L’acufene, o fischio all’orecchio, è un disturbo fastidioso che può influire sul benessere psicofisico di chi ne soffre e che può essere la spia di numerose malattie, dell’orecchio o di altra natura. In questo articolo spiegheremo di cosa si tratta, approfondiremo le possibili cause scatenanti e illustreremo le principali terapie per curarlo o ridurne l’impatto sulla qualità della vita.
Cos’è l’acufene
Il fischio all’orecchio, che in termini medici si definisce acufene o tinnito, consiste nella percezione di un suono – un fischio, ma anche un ronzio, un sibilo o un fruscio –, che viene avvertito in un orecchio (acufene monolaterale) o in entrambe le orecchie (acufene bilaterale) nonostante non ci sia alcuna fonte sonora che lo produce. Viene classificato come acuto, se la sua durata non supera i tre mesi, o cronico, se persiste oltre i sei mesi. Più che una patologia, l’acufene è il sintomo di una malattia, che può essere a carico dell’orecchio o di origine diversa, per esempio traumatica o neurologica.
Da una revisione sistematica di studi sul tema condotta da ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, risulta che nel mondo ben il 15% degli adulti abbia avuto esperienza di questo disturbo e che il 2% ne soffra tuttora, ma questi numeri sono destinati ad aumentare a causa del progressivo invecchiamento della popolazione: come vedremo meglio, infatti, l’età rappresenta un fattore di rischio per la comparsa dell’acufene.
Il fischio all’orecchio può compromettere in modo significativo la qualità della vita e, nelle forme più severe, può provocare una riduzione dell’udito e influire negativamente sull’equilibrio psicofisico, con conseguenze come stress, ansia e depressione. I trattamenti consistono da una parte nell’educare il paziente per aiutarlo a conviverci, dall’altra nell’intervenire sulle cause, che possono essere molto varie e non sempre facili da individuare.
Le possibili cause dell’acufene
Alla base della comparsa del fischio all’orecchio sembra esserci un’alterazione delle cellule nervose (neuroni) che di norma sono responsabili della regolazione dei segnali di rumore e di dolore: questa anomalia provocherebbe una percezione cronica di queste sensazioni. Esaminiamo le principali condizioni che possono determinare lo sviluppo dell’acufene.
Acufene e malattie dell’orecchio
Tra le patologie interne all’orecchio (otogene) che possono portare ad avvertire gli acufeni figurano:
- un tappo di cerume che ostruisce l’orecchio esterno, ovvero la parte più superficiale dell’orecchio, composta dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno;
- l’otite, un’infiammazione acuta o cronica che può interessare l’orecchio medio o quello interno (rispettivamente, i compartimenti intermedio e più profondo dell’orecchio);
- infiammazioni del naso e dei seni paranasali, come riniti e rinosinusiti;
- assunzione di farmaci tossici per l’orecchio;
- traumi acustici dovuti all’esposizione a rumori intensi e frequenti, per esempio durante le attività lavorative, che possono causare deficit uditivi o a bruschi sbalzi della pressione atmosferica:
- la presbiacusia, ovvero la perdita dell’udito dovuta al fisiologico invecchiamento dell’apparato uditivo che si verifica con l’avanzare dell’età;
- l’otosclerosi, una malattia che interessa la struttura ossea dell’orecchio e che può causare un deficit uditivo progressivo, spesso associato ad acufeni e lievi disturbi dell’equilibrio;
- la labirintite, cioè l’infiammazione del labirinto, una delle componenti dell’orecchio interno;
- la sindrome di Ménière, una patologia dell’orecchio interno che, oltre all’acufene, provoca vertigini ricorrenti, perdita dell’udito e sensazione di pressione all’orecchio.
Le altre patologie associate all’acufene
Il fischio all’orecchio può anche essere connesso a problematiche di salute extra-otogene, cioè non legate all’orecchio. Tra queste ci sono:
- tumori benigni del nervo acustico (neurinomi);
- traumi a testa e collo;
- disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare, che possono avere tra le possibili cause il bruxismo, un disturbo che porta a digrignare involontariamente i denti, per esempio durante il sonno;
- patologie del sistema nervoso come sclerosi multipla, morbo di Alzheimer e Parkinson;
- malattie cerebrovascolari, come l’ictus;
- malattie cardiovascolari, come aterosclerosi e ipertensione arteriosa;
- malattie croniche come il diabete;
- meningite;
- cervicalgia.
Fischio all’orecchio: i fattori scatenanti
Alcuni fattori di rischio possono aumentare la probabilità di soffrire di fischio all’orecchio. Alcune evidenze scientifiche suggeriscono che questo disturbo possa avere una base genetica, che combinata a componenti di natura ambientale, come l’inquinamento acustico, favorisce la sua insorgenza: come riporta l’Istituto Mario Negri, è stata osservata la presenza di acufene cronico in persone della stessa famiglia, anche se c’è bisogno di ulteriori studi per confermare e approfondire le origini biologiche del fischio all’orecchio. Come accennato, anche l’età rappresenta un fattore predisponente: con l’invecchiamento, infatti, è più frequente la perdita dell’udito, che è una delle possibili cause dell’acufene.
Come si diagnostica l’acufene
In presenza di un fischio all’orecchio persistente è consigliabile informare il medico di famiglia, che valuterà l’opportunità di una visita specialistica da un otorinolaringoiatra per accertamenti. Trattandosi di un fenomeno soggettivo, non esiste un test diagnostico che permetta di identificare con certezza l’acufene: la valutazione si basa dunque, oltre che sull’analisi del sintomi riferiti dal paziente, su esami oggettivi come l’esame audiometrico per controllare lo stato di salute dell’apparato uditivo o la risonanza magnetica, utili per individuare o escludere patologie che possono aver portato alla comparsa di questo disturbo.
Una volta confermata la diagnosi, lo specialista può ricorrere a questionari standardizzati per la misurazione della severità dell’acufene: tra questi c’è il Tinnitus Handicap Inventory, che permette di classificare il disturbo in base alla sua gravità (da lieve a catastrofico) e di comprendere, quindi, quanto è significativo e invalidante il suo impatto sulla qualità della vita del paziente.
I rimedi per l’acufene: trattamenti e terapie
Non c’è una cura universalmente efficace e risolutiva per tutti i pazienti e per tutti i tipi di acufene. Il trattamento punta sia a intervenire sulle condizioni che hanno scatenato il disturbo, quando si riesce a individuarle, sia ad alleviarne i sintomi, in un approccio multidisciplinare che può avvalersi di diversi strumenti, spesso impiegati contemporaneamente per massimizzare i risultati. Esaminiamo i principali approcci disponibili:
- assunzione di farmaci per agire sulle cause dell’acufene, come l’otite o l’ipertensione;
- terapia cognitivo-comportamentale, che mira ad aiutare il paziente ad adattarsi e a convivere più serenamente con il fischio all’orecchio attraverso varie metodiche, come tecniche di rilassamento, di mindfulness e di controllo dell’attenzione;
- terapia del suono, o sound therapy, un approccio riabilitativo che sfrutta l’esposizione costante a diverse tipologie di suoni (come il rumore bianco o i suoni della natura) per rendere l’acufene meno percettibile, e di conseguenza più tollerabile, spostando l’attenzione del paziente su altri stimoli sonori;
- impianto di apparecchi acustici per compensare il deficit nelle persone in cui l’acufene è associato a riduzione o perdita dell’udito.
Come per tutti i segnali di allarme che il corpo e la mente ci inviano, è importante non sottovalutare l’acufene, che come abbiamo visto non solo è fastidioso, ma può anche essere l’indicatore di una patologia: un controllo dal medico di base e, se necessario, una visita specialistica sono il primo passo per prendersi cura della propria salute e del proprio benessere. UniSalute è consapevole del valore della prevenzione, della diagnosi precoce, di un percorso terapeutico tempestivo e mirato e per questo mette a disposizione numerose soluzioni assicurative che offrono moltissimi vantaggi: polizze sanitarie per qualsiasi esigenza, il supporto di consulenti specializzati per individuare quella più adatta alle proprie necessità, una rete capillare con migliaia di strutture convenzionate, servizi innovativi come i videoconsulti medici, pacchetti di prevenzione che danno l’opportunità di eseguire check up periodici e ben tre canali per sottoscrivere la propria polizza: on line, in agenzia e in banca.
FONTI:
issalute.it
marionegri.it
www.humanitas.it
Immagine in evidenza di fizkes/gettyimages.it
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