Mal di montagna: tutto ciò che c’è da sapere per trattarlo e prevenirlo

Quando arriva il momento di organizzare le vacanze estive, ci si pone spesso la fatidica domanda “mare o montagna”. Se è vero che le mete marittime sono spesso quelle che vanno per la maggiore durante i mesi più caldi, l’alta montagna esercita comunque un fascino irresistibile e spinge gli avventurosi a esplorare vette sempre più elevate con escursioni estreme o anche solo attraverso il più accessibile trekking montano. Tuttavia, allo stesso modo in cui il mare può portare con sé alcune problematiche come il mal di mare, con la bellezza mozzafiato dei paesaggi d’alta quota arrivano anche sfide uniche per il nostro corpo. 

Una di queste è il mal di montagna, anche noto come malattia da altitudine, una condizione che può colpire chiunque si avventuri rapidamente a grandi altitudini. Nei prossimi paragrafi approfondiremo questa condizione e cercheremo di capire insieme come trattarlo e prevenirlo. 

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Cos’è il mal di montagna? 

Questo problema è una risposta fisiologica del corpo all’esposizione a bassi livelli di ossigeno in ambienti montani elevati, e si manifesta appunto quando l’organismo non riesce ad assimilare una quantità sufficiente di ossigeno

Questa condizione può influenzare chiunque, indipendentemente dall’età, dal sesso o dal livello di forma fisica, e si presenta quando si effettua un rapido passaggio da una quota bassa a un’altitudine superiore ai 2.400 m. Gli effetti possono variare da lievi a gravi, e i sintomi includono solitamente mal di testa, mancanza di appetito, vertigini e difficoltà nel sonno. 

Se non riconosciuto e gestito in modo rapido ed efficiente, il mal di montagna può evolvere in condizioni più gravi, come l’edema polmonare o cerebrale da alta quota, entrambi potenzialmente letali. La sua imprevedibilità la rende una condizione che può colpire sia escursionisti inesperti che alpinisti navigati, ecco perché è fondamentale la comprensione e la prevenzione di questo problema, specialmente se si hanno in previsione viaggi o escursioni in zone montuose.

Le cause della malattia da altitudine

Con l’aumentare dell’altitudine, la pressione atmosferica diminuisce e, di conseguenza, la quantità di ossigeno disponibile nell’aria si riduce. Il corpo, abituato a un certo livello di ossigeno ad altitudini inferiori, si trova quindi improvvisamente in difficoltà a quote elevate. 

Questo squilibrio porta l’organismo a lavorare più duramente per ottenere l’ossigeno di cui ha bisogno, accelerando il ritmo respiratorio e causando i sintomi a cui abbiamo accennato. Con le giuste tempistiche il nostro corpo dà il via a un processo di adattamento progressivo, ma se l’ascesa è troppo rapida, questo adeguamento potrebbe non avvenire in tempi sufficientemente rapidi per prevenire l’insorgere del malessere.

Come si riconosce il mal di montagna 

Quando si incorre in un caso di malattia d’altitudine, i sintomi si manifestano non appena si arriva in una località montana da una quota inferiore. I segnali più comuni di questo problema includono:

  • mal di testa persistente, che spesso si intensifica di notte;
  • mancanza di appetito; 
  • nausea e possibile vomito; 
  • forte stanchezza e debolezza; 
  • difficoltà a dormire
  • sensazione di vertigini.

Alcuni paragonano questo malessere a quello che si prova durante un classico post-sbornia o nelle fasi iniziali di un’influenza. Nei casi più gravi, la malattia può influenzare il corretto funzionamento dei polmoni e del cervello, portando a confusione, difficoltà motorie e ulteriori problemi respiratori. 

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Come si diagnostica il mal di montagna

La diagnosi della malattia da altitudine si basa principalmente sui sintomi riportati dal paziente e sulle circostanze in cui si manifestano. Un medico prenderà in considerazione diversi fattori come l’altitudine a cui vi trovate, la rapidità con cui siete saliti verso la meta e i vostri sintomi. L’insorgere dei sintomi sopra citati quando ci si trova in montagna porta solitamente all’esclusione di altre possibili cause, come l’influenza, la disidratazione o i colpi di calore

È fondamentale conoscere e riconoscere i sintomi il prima possibile, poiché una diagnosi tempestiva è importante per prevenire complicazioni gravi.

Come si tratta questo problema

Il miglior trattamento per la malattia da altitudine è scendere a una quota inferiore. Se i sintomi che manifestate sono lievi, potreste essere in grado di rimanere alla quota in cui vi trovate e permettere al corpo di abituarsi

Nel caso in cui si decidesse quindi di rimanere in alta quota, è necessario concedersi del tempo per riposare. È possibile muoversi ed esplorare la zona, ma con la dovuta calma e limitando qualsiasi attività fisica non necessaria. È importante inoltre bere molta acqua ed evitare il consumo di alcolici.

Siccome l’adattamento potrebbe richiedere da 12 ore a 3-4 giorni, è consigliabile non salire di quota finché i sintomi non scompaiono.

Se doveste avere mal di testa, potete valutare, ovviamente consultando prima il vostro medico di fiducia, di assumere un normale farmaco da banco contenente principi attivi come l’ibuprofene o il naprossene. Potete anche ricorrere a medicinali ad hoc per ridurre la nausea o le vertigini, nel caso in cui questi sintomi fossero presenti. 

Se il mal di montagna non è un problema nuovo per voi o se l’escursione in programma fosse particolarmente sfidante, prima della partenza il vostro medico potrebbe prescrivervi l’acetazolamide, utilizzato solitamente per velocizzare l’adattamento del corpo all’alta quota. Anche farmaci come la nifedipina e il desametasone sono consigliati per contrastare il mal di montagna. 

Tuttavia, se i vostri sintomi sono moderati a gravi, peggiorano o il trattamento con farmaci o ossigeno non aiuta, è consigliabile scendere di almeno 450 m, il più velocemente possibile, facendovi assistere da un aiuto d’emergenza del posto o dai vostri compagni di viaggio. 

Siccome i sintomi più gravi comprendono anche le vertigini, la perdita d’equilibrio e il rallentamento dei movimenti, è fondamentale non scendere di quota da soli, ma farsi sempre accompagnare.  

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Prevenzione e acclimatazione in alta quota

L’acclimatazione è il processo attraverso il quale il corpo si adatta gradualmente alle condizioni di bassa concentrazione di ossigeno ad alta quota. Questo può includere un aumento della frequenza respiratoria e una maggiore produzione di globuli rossi. 

Per minimizzare il rischio di mal di montagna, è consigliabile quindi salire lentamente, permettendo al corpo di adattarsi. Per esempio, se si pianifica di raggiungere un’altitudine di 3.000 m, è utile trascorrere alcuni giorni a 2.500 m prima di salire ulteriormente. Questo “periodo di adattamento” può fare una grande differenza nella prevenzione della malattia. 

Inoltre, mantenere una buona idratazione e evitare l’alcol aiuta nel processo di acclimatazione, perché consente all’organismo di essere al massimo delle sue possibilità e in buona salute. 

È importante sottolineare anche l’importanza della preparazione atletica. Una buona condizione fisica può aiutare il corpo a gestire meglio lo stress dell’alta quota e a recuperare più rapidamente. L’allenamento cardiovascolare, che si ottiene attraverso discipline come, per esempio, il cardiofitness, in particolare, migliora la capacità del corpo di utilizzare l’ossigeno in modo efficiente, facilitando l’adattamento all’altitudine. 

L’alta quota è da sempre un luogo di meraviglie, ma anche di sfide. Con la giusta preparazione e consapevolezza, però, è possibile godersi appieno le sue bellezze. Conoscevate già i sintomi del mal di montagna?


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