Bipolarismo: come si manifesta?
Il bipolarismo, chiamato anche disturbo bipolare, in passato era noto come “malattia maniaco-depressiva” o “psicosi maniaco-depressiva”; colpisce sia uomini che donne e in genere il suo esordio avviene dopo i 18 anni. Come abbiamo già accennato, si tratta di una condizione nella quale viene meno il normale meccanismo che regola l’umore e lo mantiene “in equilibrio”: chi soffre di disturbo bipolare non possiede più questa capacità, o la possiede solo in parte, e passa per questo, in maniera del tutto imprevedibile e incontrollabile, da un tono dell’umore all’altro.
In pratica, senza che ci sia alcuna motivazione plausibile, può essere estremamente depresso oppure trovarsi in uno stato che clinicamente è definito “maniacale” o “ipomaniacale”, durante il quale il soggetto è eccitato e ha molte energie, sia mentali che fisiche, avverte in maniera ridotta il bisogno di dormire, e ha un livello di autostima molto alto.
Tre tipi di disturbo bipolare
Mania e depressione possono combinarsi e susseguirsi in modi diversi, nel disturbo bipolare, e portano a tre diagnosi differenti.
- Nel disturbo bipolare di tipo I si registra un episodio maniacale nel corso della vita, solo talvolta associato a episodi di manie.
- Nel disturbo bipolare di tipo II si registrano uno o più episodi di depressione maggiore e almeno un episodio ipomaniacale (con sintomi ridotti rispetto alla mania).
- Nel disturbo ciclotimico (o ciclotimia), nel corso di due anni, si alternano invece episodi di depressione e ipomaniacali, questi ultimi piuttosto lievi ma molto frequenti.
Diagnosi del disturbo bipolare
Il primo episodio di questo disturbo si verifica generalmente nell’età adulta, tra i 18 e i 30 anni, ma può presentarsi anche durante l’adolescenza, in un numero minore di casi. Nel tipo I è più frequente che si manifesti la mania, nel tipo II, invece, la depressione. I sintomi del bipolarismo sono ricorrenti, e i periodi in cui sono del tutto assenti possono essere più o meno lunghi, a seconda del paziente.
Per via della complessità e variabilità del quadro, la diagnosi di questa malattia è spesso difficile e a volte possono volerci degli anni perché il disturbo bipolare sia riconosciuto con chiarezza. Da un lato, in alcuni pazienti si manifestano soltanto i sintomi depressivi, dall’altro, durante gli episodi maniacali, in genere la persona colpita non è propensa a chiedere aiuto. Per capire se un soggetto è affetto da bipolarismo, quindi, è necessario l’intervento di uno psichiatra esperto, necessario perché , soprattutto nelle fasi di depressione, il rischio di suicidio è elevato. Tuttavia, il trattamento farmacologico dà in genere esisti positivi e permette di convivere con il bipolarismo.
I sintomi del disturbo bipolare
Come accennato in precedenza, i sintomi del bipolarismo sono di due tipologie: maniacali – che possono durare circa una settimana – e depressivi. Questi ultimi, in genere, tendono a manifestarsi per un periodo di tempo più lungo, anche un mese.
La fase maniacale (o ipomanicale, quando i sintomi si presentano in forma attenuata), è caratterizzata da:
- tono d’umore alto
- logorrea
- pensieri che si susseguono nella mente a velocità elevata
- tendenza a spendere, a fare spese eccessive
- rapidi cambiamenti del flusso di pensiero
- aumento della libido
- riduzione del bisogno di dormire
- elevati livelli di autostima.
La fase depressiva, invece, presenta gli stessi sintomi della depressione maggiore, ragione per cui, spesso, il disturbo bipolare è confuso con questa patologia.
- tendenza a isolarsi e a ridurre le interazioni sociali
- perdita di interesse per ogni attività
- bassa autostima
- senso di colpa e pensieri negativi
- affaticamento, perdita dell’appetito
- sensazione di inutilità.
Quali sono le cause del bipolarismo?
Nel caso del disturbo bipolare, la familiarità gioca un ruolo di primaria importanza. Soprattutto per quanto riguarda il tipo I, infatti, una causa rilevante è la genetica: secondo gli studi, c’è il 10% di probabilità di sviluppare il disturbo se in famiglia c’è già stato un caso analogo.
Ci sono poi dei fattori che sembrano influenti per l’esordio e lo sviluppo della patologia, come le situazioni di forte stress e l’abuso di sostanze stupefacenti; infine, anche l’assunzione di alcuni farmaci è tra le cause del bipolarismo.
Curare il disturbo bipolare: qual è l’approccio terapeutico?
Come già ricordato in precedenza, la terapia farmacologica per il bipolarismo deve essere attentamente sviluppata da uno specialista, anche per quanto riguarda la sua durata. Poiché si tratta di un disturbo che si manifesta ciclicamente, la cura non è risolutiva, ma agisce sui sintomi e ha l’obiettivo di stabilizzare il più possibile l’umore del paziente. In questo modo, si può garantire un notevole innalzamento della qualità di vita e la ripresa delle normali attività, anche lavorative, che possono essere notevolmente compromesse durante le diverse fasi della malattia, così come le relazioni interpersonali. Spesso, inoltre, ai farmaci viene associata la psicoterapia, che aiuta soprattutto nella gestione della fase depressiva.
Come abbiamo visto, quindi, il bipolarismo è un disturbo complesso, che va curato rivolgendosi a professionisti competenti. Conoscevate i suoi sintomi?
Fonti
apc.it
studicognitivi.it
fondazioneveronesi.it
1 commento
Buongiorno,
Grazie per questo quadro generale della malattia. Lei ha scritto che tra le diverse cause (genetiche e ambientali) può essere determinante l’assunzione di alcuni farmaci. Quali per l’esattezza? Ho un familiare che è in cura da molti anni, ha vissuto situazioni altamente stressanti da bambino ed è stato incline all’uso di sostanze stupefacenti da adolescente. In famiglia non abbiamo casi di bipolarismo riscontrati forse perché allora la materia non era conosciuta come oggi ma si sono verificati alcuni episodi degno di nota.