Provare ad avere un bambino può essere un’esperienza tanto gioiosa e positiva, quanto sfidante e complicata, soprattutto se non si ha successo in tempi brevi. Secondo le stime riportate dall’Istituto Superiore di Sanità, circa il 15% delle coppie italiane riscontra dei problemi di infertilità – la media mondiale si aggira sul 10-12%. Purtroppo, le difficoltà nel concepimento sono in aumento, a causa di diversi fattori, tra cui l’età mediamente elevata delle madri alla prima gravidanza – secondo i dati CeDAP sul 2021 in media il primo figlio arriva dopo i 31 anni – e lo stile di vita sempre più stressante. La frustrazione e il senso di tristezza possono sopraffare chi non si riesce ad avere una gravidanza o si ha ricevuto una diagnosi di infertilità. Fortunatamente, oggi esistono molte tecniche innovative di fecondazione assistita: in questo articolo faremo chiarezza su quali sono le opzioni attualmente disponibili in Italia per la fecondazione assistita, spiegheremo il loro funzionamento e la procedura da seguire per farne ricorso.
Le tecniche di fecondazione assistita in Italia
La fecondazione assistita, cioè la procedura medica che ha l’obiettivo di favorire l’incontro tra ovulo e spermatozoo portando così a una gravidanza, rappresenta una soluzione sempre più accessibile per tutte quelle coppie che desiderano avere un bambino, ma hanno ricevuto una diagnosi di infertilità.
In Italia, questi metodi stanno evolvendo rapidamente e le opzioni disponibili per le coppie in difficoltà sono in continua espansione.
Nei prossimi paragrafi approfondiremo nel dettaglio ciascuna delle tecniche di procreazione assistita a cui è possibile sottoporsi nel nostro Paese.
Inseminazione intrauterina (IUI): cos’è e come funziona
La fecondazione assistita intrauterina (IUI) è una tecnica che consiste nel posizionare direttamente lo spermatozoo nel tratto riproduttivo femminile, attraverso un piccolo catetere.
Questo metodo viene utilizzato in caso di infertilità maschile lieve o moderata o per le coppie che non rispondono adeguatamente alla terapia ormonale.
Inoltre, la IUI è anche una valida opzione per le coppie che desiderano evitare il costo e la complessità della fecondazione in vitro (IVF). La IUI aumenta le possibilità di concepimento, in quanto “evita” agli spermatozoi il viaggio che dalla vagina li porterà alle tube e li aiuta a fecondare l’uovo. La procedura è semplice, indolore e può essere effettuata in ambiente ambulatoriale.
La fecondazione in vitro (FIV): cos’è e come funziona
La fecondazione in vitro consiste nella fertilizzazione dell’ovulo con lo spermatozoo in un ambiente controllato, al di fuori dell’utero della futura madre. Questa tecnica deve necessariamente essere effettuata in una clinica specializzata in fecondazione assistita e rappresenta un’opzione molto valida per le coppie che lottano con l’infertilità e sognano di avere un bambino.
Il processo di fecondazione in vitro inizia con la stimolazione della produzione di ovuli nella donna, attraverso l’utilizzo di appositi farmaci. Non appena gli ovuli sono maturi, vengono rimossi dal corpo della donna e fertilizzati con gli spermatozooi in un ambiente controllato. Se la fecondazione ha successo, l’embrione viene quindi trasferito nell’utero della madre per dare il via alla gravidanza.
In Italia, la fecondazione in vitro è regolamentata dalla legge 40/2004 che ne stabilisce le condizioni e le modalità di attuazione. La normativa prevede anche l’obbligo per le coppie di sottoporsi a un counseling genetico e psicologico, prima di scegliere di sottoporsi a un trattamento di fecondazione assistita. Questo perché la FIV è una procedura complessa e, come qualsiasi procedura medica, presenta alcune conseguenze. Ecco alcuni dei più comuni:
- Reazioni alla terapia ormonale: per la fecondazione in vitro, è necessario stimolare la produzione di uova mature attraverso la somministrazione di farmaci ormonali. Questi possono causare sintomi come gonfiore, dolore addominale e nausea, o anche portare a conseguenze più serie, come la sindrome da iperstimolazione ovarica – una complicazione che porta i follicoli ovarici a ingrandirsi troppo a causa dell’uso dei già citati farmaci stimolanti.
- Gravidanze multiple: la fecondazione in vitro aumenta la probabilità di gravidanze multiple, come gemelli o trigemini, che potrebbero potenzialmente comportare complicazioni per la madre e i bambini – per esempio un parto prematuro, neonati sottopeso, preeclampsia o diabete gestazionale.
- Problemi di salute della mamma e del bambino: come evidenziato da alcuni studi, la fecondazione in vitro può aumentare il rischio di una gravidanza ectopica, come anche di iperemesi gravidica, ipertensione gravidica, preeclampsia, gestosi e parto pretermine.
- Forte impatto psicologico: la FIV può essere emotivamente difficile, soprattutto se la procedura non ha successo. Le coppie potrebbero quindi sperimentare forte stress e ansia durante il percorso.
Nonostante i rischi associati alla fecondazione in vitro, gli esperti considerano questa tecnica una soluzione valida e sicura per molte coppie infertili che cercano di avere un figlio. La FIV offre infatti alle coppie una maggiore possibilità di successo rispetto ad altre tecniche di fecondazione assistita e, con una giusta comprensione dei rischi e dei benefici ad essa associati, può rappresentare una scelta sicura ed efficace.
La fecondazione eterologa: cos’è e come funziona
La fecondazione eterologa è una tecnica di fecondazione assistita che consiste nell’utilizzo di gameti donati – quindi non appartenenti a entrambi i partner della coppia coinvolta nel processo – per la fecondazione in vitro. L’eterologa prevede quindi che gli ovuli o lo spermatozoo vengano prelevati da donatori esterni e successivamente utilizzati per la fecondazione in vitro. L’embrione, seguendo lo stesso procedimento descritto per la FIV, viene quindi trasferito nell’utero della madre per dare inizio alla gravidanza.
In Italia, la fecondazione eterologa è regolamentata dalla già citata legge 40/2004 e prevede anche in questo caso l’obbligo a un counseling genetico e psicologico, prima di sottoporsi a questo trattamento.
Inoltre, la legge stabilisce che il donatore o i donatori dei gameti siano anonimi e che le loro informazioni non possano essere rese note alla coppia o al bambino concepito.
Questa particolare tecnica di fecondazione assistita viene effettuata in casi specifici di infertilità di coppia, come:
- Infertilità maschile: se l’uomo è sterile o presenta una bassa qualità del seme, la fecondazione eterologa può essere la soluzione adatta. In questo caso, il seme viene fornito da un donatore esterno e viene utilizzato per fecondare l’ovulo della futura madre.
- Problemi di ovulazione: l’uovo può essere prelevato da una donatrice esterna se la donna che desidera concepire ha problemi di ovulazione o di qualità degli ovociti.
- Malattie genetiche: se una coppia è a rischio di trasmettere malattie genetiche al bambino, la fecondazione eterologa può essere un’alternativa da valutare attentamente. In questo caso, il materiale genetico del donatore o dei donatori viene utilizzato per prevenire la trasmissione della malattia.
In ogni caso, è importante che le coppie discutano apertamente con il loro medico di riferimento per capire se la fecondazione eterologa sia la soluzione giusta per loro e capire come prepararsi, sia mentalmente sia fisicamente – i rischi e le possibili complicazioni sono gli stessi della FIV –, per questa procedura.
Fecondazione con la tecnologia ICSI: cos’è e come funziona
L’ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi) è una tecnica di fecondazione assistita che viene utilizzata specificatamente per aiutare le coppie che soffrono di infertilità maschile, dovuta a bassi livelli di spermatozoi, spermatozoi con forma anomala o problemi con la motilità degli spermatozoi.
Con questo metodo, infatti, si ha iniezione diretta di un singolo spermatozoo nell’ovulo, al fine di facilitare la fecondazione.
L’ICSI è una tecnica relativamente nuova, che dagli anni ’90 è diventata una delle pratiche di fecondazione assistita più comuni e utilizzate.
La differenza principale tra la tecnica ICSI e la fecondazione in vitro è il modo in cui gli spermatozoi vengono introdotti nell’ovulo. Nella FIV, gli spermatozoi vengono lasciati in contatto con l’ovulo in un ambiente controllato, e la fecondazione avviene naturalmente. Nell’ICSI, invece, un singolo spermatozoo viene selezionato manualmente e iniettato direttamente nell’ovulo, aumentando le possibilità di fecondazione.
In Italia, a disciplinare questo metodo di procreazione assistita è, ancora, la legge 40/2004, che richiede ai futuri genitori una consulenza genetica e psicologica preventiva prima di optare per questa alternativa.
Nel caso in cui i gameti utilizzati provengano da donatori, la legge esige inoltre che questi siano protetti da anonimato, sia nei confronti della coppia, sia del bambino concepito.
In generale, l’ICSI è una tecnica di fecondazione assistita molto efficace e sicura, che offre una valida opportunità di concepimento alle coppie che soffrono di infertilità maschile.
La tecnologia PGS (screening genetico preimpianto): cos’è e come funziona
La PGS è una tecnologia di genetica preimpianto che viene utilizzata per testare gli embrioni prima che questi vengano impiantati nell’utero.
Questo processo consente di identificare eventuali anomalie cromosomiche o genetiche nell’embrione, al fine di migliorare le possibilità di successo della gravidanza e di prevenire la trasmissione di malattie genetiche al nascituro.
Lo screening genetico preimpianto viene utilizzato, solitamente, in combinazione con la fecondazione in vitro e consiste nel prelevare una piccola quantità di tessuto dall’embrione e analizzarlo, per rivelare possibili problematiche. In questo modo, gli embrioni che presentano anomalie vengono selezionati e non vengono impiantati, aumentando così le possibilità di avere una gravidanza sana e di successo.
La tecnologia PGS è molto utile per le coppie che hanno una storia familiare di malattie genetiche o che sono a rischio di trasmettere queste malattie al nascituro. Inoltre, questo metodo è anche consigliato alle coppie che hanno subito ripetuti fallimenti di gravidanze o aborti spontanei, poiché scoprire preventivamente eventuali disfunzioni cromosomiche negli embrioni può aiutare a identificare le radici di queste problematiche.
Come accedere alle tecniche di fecondazione assistita in Italia
Per accedere alle tecniche di fecondazione assistita in Italia è necessario seguire un iter specifico. Innanzitutto, è importante parlare con il proprio medico di base e, se necessario, con un esperto in medicina riproduttiva per valutare la situazione e capire quale trattamento di fecondazione assistita sia più indicato per la coppia.
Successivamente, è necessario trovare un centro di fecondazione assistita accreditato che offra il trattamento prescelto. In Italia, questi centri sono regolamentati dalle autorità sanitarie e devono rispettare rigorosi standard di qualità per offrire ai pazienti un trattamento sicuro ed efficace.
Una volta individuato un centro adatto, è necessario prenotare una consultazione con uno specialista che valuterà la situazione e fornirà informazioni sul trattamento prescelto e sui passi successivi. È possibile che siano necessari esami medici e test diagnostici per determinare la causa dell’infertilità e determinare la strategia di trattamento più appropriata.
Ecco perché, prima di affrontare questo importante percorso, potrebbe essere saggio sottoscrivere una polizza sanitaria, come UniSalute Mamma, specificatamente pensata per le donne che stanno pianificando una gravidanza o che hanno appena avuto un bambino. Offre una copertura completa per la mamma e il neonato, con una vasta gamma di servizi medici e assistenza dedicati. Inclusi nella polizza UniSalute ci sono visite specialistiche e pediatriche, analisi del sangue e test diagnostici, ecografie e monitoraggio della gravidanza, assistenza alla nascita in ospedale o in clinica, copertura per l’eventuale complicazione della gravidanza e molto altro.
Inoltre, la polizza offre anche una copertura per l’eventualità di una malattia grave o un incidente, non solo per la mamma e il neonato, ma anche per eventuali altri figli.
Fonti:
health.com
salute.gov.it
msdmanuals.com
fecondazione.org
Immagine in evidenza di vadimguzhva/gettyimages.it
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