Il welfare aziendale durante la pandemia: una panoramica
Il rapporto sul welfare aziendale mette l’accento su due importanti fenomeni ai quali abbiamo assistito durante la pandemia. In primo luogo, la frammentazione del tessuto produttivo italiano ha messo in evidenza il ruolo di responsabilità economico sociale ricoperto dalle imprese, che sono diventate veri punti di riferimento per tutti gli attori del territorio, dalle famiglie ai fornitori, fino alle comunità. In secondo luogo, è interessante notare che le iniziative di welfare hanno virato sempre più verso temi importanti, soprattutto la salute, ma anche il sostegno economico, la sicurezza dei posti di lavoro e il supporto ai giovani.
I dati del report WIPMI descrivono uno scenario in cui le piccole e medie imprese si sono dimostrate decisamente virtuose: sono riuscite a reagire all’emergenza, nonostante le difficoltà. È utile ricordare, infatti, che il 42,4% ha dichiarato che dovrà affrontare cambiamenti significativi, anche se non estremi, nell’organizzazione e nel business. Una percentuale dell’8,8, invece, considera minacciata la propria stessa sopravvivenza.
Il nostro sistema produttivo è stato colpito in maniera differente a seconda del comparto, e l’impatto negativo è stato maggiore sulla ristorazione, sul turismo, sulla meccanica e l’abbigliamento. A dispetto di questi numeri, secondo il rapporto le aziende che hanno un piano di welfare sono più del 50% di quelle coinvolte nell’indagine. Il 79% delle realtà che avevano attivato delle iniziative le ha confermate e il 28% ne ha introdotte di nuove o ha potenziato quelle già esistenti.
Welfare durante la pandemia: i settori con più iniziative
Le aree in cui ci sono stati più interventi di welfare durante la pandemia sono:
- sanità
- sicurezza
- assistenza
- formazione
- conciliazione vita lavoro.
Le aziende non hanno soltanto adempiuto gli obblighi di legge, applicando le norme di sicurezza previste, ma hanno adottato iniziative a tutela della salute dei propri dipendenti, nel 95,8% dei casi.
Il 78,7% delle realtà ha introdotto cambiamenti nell’organizzazione del lavoro per favorire la conciliazione con le esigenze di vita familiare e sostenere economicamente i lavoratori.
Il 26,4% ha sostenuto la comunità esterna e circa un quarto (il 24,1%) ha attivato nuove iniziative di formazione e sostegno all’istruzione.
Salute e sicurezza al primo posto
L’emergenza ha ridisegnato lo scenario delle priorità e messo al primo posto la salute e la sicurezza: come emerge dai dati, infatti, la maggior parte delle iniziative hanno coinvolto questi aspetti. In particolare, si è trattato della fornitura di materiale di protezione per uso extra lavorativo (83,6%), di informazioni e comunicazioni sanitarie ai lavoratori (80,5%), di misure di sicurezza aggiuntive (57,9%).
Le aziende italiane hanno dimostrato di avere a cuore i propri dipendenti anche attraverso l’attivazione di consulti medici e assistenza sanitaria a distanza, con l’estensione della copertura delle polizze sanitarie e attraverso nuove proposte assicurative.
Sostegno ai dipendenti: lavoro da casa e aiuti economici
Durante la pandemia di Covid-19, le imprese hanno reso più flessibile il lavoro: nel 40,5% dei casi, infatti, hanno lasciato maggiore libertà di gestione degli orari di entrata e uscita, e aumentato l’erogazione di permessi.
Ma il 2020 è stato anche l’anno del lavoro da casa: il cosiddetto smart working, poco diffuso tra le PMI italiane, è stato adottato da quattro aziende su dieci per la prima volta e potenziato dall’8,8% di quelle che già lo praticavano.
Per quanto riguarda il sostegno economico ai dipendenti, invece, il 39% delle realtà che ha utilizzato la cassa integrazione ha erogato delle integrazioni per arrivare a coprire il 100% dei redditi. I dati del report, inoltre, riportano casi di bonus aggiuntivi e temporanei aumenti di retribuzione o altre forme di aiuto e supporto per le famiglie con figli piccoli e anziani a carico.
Il ruolo delle iniziative sociali
La presa di consapevolezza da parte delle aziende ha investito anche il rapporto con il territorio: durante la pandemia, infatti, è aumentato l’impegno verso la comunità esterna.
Nel 14,8% dei casi si è concretizzato in donazioni monetarie, nel 12,5% in donazioni di beni o erogazione pubblica di servizi; ci sono state, poi, altre iniziative a sostegno del sistema sanitario o della ricerca scientifica, e altre che hanno invece riguardato la formazione e l’informazione di tutti i cittadini.
La valutazione di queste azioni è per la maggior parte positiva. A migliorare è stata in primis la sicurezza dei lavoratori, ma le iniziative hanno influito anche sul clima interno e sulla fedeltà all’azienda, sul benesse psichico delle persone, sulla reputazione aziendale e sulla produttività.
Riguardo a quest’ultimo punto, è utile sottolineare che l’analisi condotta da WIPMI sull’impatto che le azioni di welfare hanno avuto sui bilanci di 3 mila PMI ha messo in luce come, negli ultimi due anni, le imprese più attive a livello di iniziative abbiano registrato un maggiore aumento di produttività (+6% contro una media del +2,1%) e di occupazione (+11,5% contro una media del +7,5%).
Uno sguardo al futuro del welfare aziendale in nelle PMI
La crisi dovuta al Covid-19 ha accelerato le iniziative di welfare aziendale, e la situazione attuale lascia ben sperare anche per il futuro: il 48,7% delle realtà, infatti, prevede di impegnarsi di più negli anni a venire e il 17,2% di queste ultime ha intenzione di estendere la gamma delle prestazioni e gli investimenti. Il 45,5% delle PMI manterrà la proposta invariata, e soltanto una minima parte (il 5,9%) ha dichiarato che le difficoltà economiche porteranno a una riduzione.
Di fronte a una crisi di portata globale, le cui conseguenze non sono ancora del tutto manifeste, il welfare aziendale ha dovuto compiere un passo in avanti, diventando il mezzo attraverso il quale realizzare politiche di sostegno e, di conseguenza, simbolo di un ruolo sempre più sociale delle organizzazioni. Le aziende italiane hanno risposto con prontezza, come dimostrano i dati che riguardano l’anno 2020.
Per supportare le imprese, anche le realtà assicurative hanno rivisto e ampliato la propria offerta. UniSalute Servizi, attraverso SiSalute, ha proposto la card #SicuriRipartiamo, che mette a disposizione materiali informativi e supporto organizzativo, ma anche la possibilità di effettuare prestazioni sanitarie per la prevenzione e la diagnosi del Covid-19, con tariffe più convenienti rispetto a quelle di mercato.
Quali iniziative ha adottato la vostra azienda, durante la pandemia?
Nessun commento