Il puerperio è il periodo di circa 6 settimane dopo il parto in cui il corpo della donna torna gradualmente alle condizioni pre-gravidanza. È una fase di cambiamenti fisici (contrazioni uterine, perdite di sangue o di urina, fuoriuscite di latte dal seno, congestione mammaria, stitichezza e sudorazione notturna) ed emotivi, in gran parte fisiologici. È importante prestare attenzione a sintomi che possono indicare complicanze (febbre, perdite maleodoranti, dolori intensi, disturbi urinari o segnali di mastite e depressione post-partum) e segnalarli al medico. Riposo, supporto familiare e indicazioni del personale medico aiutano ad affrontare con più serenità questo periodo.
Dopo aver dato alla luce il suo bambino, la donna attraversa una fase di grandi trasformazioni fisiche e psicologiche detta puerperio. Il suo corpo si modifica, la quotidianità è rivoluzionata dall’arrivo del bebè e deve adattarsi al suo nuovo ruolo di madre. Approfondiamo in dettaglio cosa succede in questo periodo, quali situazioni richiedono l’intervento del medico e quali precauzioni adottare per affrontarlo al meglio.
Cosa si intende per puerperio?
Quanto dura il periodo di puerperio?
Qual è la differenza tra post partum e puerperio?
Cosa succede durante il puerperio?
Come durante la gravidanza – quando il corpo della futura mamma si modifica per accogliere e nutrire il feto – anche dopo il parto l’organismo subisce degli stravolgimenti, necessari per tornare allo stato pre-gestazione. Si tratta di cambiamenti che possono generare disorientamento o preoccupazione, ma che nella maggior parte dei casi sono fisiologici e non devono allarmare. A volte possono manifestarsi sintomi che è importante non sottovalutare e segnalare al medico. L’essenziale, comunque, è vivere il più possibile con serenità questa fase di assestamento, darsi il tempo per recuperare e chiedere supporto al partner, ai familiari e agli amici ogni volta che se ne sente il bisogno.
Essere consapevoli dei processi che caratterizzano questa fase è sicuramente di aiuto: vediamo, allora, più in dettaglio cosa accade.
Contrazioni dell’utero
Nei primissimi giorni dopo il parto è normale avvertire delle contrazioni. In genere l’allattamento al seno favorisce questo processo: le fitte da contrazione, i cosiddetti “morsi uterini”, si sentono proprio durante le poppate quando la suzione del neonato stimola il rilascio di ossitocina, l’ormone responsabile della contrazione dell’utero e della muscolatura delle ghiandole mammarie. Questa reazione fisiologica dell’organismo riporta l’utero alle sue condizioni normali dopo l’aumento di volume e di peso subito durante la gravidanza. Le contrazioni possono durare fino a 6 settimane, ma di solito diventano progressivamente meno frequenti e dolorose.
Lochiazioni vaginali
Come conseguenza delle trasformazioni che interessano l’utero, durante il puerperio si verificano anche dei sanguinamenti vaginali, detti lochiazioni. Queste perdite sono dovute all’espulsione di frammenti di decidua, la mucosa dell’endometrio che viene eliminata insieme alla placenta: un fenomeno che può verificarsi per circa 3-6 settimane dopo il parto. Nei primi giorni le lochiazioni sono di colore rosso, simili al flusso mestruale, possono essere abbondanti e caratterizzate dalla presenza di piccoli coaguli di sangue, poi tendono a diminuire in quantità e ad assumere una colorazione rosata o bruna e una consistenza più liquida. Il ritorno delle mestruazioni, chiamato capoparto, avviene invece in un arco di tempo compreso tra le 4-5 settimane e gli 8 mesi dopo il parto, a seconda che la mamma allatti o meno.
Perdite di latte dal seno
Perdite di latte dal seno sono altrettanto comuni durante il puerperio. Nelle donne che allattano, queste fuoriuscite dai capezzoli possono verificarsi tra una poppata e l’altra soprattutto nelle prime settimane, quando la produzione di latte non si è ancora regolarizzata. Nello stesso periodo, anche le mamme che non allattano possono notare perdite di questo tipo, che si interrompono spontaneamente appena le ghiandole mammarie smettono di produrre latte. Questo inconveniente può essere gestito facilmente utilizzando delle coppette assorbilatte.

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Congestione mammaria
L’allattamento provoca un aumento della circolazione sanguigna nelle ghiandole mammarie che può far sì che la produzione di latte sia abbondante e lo svuotamento delle mammelle diventi difficile. In questi casi può verificarsi una congestione mammaria, che si manifesta con gonfiore e calore al seno, associati a una sensazione di durezza al tatto e pesantezza. Anche questa condizione è piuttosto diffusa tra le donne che allattano e non deve allarmare. Fare poppate più frequenti, applicare impacchi caldo-umidi sul seno e usare reggiseni che sostengano senza stringere sono buone abitudini per rendere questo fenomeno meno frequente e alleviarne i sintomi. Se, tuttavia, gli episodi persistono o sono molto dolorosi, è importante parlarne con l’ostetrica o il ginecologo.
Dolore perineale
Nei primi giorni dopo il parto è possibile avvertire fastidio o dolore al perineo se sono presenti punti di sutura dovuti a lacerazioni o a un’episiotomia, un intervento chirurgico con cui si pratica un’incisione a livello perineale per favorire il passaggio del feto. Prima delle dimissioni dall’ospedale la donna viene visitata e riceve le indicazioni utili per la gestione della ferita a casa, dall’eventuale ricorso ad antidolorifici a consigli per l’igiene intima. Dopo 4-6 settimane dal parto, viene programmato un controllo per valutare le sue condizioni. Generalmente, comunque, i sintomi scompaiono in un paio di settimane: in caso contrario, è bene informare il ginecologo.
Piccole perdite urinarie
Per effetto della sollecitazione che il perineo subisce durante la gravidanza e il parto, può accadere che durante il puerperio si verifichino piccole perdite di urina, soprattutto dopo uno sforzo, uno starnuto o un colpo di tosse. Di solito si tratta di un fenomeno temporaneo. Qualora persista, il ginecologo potrà consigliare esercizi per la riabilitazione del pavimento pelvico.
Stitichezza
La stitichezza è un disturbo piuttosto comune nei giorni successivi al parto. Come durante la gestazione, un’alimentazione ricca di fibre e un’idratazione adeguata aiutano a ritrovare la regolarità. In caso contrario, è utile parlarne con il medico.
Sudorazione notturna
Dopo il parto, può capitare di avere una sudorazione più forte, soprattutto durante la notte, come conseguenza delle variazioni ormonali che si verificano in questo periodo, in particolare del crollo dei livelli di estrogeni e di progesterone. Una volta che il corpo si è adattato al nuovo assetto, anche questo fastidioso disturbo tende a scomparire.
Puerperio: cosa fare e cosa non fare
Vediamo adesso quali buone abitudini e precauzioni adottare sia durante il ricovero ospedaliero sia dopo il rientro a casa.
Ripresa delle attività quotidiane
In assenza di complicazioni, dopo il parto è possibile riprendere subito la maggior parte delle attività. Alle donne che hanno avuto un parto cesareo è raccomandata qualche cautela in più: aspettare alcune ore prima di muoversi e farlo solo dopo il via libera del medico. Dopo un parto naturale, invece, ci si può alzare subito dal letto, una buona pratica che riduce le difficoltà a urinare e il rischio di stitichezza.
Igiene
Indipendentemente dal tipo di parto, è possibile fare la doccia tutti i giorni, mentre è preferibile evitare il bagno, almeno per le prime settimane. È consigliabile non utilizzare acqua troppo calda o detergenti aggressivi. Particolare attenzione deve essere riservata all’igiene intima, soprattutto in presenza di ferite dovute a eventuali lacerazioni al perineo o episiotomia.
Sessualità
Per la ripresa dei rapporti sessuali dopo il parto è preferibile aspettare la fine del puerperio e rimettersi al parere del ginecologo per assicurarsi che le lochiazioni siano terminate, le eventuali lacerazioni siano guarite e l’utero abbia ripreso le sue dimensioni normali. Il ritorno a una piena intimità può richiedere tempo, complice la combinazione di fattori fisici e psicologici. In questi casi, non bisogna temere di condividere con il partner i propri bisogni.
Alimentazione
La dieta dopo il parto deve essere equilibrata, varia e completa. Se la mamma allatta, è consigliabile di solito mantenere l’incremento dell’apporto calorico (di solito pari a 500 calorie al giorno) già previsto nell’ultimo trimestre di gestazione. L’ideale è chiedere consiglio al ginecologo oppure rivolgersi a uno specialista della nutrizione, specie se l’aumento di peso è stato significativo. È fondamentale evitare il fai da te e regimi alimentari troppo restrittivi. Una dieta ipocalorica drastica, infatti, oltre a poter causare carenze potrebbe compromettere la produzione di latte. In genere, tra il peso del bebè e quello della placenta, si perdono 6-8 chili. Il ritorno al peso forma avverrà gradualmente nei mesi successivi.
Esercizio fisico
Con l’ok del ginecologo, è possibile riprendere un’attività fisica moderata, come una camminata: già dopo pochi giorni in caso di parto naturale, oppure dopo alcune settimane in caso di cesareo. Ogni donna, comunque, è diversa, è importante quindi valutare il singolo caso tenendo conto del decorso e del grado di allenamento pre-gravidanza: la raccomandazione è sempre quella di ascoltare i segnali del corpo e i suggerimenti dello specialista, dandosi il tempo di recuperare. Accanto agli esercizi per tornare in forma dopo la gravidanza, come accennato, può essere indicata una ginnastica per il pavimento pelvico.
Complicanze del puerperio: quando rivolgersi al medico
Come si è visto, la maggior parte delle trasformazioni che sopraggiungono dopo il parto sono naturali. È importante, tuttavia, prestare attenzione a eventuali disturbi che possono essere la spia di complicanze, segnalando al medico sintomi sospetti:
- febbre superiore a 38 °C, potenziale segno di infezione
- sanguinamento vaginale improvviso, abbondante oppure che persiste o peggiora
- perdite vaginali maleodoranti
- dolore, bruciore o difficoltà a urinare (disuria)
- dolori addominali resistenti agli analgesici
- dolore, rossore e gonfiore perineali
- riapertura di una ferita del perineo suturata
- dolore, arrossamento e gonfiore al seno, possibili segnali di una mastite (infiammazione della ghiandola mammaria)
- mal di testa persistente, che potrebbe essere la spia di ipertensione arteriosa o preeclampsia, un grave aumento di pressione che può manifestarsi nei primi giorni dopo il parto, oltre che in gravidanza
- gonfiore e dolore alle gambe o problemi respiratori, possibili indici di tromboembolia venosa
- dolore al petto, eventuale sintomo di problemi cardiaci
- ansia, pensieri negativi verso di sé o il bambino e paure: a differenza del maternity blues – quello stato di malinconia e tristezza che può insorgere pochi giorni dopo il parto e tende a scomparire nell’arco di un paio di settimane – questi sintomi, se persistenti, possono segnalare una depressione post-partum e rendono necessari il supporto di uno specialista, oltre alla vicinanza del partner e della rete di amici e familiari.
Tempo, riposo, ascolto di sé e dialogo con i propri cari sono indispensabili per affrontare una fase delicata come il puerperio. Allo stesso modo, è essenziale il sostegno del personale medico. Un aiuto in più per vivere questa fase con maggiore serenità è offerto dalla soluzione My Baby di UniSalute, pensata per tutelare il benessere della neomamma e del suo bambino.
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Le domande più frequenti dei pazienti
Quanto dura il puerperio?
Il puerperio dura circa 6 settimane (40 giorni).
È normale avere dolori o perdite dopo il parto?
Sì, contrazioni uterine, lochiazioni e piccole perdite di latte sono fenomeni fisiologici.
Quando tornano le mestruazioni dopo il parto?
Il ritorno delle mestruazioni può avvenire in un periodo compreso tra 4-5 settimane e 8 mesi dopo la nascita, con tempi che dipendono soprattutto dall’allattamento.
Si può fare attività fisica nelle settimane successive al parto?
Sì, ma sempre dopo aver consultato il ginecologo. In caso di parto naturale, l’attività può riprendere in modo leggero già dopo pochi giorni; dopo un cesareo, è opportuno aspettare alcune settimane.


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