Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), quasi una donna su 5 vive una condizione di disagio mentale in gravidanza e nel primo anno dopo il parto. La maternità, infatti, è un’esperienza che, per quanto emozionante, si accompagna a una vera e propria rivoluzione per la neomamma, che deve fare i conti con uno stile di vita completamente diverso, con la responsabilità di essere madre, con gli impegni legati all’accudimento e alla costruzione di una relazione empatica con il figlio e con il tentativo, mai semplice, di conciliare la nuova identità di genitore con la cura dei suoi bisogni. È normale, nel periodo che precede e segue la nascita del proprio bambino, essere disorientate, sopraffatte e in ansia, sensazioni che, in condizioni di particolare fragilità, possono sfociare in una vera e propria sofferenza mentale che può alterare l’equilibrio della donna e di tutto il nucleo familiare e condizionare in negativo il rapporto madre-figlio. In questo articolo approfondiremo quali sono i disturbi psichici più comuni in gravidanza e dopo il parto, le cause, i fattori di rischio e i sintomi a cui prestare attenzione. Esamineremo poi gli interventi più efficaci, sia di prevenzione che di cura, che è possibile mettere in atto per aiutare la donna a salvaguardare e ritrovare il suo benessere psicologico ed emotivo.
Salute mentale nel periodo perinatale, un equilibrio fragile
Con l’espressione “salute mentale perinatale” si fa riferimento al benessere psicologico della mamma, e più in generale della coppia di genitori, dalla gravidanza fino a un anno dopo il parto. Questo periodo di profondi cambiamenti fisici, psicologici e sociali per la donna – che oltre a vivere delicate trasformazioni fisiologiche e ormonali deve adattarsi al suo nuovo ruolo di madre – la rende particolarmente vulnerabile al rischio di sviluppare disturbi mentali che mettono in pericolo il suo benessere e hanno ripercussioni sulla sua relazione con il bambino, sullo sviluppo socio-affettivo ed emotivo del piccolo e sull’equilibrio familiare.
A minacciare la salute mentale della donna nel periodo perinatale è uno spettro molto variegato di problematiche, diverse per gravità, intensità e durata: tra queste il baby blues, o maternity blues, una temporanea fase di malinconia e instabilità post-partum legata principalmente ai cambiamenti ormonali, ma anche forme di disagio psichico più severo e clinicamente significativo come la depressione, a lungo considerata una condizione peculiare del post-partum che in realtà può insorgere anche durante la gravidanza.
Nella “Guida per l’integrazione della salute mentale perinatale nei servizi sanitari materno-infantili”, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che l’ansia e la depressione nel periodo perinatale colpiscano una donna su 10 nei paesi ad alto reddito e una su 5 nei paesi a reddito basso e medio. In Italia, nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022, la percentuale di donne positive allo screening per depressione perinatale è salito di 14 punti percentuali, passando dall’11,6% al 25,5%: lo ha rivelato un’indagine condotta da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) su oltre 14.000 donne, i cui risultati sono pubblicati sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.
Per l’ampia diffusione e la gravità dell’impatto di questo fenomeno, tutelare la salute mentale in una fase della vita complessa come quella perinatale è essenziale per salvaguardare il benessere della donna, del neonato e di tutta la famiglia e rappresenta a livello globale una priorità di salute pubblica che richiede adeguati interventi di prevenzione e presa in carico per supportare le future mamme e le neomamme e non farle sentire sole.
Disturbi mentali in gravidanza e nel post-partum: le cause e i fattori di rischio
All’origine dei problemi di salute mentale che la donna può sperimentare sia in gravidanza che dopo il parto c’è un’ampia gamma di componenti fisiche, psicologiche, sociali e ambientali che possono far sì che diventare madre sia un’esperienza particolarmente complessa e difficile da vivere. Uno stato di depressione prenatale, così come un elevato livello di ansia in tarda gravidanza e uno scarso supporto da parte del partner e dei familiari sono importanti fattori di rischio di una depressione post-partum.
Allo stesso modo, come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, eventi stressanti verificatisi durante e subito dopo il parto aumentano la fragilità della donna e la espongono a una maggiore probabilità di sviluppare disturbi di tipo psicologico come depressione e ansia: può essere il caso di un parto traumatico o con complicanze, di disturbi del sonno e altri problemi di salute della puerpera o del neonato e della pressione legata all’accudimento del bambino. A livello globale anche altre condizioni, ricorda l’OMS, possono avere un impatto negativo sulla salute mentale della donna in gravidanza e nel post-partum, per esempio l’età giovanile che la rende impreparata ad affrontare l’impegno della maternità, le difficoltà economiche, una rete di supporto sociale limitata o assente, un cattivo stato nutrizionale e l’abuso di sostanze come alcol, farmaci e stupefacenti.
Sofferenza psicologica in gravidanza e dopo il parto: i sintomi più comuni
Come accennato, i disturbi mentali che possono interessare la donna durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino sono numerosi e diversi per frequenza, tipologia, severità e durata. Oltre al baby blues, in condizioni di particolare fragilità possono presentarsi anche disturbi d’ansia, vere e proprie forme depressive e altre manifestazioni di disagio psichico come i disturbi ossessivo-compulsivi, le psicosi, il disturbo bipolare, il disturbo da stress post-traumatico, che fortunatamente sono più rare. Come capire se una donna in gravidanza o dopo il parto sta attraversando un periodo di malessere psicologico? Quali sono i segnali a cui prestare attenzione?
Come evidenzia l’OMS nella sua guida, ci sono alcuni sintomi generali che possono rappresentare dei campanelli d’allarme. Tra questi rientrano:
- la tristezza e il pianto frequente;
- l’incapacità di ricavare piacere da esperienze o attività che una volta erano apprezzate;
- la mancanza di energia o motivazione;
- la tendenza a preoccuparsi o a farsi sopraffare dai pensieri;
- i cambiamenti nelle abitudini legate al sonno che portano a dormire di più o di meno;
- i disturbi dell’alimentazione, come la perdita di appetito o la tendenza a mangiare di più;
- una ridotta concentrazione;
- la difficoltà nel prendere decisioni;
- il senso di colpa o disperazione;
- la sensazione di inutilità;
- la convinzione che stia per succedere qualcosa di brutto o che il futuro sia senza speranza.
Ci sono, poi, alcuni sintomi più specifici legati all’esperienza della gravidanza e della maternità, come:
- l’incapacità di smettere di preoccuparsi per il bambino;
- la sensazione di non essere in grado o di non provare il desiderio di prendersi cura del piccolo;
- i pensieri negativi sul bambino.
Nei casi più gravi, le donne possono soffrire di allucinazioni, manifestare pensieri suicidi o autolesionistici e arrivare ad avere comportamenti pericolosi per la loro vita, come avviene nei casi di grave depressione.
È importante, sia per il partner e per la rete di familiari e amici, sia soprattutto per il personale medico e sanitario che assistono la donna, riconoscere tempestivamente questi segnali di pericolo e saperne interpretare la gravità e l’impatto che hanno sulla sua vita quotidiana e sulla relazione madre-figlio: questa presa di coscienza, infatti, permette di attivare le strategie di supporto più idonee a prendersi cura sia del benessere della donna che dello sviluppo equilibrato del bambino.
Le conseguenze dei disturbi psichici in gravidanza e nel post-partum per mamma e bambino
Una condizione di fragilità emotiva e psicologica della donna, in gravidanza e dopo il parto, può avere un impatto molto severo sia sulla sua salute fisica e psichica sia sulla crescita del figlio, oltre a ripercuotersi sulla serenità della coppia e di tutto il nucleo familiare. Come sottolinea l’OMS, problematiche di salute mentale della donna durante la gestazione si associano a rischi più elevati di complicanze ostetriche, come il parto prematuro, anche come conseguenza della minore disponibilità a prendersi cura di sé in questa delicata fase della vita, per esempio non rispettando gli appuntamenti per gli esami di controllo previsti prima e dopo il parto.
Per il bambino, situazioni di questo tipo in gravidanza e nel periodo post natale possono tradursi in difficoltà di accrescimento – per esempio in un basso peso alla nascita –, in un aumentato rischio di malattie e in difficoltà emotive e comportamentali. I disturbi mentali, infatti, se non riconosciuti e trattati impediscono alla mamma di instaurare una relazione adeguata con il proprio bambino, con conseguenze negative a breve e a lungo termine sullo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del piccolo.
Forme gravi di sofferenza psichica non curate, infine, possono causare nella mamma stati di agitazione, perdita di controllo e derive psicotiche in grado di sfociare in atteggiamenti autolesionistici o violenti dalle conseguenze potenzialmente irreparabili, quindi è fondamentale non trascurare alcun segnale di allarme e intervenire immediatamente se si percepisce una situazione di disagio psicologico severo.
Come tutelare la salute psicologica perinatale della donna: il ruolo della prevenzione e della cura
Come abbiamo visto, la salute psicologica della donna nel periodo perinatale è un universo delicato di cui è importante prendersi cura con un impegno collettivo, che coinvolga tutte le persone che le stanno vicino nel suo contesto di vita familiare e in ambito sanitario. Il disagio psicologico non è un malessere che si manifesta all’improvviso: ci sono avvisaglie e fattori di rischio – come una salute mentale fragile già prima della gravidanza – che è fondamentale cogliere. Questa attenzione permette di proteggere le donne con una particolare vulnerabilità nei confronti dei disturbi psichici e di sostenere prontamente quelle che ne soffrono, per aiutarle a guarire ed evitare che queste condizioni evolvano in problematiche più serie.
Un primo intervento importante è rappresentato dai programmi di screening, che consentono di identificare le donne a più alto rischio di sviluppare un disagio psichico associato alla maternità, in modo che la loro presa in carico da parte degli operatori sanitari tenga in specifica considerazione e si organizzi intorno a questa fragilità. Accanto alla prevenzione, sono essenziali la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo di questi disturbi grazie alla creazione di una rete di supporto in cui ognuno, dal partner ai familiari ai professionisti della salute, faccia la sua parte per aiutare la futura mamma o la neomamma a ritrovare il suo equilibrio psicologico.
È importante che una donna che si sente in difficoltà condivida la sua sofferenza, chiedendo aiuto sia emotivo che pratico a chi le sta vicino per affrontare con serenità i cambiamenti e le responsabilità della gravidanza e del post-partum, senza farsi sopraffare dall’ansia e dallo stress: la nascita di un figlio può portare la mamma a concentrare le proprie attenzioni esclusivamente sul piccolo, negando i propri bisogni o vivendoli con senso di colpa, quindi avere accanto persone che la aiutino a calarsi nel ruolo di madre legittimandola a prendersi anche cura di sé come donna è di grande sostegno. In questo senso, è fondamentale che il partner e i familiari siano empatici e collaborativi, oltre che pronti a individuare i segnali di disagio, senza sottovalutarli o sminuirli. Un ruolo cruciale è svolto dalle figure sanitarie di riferimento in questo periodo, come l’ostetrica, il ginecologo, il medico di base, ma anche lo psicoterapeuta o lo psichiatra, professionisti a cui è importante che la donna si rivolga se il suo malessere tende a persistere, interferisce in modo grave con le sue attività quotidiane e le impedisce di costruire una relazione sana e serena con il suo bambino. Un adeguato supporto specialistico e un intervento immediato e mirato, infatti, consentono di mettere in campo le misure più adeguate – come la psicoterapia o i trattamenti farmacologici, se necessari – per fornire alla donna l’aiuto di cui ha bisogno per recuperare il benessere.
Un alleato importante per salvaguardare la serenità delle future mamme e del loro piccolo è rappresentato da UniSalute Mamma, la polizza sanitaria dedicata alla donna in gravidanza che offre una protezione completa per lei e per il neonato. Questa soluzione permette di godere gratuitamente di una serie di prestazioni diagnostiche come visite ginecologiche ed esami di laboratorio e di usufruire di trattamenti fisioterapici per la riabilitazione del pavimento pelvico dopo il parto. La polizza copre anche le spese di ricovero per la correzione di malformazioni congenite del neonato, oltre a mettere a disposizione una serie di servizi esclusivi, come un corso di primo soccorso pediatrico e videoconsulti specialistici con professionisti di varie discipline. È, dunque, un’assicurazione al fianco delle mamme che si prende cura della loro salute e della loro tranquillità.
Fonti:
www.salute.gov.it/
Immagine in evidenza di mihailomilovanovic/gettyimages.it
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