni si comincia a parlare anche di una possibile causa genetica, ovvero di una predisposizione all’obesità, come evidenziato nello studio coordinato dall’italiano Mario Falchi del King’s College di Londra, che ricollega la malattia alla carenza della amilasi salivare, un gene presente nella saliva necessario per metabolizzare gli amidi.
Analizzate da vicino le cause dell’obesità infantile, capiamo perché la prevenzione ha un ruolo importantissimo.
Obesità infantile e prevenzione
Se in Europa circa il 4% dei bambini è obeso (e oltre il 30% è in sovrappeso), la prevenzione rappresenta l’approccio più efficace per contrastare il problema, insieme alla promozione di sani stili di vita, coinvolgendo bambini, famiglie e insegnanti.
A tal proposito, l’Istituto Scotti Bersani per la Ricerca e l’Informazione Scientifica e Nutrizionale di Milano, in collaborazione con la Società Italiana di Pediatria, ha fornito alcuni importanti consigli rivolti, in particolar modo ai genitori:
Sane abitudini alimentari per tutta la famiglia
-
consumare la prima colazione
-
consumare il maggior numero di pasti possibile in famiglia
-
utilizzare piatti di piccole dimensioni e porzioni moderate
-
condividere le scelte alimentari con i figli
-
evitare di utilizzare il cibo come premio o castigo
-
evitare la proibizione di alcuni alimenti
-
evitare l’uso di bevande dolcificate al posto dell’acqua ed ai pasti
-
evitare l’uso dei succhi di frutta come sostituti della frutta
-
incrementare l’uso di frutta, verdura, ortaggi e legumi nell’alimentazione abituale della famiglia (si consiglia di assumere 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura e 3-4 volte alla settimana i legumi).
Controllare l’uso della TV da parte dei figli
-
spegnere la TV durante i pasti
-
non permettere la TV nella stanza da letto dei bambini
-
limitare il tempo di TV a non più di due ore al giorno
-
spiegare ai bambini il vero scopo degli spot pubblicitari (di merendine e altri alimenti per bambini)
Incrementare le possibilità di praticare attività fisica per tutta la famiglia ogni giorno
-
limitare l’uso del computer e dei videogame
-
incrementare l’abitudine a camminare insieme per raggiungere scuola, palestra, ecc. invece di utilizzare l’auto
-
permettere la pratica di attività sportive piacevoli e gradite ai figli, compatibilmente con le risorse economiche familiari.
Come abbiamo visto, tra le cause dell’obesità infantile più diffuse ci sono, prevalentemente, cattive abitudini familiari e sedentarietà. Si tratta di fattori su cui è possibile intervenire lavorando sull’educazione alimentare e sull’importanza della salute, in un patto educativo che deve coinvolgere medici, famiglie e scuola. La polizza Protezione Famiglia Ragazzi, per esempio, consente, a partire da un questionario, di strutturare un programma personalizzato, supportato dai medici convenzionati, che vada ad agire proprio sulla dieta e sull’attività motoria, investendo così sulla prevenzione di sovrappeso e obesità.
Voi cosa ne pensate?
Nessun commento