Dopo aver dato alla luce il suo bambino, la donna attraversa una fase di grandi trasformazioni, sia fisiche che psicologiche, detta puerperio: il corpo si modifica, la quotidianità è completamente rivoluzionata dall’arrivo del bebè e la neomamma deve adattarsi al suo nuovo ruolo di madre. In questo articolo approfondiremo cos’è il puerperio e cosa succede in questo periodo, spiegheremo quali precauzioni adottare per affrontarlo al meglio e illustreremo le possibili complicanze che richiedono l’intervento del medico.
Cos’è il puerperio?
Il puerperio, dal latino “puer” (bambino) e “pario” (partorire), è l’arco di tempo durante il quale, subito dopo il parto, l’apparato genitale e tutto il corpo della donna ritornano alle loro condizioni anatomiche e funzionali pre-gravidanza. Spesso questo termine viene utilizzato come sinonimo di “post-partum”, che tuttavia identifica solo le prime due ore dopo l’espulsione della placenta, l’ultima fase del parto che in termini medici si chiama “secondamento”. Convenzionalmente il puerperio dura 6 settimane, in media circa 40 giorni. Si tratta di un passaggio molto delicato per la neomamma: la sua vita, infatti, cambia radicalmente sotto molteplici aspetti in un momento in cui deve imparare, un giorno dopo l’altro, ad accudire il suo bambino e a comprendere e soddisfare i suoi bisogni.
Cosa succede durante il puerperio
Come durante la gravidanza, quando il corpo della futura mamma si modifica per accogliere e nutrire il feto, anche dopo il parto l’organismo subisce dei veri e propri stravolgimenti, che sono necessari per tornare allo stato pre-gestazione e che per la donna possono essere motivo di disorientamento e preoccupazione. Nella maggior parte dei casi si tratta di cambiamenti fisiologici che non devono allarmare, a volte possono manifestarsi sintomi che è importante non sottovalutare e segnalare al medico. L’essenziale, comunque, è vivere il più possibile con serenità questa fase di assestamento, darsi il tempo per recuperare e chiedere supporto al partner, ai familiari e agli amici ogni volta che se ne sente il bisogno. Essere consapevoli dei cambiamenti che il puerperio comporta è sicuramente di aiuto: vediamo, allora, cosa accade in dettaglio in questo periodo.
Contrazioni dell’utero
Nei primissimi giorni dopo il parto è normale avvertire delle contrazioni, che aiutano l’utero a tornare alle dimensioni pre-gravidanza. Generalmente l’allattamento al seno favorisce questo processo e le fitte da contrazione, i cosiddetti “morsi uterini”, si sentono proprio in corrispondenza della poppata in risposta al rilascio di ossitocina, l’ormone responsabile della contrazione dell’utero e della muscolatura delle ghiandole mammarie che viene stimolato dalla suzione del neonato. Questa reazione fisiologica dell’organismo riporta l’utero alle sue condizioni normali dopo l’aumento di volume e di peso subito durante la gravidanza. Le contrazioni possono durare fino a 6 settimane, ma di solito diventano progressivamente meno frequenti e dolorose.
Lochiazioni vaginali
Come conseguenza delle trasformazioni che interessano l’utero, durante il puerperio si verificano comunemente anche dei sanguinamenti vaginali, detti lochiazioni. Queste perdite sono dovute all’espulsione di frammenti di decidua, la mucosa dell’endometrio che viene eliminata dopo il parto insieme alla placenta, un fenomeno che può verificarsi per circa 3-6 settimane dopo il parto, provocando perdite di sangue. Nei primi giorni le lochiazioni sono di colore rosso, simili al flusso mestruale, possono essere abbondanti e caratterizzate dalla presenza di piccoli coaguli di sangue, poi tendono a diminuire in quantità e ad assumere una colorazione rosata o bruna e una consistenza più liquida. Con il passare dei giorni, il sanguinamento si riduce e le lochiazioni diventano più scarse e di colore chiaro. Il ritorno delle mestruazioni, chiamato capoparto, avviene invece in un arco di tempo compreso tra le 4-5 settimane e gli 8 mesi dopo il parto, a seconda se la mamma allatta oppure no.
Perdite di latte dal seno
Anche piccole perdite di latte dal seno sono comuni durante il puerperio. Nelle donne che allattano, queste fuoriuscite dai capezzoli possono verificarsi tra una poppata e l’altra soprattutto nelle prime settimane di allattamento, quando la produzione di latte non si è ancora regolarizzata. Nello stesso periodo, anche le mamme che non allattano possono notare perdite di questo tipo, che si interrompono spontaneamente appena le ghiandole mammarie smettono di produrre latte. Questo inconveniente può essere gestito facilmente utilizzando delle coppette assorbilatte.
Congestione mammaria
L’allattamento provoca un aumento della circolazione sanguigna nelle ghiandole mammarie che può far sì che la produzione di latte sia abbondante e lo svuotamento delle mammelle diventi difficile: in questi casi può verificarsi una congestione mammaria, che si manifesta con gonfiore e calore al seno, associati a una sensazione di durezza al tatto e pesantezza. Anche questa condizione è piuttosto diffusa tra le donne che allattano e non deve allarmare: fare poppate più frequenti, applicare impacchi caldo-umidi sul seno e usare reggiseni che sostengano senza stringere sono buone abitudini per rendere la congestione mammaria meno frequente e alleviarne i sintomi. Se, tuttavia, gli episodi tendono a persistere o sono molto dolorosi, è importante parlarne con l’ostetrica o il ginecologo.
Dolore perineale
Nei primi giorni dopo il parto è possibile avvertire fastidio o dolore al perineo se sono presenti punti di sutura dovuti a lacerazioni o a un’episiotomia, un intervento chirurgico che consiste nel praticare un’incisione a livello perineale per favorire il passaggio del feto. Prima delle dimissioni dall’ospedale la donna viene visitata e riceve le indicazioni utili per la gestione della ferita a casa, dall’eventuale ricorso ad antidolorifici ai consigli per l’igiene intima. Dopo 4-6 settimane dal parto, inoltre, viene programmato un nuovo controllo per valutare le sue condizioni. Generalmente, comunque, i sintomi scompaiono in un paio di settimane: in caso contrario, è bene informare il ginecologo.
Piccole perdite urinarie
Per effetto della forte sollecitazione che il perineo subisce durante la gravidanza e il parto, può accadere che durante il puerperio si verifichino piccole perdite di urina, soprattutto dopo uno sforzo, uno starnuto o un colpo di tosse. In genere si tratta di un fenomeno temporaneo, tuttavia, se dovesse persistere, è bene avvisare il proprio ginecologo, che potrà consigliare esercizi per la riabilitazione del pavimento pelvico.
Stitichezza
La stitichezza è un disturbo piuttosto comune nei giorni successivi al parto. Come durante la gestazione, un’alimentazione ricca di fibre e un’idratazione adeguata aiutano a ritrovare la regolarità. In caso contrario, è utile parlarne con il medico.
Sudorazione notturna
Dopo il parto, può capitare di avere una sudorazione più forte, soprattutto durante la notte: si tratta di una conseguenza delle variazioni ormonali che si verificano in questo periodo, caratterizzato da un brusco crollo dei livelli di estrogeni e di progesterone. Una volta che il corpo si è adattato al nuovo assetto, anche questo fastidioso disturbo tende a scomparire.
Puerperio: cosa fare e cosa evitare
Abbiamo esaminato i principali cambiamenti che il corpo femminile subisce nei primi giorni e nelle prime settimane dopo il parto. Vediamo adesso quali sono le buone abitudini e le precauzioni da adottare sia durante il ricovero in ospedale – che in genere, se il decorso è regolare, dura 2-3 giorni e vede la donna assistita dal personale sanitario e, se ne ha bisogno, supportata nell’allattamento – sia dopo il rientro a casa.
- Ripresa delle attività quotidiane: se non ci sono complicazioni, dopo il parto è possibile riprendere subito la maggior parte delle attività, dalla guida ai lavori domestici. Alle donne che hanno avuto un parto cesareo è raccomandata qualche cautela in più: è consigliabile, per esempio, aspettare alcune ore prima di muoversi dopo l’intervento e farlo solo quando il medico conferma che le condizioni cliniche lo consentono. Dopo un parto naturale, invece, ci si può alzare subito dal letto, una buona pratica che riduce le difficoltà a urinare e il rischio di soffrire di stitichezza.
- Igiene: indipendentemente dal tipo di parto, naturale o cesareo, è possibile fare la doccia tutti i giorni, mentre è preferibile evitare il bagno, almeno per le prime settimane. È consigliabile non utilizzare acqua troppo calda o detergenti aggressivi. Particolare attenzione deve essere riservata all’igiene intima quotidiana, soprattutto in presenza di ferite dovute a lacerazioni al perineo o episiotomia: prima delle dimissioni dall’ospedale, il personale sanitario indicherà alla donna le procedure corrette da seguire.
- Sessualità: per la ripresa dei rapporti sessuali dopo il parto è preferibile aspettare la fine del puerperio, effettuando una visita ginecologica di controllo per avere la sicurezza che le lochiazioni siano terminate, le eventuali lacerazioni siano guarite, l’utero abbia ripreso le sue dimensioni normali e non ci siano controindicazioni. Può comunque succedere che il ritorno a una piena intimità dopo il parto possa non essere facile e immediato perché, insieme a fattori di natura fisica, entrano in gioco componenti di tipo psicologico ed emotivo che possono rendere necessario un po’ di tempo in più: è importante concederselo, condividendo in modo sincero e aperto con il partner i propri bisogni.
- Alimentazione: dopo il parto, la dieta deve essere equilibrata, varia e completa, come in gravidanza. Se la mamma allatta, generalmente è consigliabile mantenere l’incremento dell’apporto calorico (di solito pari a 500 calorie al giorno) già previsto nell’ultimo trimestre di gestazione. L’ideale è chiedere consiglio al proprio ginecologo oppure, specie se l’aumento di peso è stato significativo, rivolgersi a uno specialista della nutrizione per un supporto. È fondamentale evitare il fai da te e non seguire regimi alimentari troppo restrittivi per tornare velocemente al proprio peso pre-gravidanza: una dieta ipocalorica drastica, infatti, oltre a poter causare carenze alla mamma potrebbe compromettere la produzione di latte. In genere, tra il peso del bebè e quello della placenta, dopo il parto si perdono naturalmente 6-8 chili. Il ritorno al proprio peso forma avverrà gradualmente nei mesi successivi, grazie a un’alimentazione bilanciata e a una vita attiva.
- Esercizio fisico: in assenza di complicazioni e con l’ok del ginecologo, non ci sono controindicazioni a praticare un’attività fisica moderata, come una camminata, anche a pochi giorni dal parto naturale, mentre dopo un cesareo è consigliabile attendere qualche settimana. Ogni donna, comunque, è diversa, quindi è importante valutare il singolo caso tenendo conto del decorso e del grado di allenamento pre-gravidanza: la raccomandazione è sempre quella di ascoltare i segnali del corpo, oltre ai suggerimenti dello specialista, e di darsi il tempo di recuperare. Come detto, accanto agli esercizi per tornare in forma dopo la gravidanza, può essere indicata una ginnastica specifica per il pavimento pelvico, con le tempistiche che il ginecologo riterrà adeguate.
Le possibili complicanze del puerperio: quando rivolgersi al medico
Come abbiamo visto, la maggior parte delle trasformazioni che la donna vive dopo il parto sono assolutamente naturali e devono essere affrontate con tranquillità. È importante, tuttavia, prestare attenzione agli eventuali disturbi che possono essere la spia di complicanze, segnalando al medico qualsiasi sintomo sospetto.
Quando preoccuparsi durante il puerperio? Ecco i principali campanelli d’allarme da non trascurare:
- febbre superiore a 38 °C, che può essere un segnale di infezione;
- sanguinamento vaginale improvviso, molto abbondante o che persiste o aumenta dopo il parto;
- perdite vaginali maleodoranti;
- dolore, bruciore o difficoltà a urinare;
- dolori addominali intensi che non si riducono con gli analgesici;
- dolore, rossore e gonfiore perineali che dopo il parto non si attenuano ma tendono a peggiorare;
- riapertura di una ferita del perineo precedentemente suturata;
- dolore, arrossamento e gonfiore al seno che peggiorano, possibili segnali di una mastite, ovvero di un’infiammazione della ghiandola mammaria;
- mal di testa persistente, che potrebbe essere la spia di ipertensione arteriosa o preeclampsia, un grave aumento di pressione che può manifestarsi nei primi giorni dopo il parto, oltre che in gravidanza;
- gonfiore e dolore alle gambe o problemi respiratori, che potrebbero essere indice di tromboembolia venosa;
- dolore al petto, che potrebbe segnalare problemi cardiaci;
- ansia, pensieri negativi verso se stessa o il bambino, paura e preoccupazioni che ostacolano la normale vita quotidiana: a differenza del maternity blues – quello stato di malinconia e tristezza che può manifestarsi pochi giorni dopo il parto e tende a scomparire nell’arco di un paio di settimane – questi sintomi, se persistenti, possono essere indicatori di una depressione post-partum e rendono necessari il supporto di uno specialista, oltre alla vicinanza del partner e della rete di amici e familiari della donna.
Per concludere, il puerperio è un periodo di complessi cambiamenti che, se da un lato sono parte integrante del percorso che porta una donna a diventare mamma, dall’altro possono sottoporla a una forte pressione sia fisica che psicologica. Tempo, riposo, ascolto di sé, fiducia e dialogo con i propri cari sono componenti indispensabili in questa fase della vita. Allo stesso modo, è essenziale il sostegno da parte del ginecologo, dell’ostetrica e dell’équipe medica che in ospedale assistono la donna durante il parto e le forniscono le cure e le indicazioni per una piena ripresa. Un alleato importante per salvaguardare la serenità delle future mamme e del loro piccolo è rappresentato da UniSalute Mamma, la polizza sanitaria dedicata alla donna in gravidanza che offre una protezione completa per lei e per il neonato.
FONTI:
salute.gov.it
humanitas-sanpiox.it
nice.org.uk
Immagine in evidenza di Moyo Studio/gettyimages.it
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