Parto prematuro: quali sono i sintomi e i rischi?

 

Il parto prematuro, anche chiamato parto pretermine, avviene quando il corpo della donna in dolce attesa inizia a prepararsi per la nascita troppo presto rispetto alla data presunta del parto. 

In linea di massima, si può parlare di travaglio prematuro se questo inizia più di 3 settimane prima della data ipotizzata tramite il calcolo delle settimane di gravidanza. E va da sé che un travaglio prematuro porti a un parto prematuro. 

Ma la buona notizia è che oggi i medici possono eseguire delle efficaci procedure per fermare il travaglio anticipato e rimandare quindi il momento del parto: questo, però, solo se si interviene tempestivamente. 

In questo articolo cercheremo di approfondire insieme i sintomi del parto prematuro e a quali rischi è connessa questa evenienza. 

Quando possiamo parlare di parto prematuro? 

Il parto si considera prematuro quando il piccolo nasce troppo presto rispetto al previsto: in genere prima che siano state completate le 37 settimane di gravidanza.

I bambini prematuri, specialmente quelli nati molto in anticipo, riscontrano spesso problemi medici di varia natura (che approfondiremo nei prossimi paragrafi). In genere, queste complicazioni variano in base al grado di “prematurità”: prima nasce il bambino, maggiore è il rischio.

A seconda di quanto in anticipo avviene la nascita, il bimbo si considera:  

  • pretermine tardivo, nato tra le 34 e le 36 settimane di gravidanza; 
  • moderatamente pretermine, nato tra le 32 e le 34 settimane di gravidanza; 
  • molto pretermine, nato a meno di 32 settimane di gravidanza; 
  • estremamente pretermine, nato alla 25esima settimana di gravidanza o addirittura prima. 

Quali sono i sintomi di un travaglio prematuro? 

Un parto prematuro avviene, ovviamente, in seguito a un travaglio pretermine. Quest’ultimo può essere fermato o ritardato, se la gestante riesce a riconoscere per tempo i giusti “campanelli d’allarme”. 

Ecco quali sono i principali sintomi di un parto prematuro

  • mal di schiena, di solito collocato nella parte bassa. Questo fastidio può essere costante o intermittente, ma si differenzia dai normali mal di schiena per la sua persistenza; 
  • contrazioni, ogni 10 minuti o più spesso, che diventano più ravvicinate e intense con il passare del tempo; 
  • crampi nel basso addome. Sebbene questi possano essere confusi con un disturbo intestinale, spesso assomigliano di più ai dolori mestruali; 
  • fuoriuscita di fluido (sangue o altri liquidi) dalla vagina; 
  • sintomi simil-influenzali come nausea, vomito o diarrea; 
  • sensazione di forte pressione nel bacino o nella vagina; 
  • aumento delle perdite vaginali. 

Alcuni di questi fastidi possono essere difficili da riconoscere, e vengono scambiati per i normali disagi collegati al terzo trimestre della gravidanza, come per esempio il mal di schiena o le perdite vaginali. In caso di dubbi, è importante agire velocemente e rivolgersi subito al ginecologo. 

I rischi di un parto prematuro 

Sebbene non tutti i bambini prematuri presentino complicazioni, nascere troppo presto può causare problemi di salute a breve e lungo termine. In genere, l’insorgenza di eventuali problematiche diventa più probabile e preoccupante nei neonati molto o estremamente pretermine.  

Alcuni problemi possono essere evidenti fin dalla nascita, mentre altri potrebbero non svilupparsi fino a tardi.

Complicazioni a breve termine del parto prematuro 

Nelle prime settimane, le complicazioni del parto prematuro possono includere:

  • Difficoltà respiratorie

Un bambino prematuro può avere difficoltà a respirare a causa di un sistema respiratorio immaturo. 

I bambini prematuri possono anche sviluppare una malattia polmonare nota come displasia broncopolmonare

  • Problemi cardiaci 

I problemi cardiaci più comuni riscontrati dai bambini prematuri sono il dotto arterioso pervio (PDA) e la bassa pressione sanguigna (ipotensione). Il PDA è un’apertura persistente tra l’aorta e l’arteria polmonare: sebbene questo difetto spesso si sistemi da solo, se non trattato può portare a insufficienza cardiaca e altre complicazioni. La bassa pressione sanguigna può richiedere aggiustamenti dei liquidi per via endovenosa, medicinali e talvolta delle trasfusioni di sangue.

  • Problemi al cervello 

Più un bambino è prematuro, maggiore è il rischio di sanguinamento nel cervello, anche noto come emorragia intraventricolare. La maggior parte delle emorragie sono lievi e si risolvono con scarso impatto a breve termine. 

  • Complicazioni nella regolazione della temperatura 

I bambini prematuri possono perdere rapidamente il calore corporeo. Questo perché non sono dotati del grasso che un neonato a termine avrebbe, e non riescono a regolare sufficientemente la temperatura per contrastare ciò che viene perso attraverso la superficie del corpo.

L’ipotermia in un bambino prematuro può portare a problemi respiratori e bassi livelli di zucchero nel sangue.

  • Difficoltà gastrointestinali 

I neonati prematuri hanno maggiori probabilità di avere sistemi gastrointestinali non ancora formati, con conseguenti complicazioni come l’enterocolite necrotizzante (NEC). Questa condizione potenzialmente grave, in cui le cellule che rivestono la parete intestinale sono danneggiate, può verificarsi nei bambini prematuri non appena questi iniziano a nutrirsi. I bambini prematuri che ricevono solo latte materno, tuttavia, hanno un rischio molto più basso di sviluppare la NEC.

  • Problemi ematici

I bambini prematuri sono a rischio di problemi come anemia e ittero neonatale. L’anemia è una condizione comune in cui il corpo non ha abbastanza globuli rossi. Mentre tutti i neonati sperimentano un lento calo della conta dei globuli rossi durante i primi mesi di vita, la diminuzione può essere maggiore nei bambini prematuri.

L’ittero neonatale si manifesta con una colorazione giallastra della pelle e degli occhi: questa condizione è causata da un eccesso di bilirubina nel sangue del neonato. 

  • Complicazioni nel metabolismo 

I bambini prematuri hanno spesso problemi a livello metabolico. Alcuni bambini prematuri possono sviluppare un livello di zucchero nel sangue eccessivamente basso (ipoglicemia): ciò può accadere perché i neonati pretermine in genere hanno riserve di glucosio immagazzinate in quantità più piccole rispetto ai bambini a termine. I bambini prematuri hanno anche maggiori difficoltà a convertire il glucosio immagazzinato in forme di glucosio più semplici, come il fruttosio. 

  • Problemi del sistema immunitario 

Un sistema immunitario sottosviluppato, comune nei bambini prematuri, può portare a un rischio maggiore di infezione. L’infezione in un bambino pretermine può diffondersi rapidamente nel flusso sanguigno, causando sepsi. 

Fattori di rischio per un travaglio prematuro

Alcuni fattori di rischio possono aumentare le possibilità di incorrere in un travaglio. Ecco i principali: 

  • fumare; 
  • essere in notevole sovrappeso o sottopeso prima della gravidanza; 
  • un’età particolarmente giovane o superiore ai 40 anni; 
  • non aver ricevuto una buona assistenza prenatale; 
  • bere alcolici o usare sostanze stupefacenti durante la gravidanza; 
  • soffrire di ipertensione, preeclampsia, diabete o disturbi della coagulazione del sangue; 
  • problemi di salute o malformazioni nel nascituro;  
  • una gravidanza gemellare o trigemellare; 
  • placenta previa
  • una storia familiare o personale di altri travagli prematuri; 
  • gravidanza molto ravvicinata a un precedente parto. 

FilippoBacci/gettyimages.it

È possibile prevenire il parto prematuro? 

Le azioni più importanti che si possono fare per avere una gravidanza serena e un parto a termine, sono prendersi cura della propria salute prima di rimanere incinte e ricevere le giuste cure prenatali.

Potrebbe ugualmente non essere possibile evitare il travaglio e il parto pretermine, ma queste buone abitudini possono aiutare:

  • cercate di ridurre lo stress. Coltivate la vostra tranquillità e chiedete sostegno quando sentite di averne bisogno;  
  • assicuratevi di dormire a sufficienza. Secondo alcune ricerche, le nascite pretermine possono essere connesse a problemi di insonnia in gravidanza
  • alcuni studi hanno anche trovato un legame tra malattie gengivali e parto pretermine, quindi è importante lavarsi i denti e usare il filo interdentale ogni giorno; 

Il vostro ginecologo si occuperà di rintracciare eventuali fattori di rischio che potrebbero provocare parto prematuro e vi fornirà le giuste precauzioni da seguire.

Misurare la lunghezza della cervice utilizzando una speciale sonda ecografica transvaginale può aiutare a prevedere il rischio di parto prematuro: questo esame di solito viene fatto tra le 20 e le 28 settimane di gravidanza, se necessario.

Studi recenti hanno dimostrato, inoltre, che il trattamento con un ormone chiamato progesterone può prevenire il parto pretermine: questo viene normalmente somministrato alle donne in dolce attesa che presentano una cervice corta, ma anche alle madri che hanno già avuto un parto prematuro. 

Il progesterone agisce prevenendo le contrazioni, che danno il via al travaglio. Ciò significa che anche nei casi in cui i trattamenti con progesterone non prevengono del tutto il parto pretermine, possono comunque ritardare significativamente l’inizio del travaglio, dando al bimbo più tempo per svilupparsi nell’utero. 

Il progesterone non è però sufficientemente efficace per prevenire i parti prematuri nelle gravidanza gemellari o trigemellari; inoltre, è sconsigliato alle future mamme con particolari condizioni di salute. 

Ovviamente, questo trattamento verrà suggerito dal ginecologo di fiducia, in caso di necessità. Durante la gravidanza è infatti molto importante rivolgersi a medici e ginecologi sia in caso di dubbi o fastidi anomali, sia per eseguire tutti gli esami e controlli di routine. 

La polizza UniSalute Mamma è l’assicurazione sanitaria pensata per le mamme e per i loro neonati. Una soluzione innovativa che permette alle donne in gravidanza di usufruire gratuitamente di una serie di prestazioni diagnostiche come visite ginecologiche ed esami di laboratorio, ma anche un prodotto che offre, dopo il parto, l’accesso a trattamenti fisioterapici e che tutela il neonato in caso di ricovero per la correzione di malformazioni congenite.

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