Conseguenze ortopediche dell’obesità infantile a carico dei diversi distretti anatomici
Il carico eccessivo al quale articolazioni e ossa, in un soggetto in sovrappeso, sono sottoposte, comporta spesso alcune complicazioni a livello ortopedico.
“L’obesità è una sindrome, non una semplice malattia – spiega infatti l’intervistato -, perché interessa diversi organi, quindi anche l’intero sistema muscolo-scheletrico risulta coinvolto. I genitori – spiega il dottor Marchesini – spesso sottovalutano le problematiche che il bambino obeso può sviluppare, magari perché non si lamenta o non ha ancora manifestato i sintomi, ma le conseguenze di questa “disattenzione” sono numerose e possono richiedere un intervento chirurgico”.
Ma quali sono le patologie associate all’obesità pediatrica? Ecco le principali, divise per distretti anatomici.
Patologie a carico dell’anca
Nei bambini in sovrappeso e obesi, uno dei rischi maggiori a carico dell’articolazione dell’anca è l’epifisiolisi, una lesione osseo-cartilaginea dovuta allo scivolamento della testa femorale rispetto al collo, che va trattata chirurgicamente. “Il bambino in questo caso manifesta difficoltà nella deambulazione, zoppia, dolore alla coscia e all’inguine – spiega il dottor Marchesini -, sintomi chespesso, purtroppo, vengono trascurati, con il rischio che il problema peggiori e che anche l’articolazione dell’altra gamba subisca dei danni”.
Patologie a carico del ginocchio
- Tibia vara (detta anche morbo di Blount): è un “ritardo di crescita della porzione mediale della cartilagine tibiale – spiega l’ortopedico – che comporta la deformità in varismo della gamba in progressivo peggioramento”. Le gambe risultano arcuate e spesso di lunghezza diversa, e se non trattata questa patologia può portare a grave deformità, oltre a risultare molto dolorosa. “I fattori di rischio sono diversi (meccanici, endocrini, componente genetica), – spiega Marchesini, – ma l’obesità è presente in oltre 50% dei casi. Si manifesta dai 2 anni in poi e anche in questo caso il trattamento è sempre chirurgico”.
- Ginocchio valgo: questo disturbo è comunemente chiamato “ginocchia a X”, perché comporta la deformazione del ginocchio verso l’esterno, con uno spostamento dell’asse di femore e tibia. Le ginocchia si avvicinano l’una all’altra, causando rigidità e rigonfiamento dell’articolazione. “Il ginocchio valgo si riscontra in molti bambini durante l’infanzia ma, se dopo gli 8 anni questa situazione persiste, diventa patologica, e l’obesità è un fattore di rischio importante, perché il peso in eccesso sovraccarica l’articolazione. Anche in questo caso è importante intervenire al più presto, perché il ginocchio valgo grave porta precocemente all’artrosi giovanile”.
Patologie a carico del piede
L’obesità infantile espone il bambino a un maggiore rischio di insorgenza del piede piatto, “una riduzione della volta plantare con deformità in valgo del retropiede. Anche in questo caso sono chiamati in causa vari fattori: meccanici, componente genetica e tutti i lavori sull’incidenza del piede piatto nella popolazione pediatrica mostrano una correlazione significativa con l’obesità, con un aumento dal 48% al 75%. L’età più critica – spiega l’ortopedico – è quella sopra i 7/8 anni”.
Fratture ossee nei bambini obesi o in sovrappeso
“L’obesità in età pediatrica – spiega l’ortopedico – è un importante fattore di rischio di frattura, perché causa delle alterazioni morfostrutturali: la struttura ossea dei bambini in sovrappeso è più debole di quella dei bambini normopeso. Inoltre i bambini obesi hanno maggiore difficoltà di equilibrio e coordinazione”. Il trattamento della frattura può essere di tipo conservativo (l’arto viene immobilizzato con un gesso), oppure chirurgico, e può avvenire con strumenti e mezzi di sintesi specifici per i pazienti pediatrici obesi.
Sport e obesità infantile
L’obesità infantile è spesso dovuta a una serie di abitudini sbagliate apprese in famiglia, come una scarsa educazione alimentare o l’eccessiva sedentarietà. Lo sport è fondamentale e lo è ancor più in questi casi, perché permette di perdere il peso in eccesso. “Un bambino obeso può praticare qualsiasi sport – spiega il dottor Marchesini, – a meno che non abbia già dolore per una patologia articolare specifica. Consiglio di sceglierne uno che piaccia al bambino e se possibile di farne provare diversi fin da piccoli, proprio per rompere la monotonia, ma anche per evitare gesti ripetuti, quindi potenzialmente nocivi perché sovraccaricano sempre le stesse articolazioni. Il bambino, inoltre, praticherà con più costanza un’attività che lo coinvolge.
Per chi ha una limitazione deambulatoria o dolore articolare – continua l’intervistato – sport come il nuoto o la bici sovraccaricano sicuramente meno le articolazioni. Il nuoto, inoltre, dà una buona coordinazione motoria e la bici aiuta a sviluppare un equilibrio spaziale. Qualsiasi tipo di sport, infine, andrebbe praticato 2 volte alla settimana, perché sortisca degli effetti, e abbinato ad una corretta alimentazione”.
Visita ortopedica pediatrica, a che età farla?
Sebbene a volte sia difficile per i genitori individuare i primi sintomi di un problema ortopedico, ci sono due campanelli d’allarme da non sottovalutare: la zoppia e il dolore. In questi casi è necessario rivolgersi a uno specialista, ma normalmente “è comunque consigliata una visita ortopedica pediatrica verso i 3 anni (per valutare piedi e ginocchia) e verso i 9-10 anni (prima dello sviluppo, per valutare la schiena)”, afferma l’intervistato. “Inoltre lo stesso pediatra dovrebbe sapere indirizzare anche i genitori per un percorso di cura dell’obesità”.
Tenere sotto controllo la salute del bambino è di fondamentale importanza per evitare conseguenze anche gravi per la sua salute, che possono pregiudicare la qualità della vita futura e il suo benessere. Educare i figli a un corretto stile di vita significa anche conoscere il valore della prevenzione: la polizza Protezione Famiglia Ragazzi di UniSalute, per esempio, è un piano specifico per le esigenze di bambini e ragazzi.
Altre fonti:
eufic.org/it
salute.gov
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