Bambini e ragazzi a tavola: lo studio di Nomisma
Nomisma, in collaborazione con UniSalute, ha recentemente dato avvio a GENZ Monitor, un osservatorio che ha l’obiettivo di studiare abitudini alimentari e motorie dei giovani italiani. I primi dati, presentati a Bologna, sono frutto del coinvolgimento di più di 4.000 bambini e ragazzi tra i 6 e i 19 anni in tutta Italia. Indagare le abitudini alimentari e quelle del tempo libero è urgente perché sono leve fondamentali per preservare la salute e il benessere della popolazione nel presente, ma anche guardando al futuro. I dati, raccolti direttamente dai protagonisti, servono infatti a pianificare le politiche e le azioni di sensibilizzazione necessarie. Per l’analisi, sono stati utilizzati questionari online per i più grandi e altri a immagini per i più piccoli, cercando di conseguenza di eludere l’influenza dei genitori e analizzando direttamente i comportamenti e le percezioni dei giovani.
Generazione Z: dove, quando e cosa mangiano bambini e ragazzi
Il momento della colazione si conferma importante, soprattutto per i bambini della scuola primaria: il 96% dichiara infatti di farla tutti i giorni. La percentuale cala al 76% tra gli studenti delle scuole secondarie: l’ipotesi, secondo Silvia Zucconi, è che ci si alzi in fretta, andando dritti a scuola e saltando questo momento che però è fondamentale per fornire l’energia necessaria all’organismo. Questo è, secondo la ricerca di Nomisma, un primo fattore che differenzia i più piccoli dai più grandi, potenzialmente determinato da due motivazioni: da un lato, c’è un allentamento nel presidio delle corrette abitudini da parte di famiglie ed educatori, dall’altro, invece, nelle nuove generazioni si riscontra una maggiore attenzione, dovuta anche all’efficacia delle campagne di sensibilizzazione su questi temi realizzate negli ultimi anni.
Ma vediamo in maniera più puntuale ed analitica quali sono le abitudini alimentari della generazione Z.
Colazione: per tutti in casa, ma non sempre sana
Il 96% dei bambini e il 92% degli adolescenti fa colazione in casa, segnale positivo secondo l’analisi di Nomisma, che evidenzia come il ricorso al bar o alle macchinette sia molto marginale. Secondo la ricerca di Nomisma tra i bambini della scuola primaria, la colazione trascura il consumo di frutta e cereali integrali, mentre si prediligono latte e yogurt, abbinati a carboidrati come pane con la cioccolata, oppure dolci e biscotti. Meno diffusa l’abitudine a fare colazione con le merendine: sono l’alimento più frequente solo per il 14% dei bambini intervistati. Colpisce, inoltre, come il consumo di latte cali tra scuola primaria e scuola secondaria, mentre resta costante, senza differenze di età, la preferenza per la colazione dolce.
Il pranzo dei più piccoli, invece, vede una divisione equilibrata tra coloro che mangiano a casa e chi, invece, consuma il pasto a scuola usufruendo del servizio di mensa scolastica.
Inoltre, resiste, nelle case, una certa ritualità del cibo, come momento di condivisione e dialogo, tant’è che l’83% dei bambini alla scuola primaria si siede accanto i suoi genitori, elemento che ha conseguenze positive non soltanto dal punto di vista della salute, ma anche da quello psicologico.
Frutta e verdura non conquistano bambini e ragazzi
Le raccomandazioni della comunità scientifica a proposito del consumo di frutta e verdura sono molto chiare e indicano 5 dosi giornaliere, estese a 10 secondo alcuni recenti studi. Una quota quasi utopica, alla luce di quanto rilevato dall’indagine sugli studenti italiani: infatti, una parte rilevante di bambini (14% niente frutta, 32% niente verdura) e di adolescenti (2 su 10) non consuma mai questi alimenti.
La ricerca, tuttavia, evidenzia anche come, sul fronte opposto, il 30% degli studenti delle scuole secondarie mangi frutta tre volte al giorno e il 20% vi abbini anche la verdura. Un segnale positivo che rassicura, secondo i ricercatori, anche a proposito dell’efficacia delle campagne di sensibilizzazione che, lentamente, stanno influenzando le abitudini alimentari.
Metà dei bambini e dei ragazzi consuma bevande gassate tutti i giorni
GENZ Monitor indaga anche la presenza di cibi “sentinella” di uno stile di vita non sano, di cui l’esempio più emblematico è quello delle bibite gassate. Se è vero che il 60% dei ragazzi della scuola secondaria e il 48% dei bambini delle scuole primarie dice di non consumarle mai, la restante metà degli intervistati le beve con un’alta frequenza: in particolare, il 20% dei bambini della scuola primaria ha dichiarato di consumare bevande gassate almeno tre volte al giorno. Per di più, dall’analisi del pranzo tipico della generazione Z si evince come il 17% pasteggi regolarmente con bibite e aranciate gassate, o tè.
Lo stile di vita dei bambini specchio di quello dei genitori
Commentando i dati di GENZ Monitor, Silvia Zucconi ha evidenziato due elementi interessanti a proposito della correlazione tra uno stile di vita sano e le abitudini dell’intera famiglia. In primo luogo, infatti, è stato osservato come esista una forte differenza tra famiglie italiane e famiglie straniere. Nei nuclei familiari con genitori stranieri c’è una minore sensibilità legata all’importanza dello stile alimentare, quindi in una società multietnica bisogna lavorare in maniera integrata considerando che la popolazione di domani sarà rappresentata da abitudini e culture differenti. Secondo Nomisma, dunque, se si vuole preservare la salute delle future generazioni, bisogna anche non trascurare questo importante aspetto di natura sociale.
In secondo luogo, emerge chiaramente come le abitudini dei bambini siano specchio di quelle dei genitori: la famiglia, infatti, è, ancora prima della scuola, l’ambiente privilegiato di apprendimento, trasmesso attraverso l’esempio. Quando mamma e papà sono attenti al cibo e praticano sport, i figli sono più propensi a fare altrettanto in maniera naturale, adottando sane abitudini.
I genitori, dunque, sono l’esempio fondamentale da cui i bambini acquisiscono regole e sane abitudini utili anche per il futuro e l’Osservatorio GENZ Monitor lo conferma.
Per ottenere questo obiettivo le famiglie possono contare anche sul supporto della sanità integrativa: una polizza come Protezione Famiglia Ragazzi di UniSalute, per esempio, mette al primo posto la prevenzione di sovrappeso e obesità, attraverso un piano alimentare e di attività motoria su misura per bambini e ragazzi tra i 4 e i 18 anni.
La conoscevate?
1 commento
Sono d’accordo soprattutto con l’ultimo punto… dare un’educazione alimentare ai propri figli è importante tanto quanto l’educazione civica.. Non ci possiamo lamentare e pensare a correttivi a posteriori se non si è cercato da prima di far capire ai nostri figli l’importanza di una buona alimentazione per i denti o la nostra salute in generale.