Se si avverte dolore nella parte anteriore della pianta del piede, che tende a peggiorare quando ci si alza, si cammina o si corre, si potrebbe soffrire di un problema chiamato metatarsalgia. Questo disturbo può essere riconducibile a molteplici cause che, nella maggior parte dei casi, sono concatenate tra loro, e solo di rado, fortunatamente, richiede un intervento chirurgico per essere risolto.
Scopriamo meglio cos’è la metatarsalgia, come si manifesta e quali sono le terapie adottate per trattarla.
Metatarsalgia: di cosa si tratta e quali sono le cause?
La metatarsalgia è un dolore che interessa l’avampiede, ossia la parte anteriore della pianta del piede, nello specifico le teste metatarsali (i metatarsi sono le cinque ossa lunghe che si trovano tra il tarso e le ossa delle dita).
Questo disturbo sembra colpire in misura maggiore le donne (il motivo sarebbe da ricondurre anche all’uso di scarpe con il tacco e la punta stretta) e può avere diverse cause, spesso concomitanti. Tra i principali fattori scatenanti citiamo:
- allenamento fisico intenso: chi svolge sport ad alto impatto, molto caratterizzati da corsa e salto, tende a essere più a rischio di metatarsalgia, in quanto viene esercitata una pressione maggiore sui piedi. Anche chi pratica sport indossando scarpe che calzano male o che sono usurate può andare incontro a questo problema.
- Deformità dei piedi: condizioni come piede cavo (un’eccessiva altezza dell’arco plantare che può determinare anche la fascite plantare), alluce valgo, dita a martello (deformità che porta il dito ad assumere la forma di un martello o di un artiglio) possono indurre questa condizione.
- Frattura da stress: si tratta di micro fratture dovute a sollecitazioni ripetute nel tempo e non a un trauma specifico.
- Obesità: il peso in eccesso può influire sul carico a cui sono esposti i metatarsi.
- Alcune calzature: come già accennato, indossare frequentemente determinati tipi di scarpe, come quelle con tacco alto o con punta stretta, può favorire la comparsa della metatarsalgia.
- Neuroma di Morton: si tratta di una crescita di tessuto fibroso che colpisce i nervi situati tra i metatarsi. Causa sintomi simili alla metatarsalgia e può favorire lo stress dell’avampiede.
- Artrite reumatoide e gotta: anche queste patologie possono determinare lo sviluppo della metatarsalgia.
I sintomi della metatarsalgia
Dopo aver visto le possibili cause della metatarsalgia, scopriamo come si manifesta.
Le persone con questo disturbo tendono a presentare, in particolare:
- dolore nella zona dell’avampiede, che può avere diversi livelli di intensità, essere acuto o bruciante, e che solitamente peggiora quando ci si alza, si cammina o si corre. Può verificarsi anche formicolio alle dita dei piedi e la sensazione che ci sia un sassolino nella scarpa.
- Formazione di evidenti callosità e borsiti in corrispondenza dei metatarsi coinvolti (la borsite è un’infiammazione dolorosa a carico di piccole vesciche piene di liquido che hanno la funzione di proteggere le articolazioni). Possono verificarsi anche assottigliamento della cute e ulcere.
Come si cura la metatarsalgia: l’approccio conservativo e chirurgico
Sebbene possa causare molto disagio, la metatarsalgia generalmente non è una problematica grave. Tuttavia, se si avverte un dolore ai piedi che perdura per più giorni, è sicuramente consigliabile rivolgersi al medico per capire di cosa si tratta e seguire le eventuali terapie necessarie. Diverse condizioni, infatti, possono provocare questo tipo di sintomi.
Per la diagnosi di metatarsalgia, di solito ci si avvale di una visita ortopedica dove, oltre all’esame obiettivo utile anche a indagare la storia clinica del paziente, il medico potrebbe indirizzare la persona verso esami specifici come la radiografia, ad esempio.
In molti casi, un approccio conservativo è sufficiente per risolvere il problema. Quest’ultimo, di solito, prevede:
- riposare il piede: evitare di stressare il piede, ad esempio sospendendo per un po’ le attività sportive ad alto impatto e cercando di sollevarlo, quando possibile, per sollecitarlo di meno è molto importante per far fronte a questo disturbo.
- Applicare del ghiaccio: per un effetto analgesico, può essere utile mettere del ghiaccio (avvolgendolo in un asciugamano sottile) sull’area interessata più volte al giorno (per almeno 20 minuti ogni volta).
- Indossare scarpe adatte: evitare specialmente calzature troppo strette o troppo larghe e i tacchi alti.
- Usare plantari correttivi: per un effetto ammortizzante, sono utili plantari morbidi e su misura che permettono di correggere i carichi d’appoggio.
Oltre a questi trattamenti, il medico potrebbe anche prescrivere degli antifiammatori e della fisioterapia.
L’approccio chirurgico, invece, viene adottato raramente, di solito nei casi più gravi, dove altri rimedi non hanno sortito effetti. Recentemente, a questo proposito, si tende a ricorrere anche a una chirurgia mininvasiva che prevede incisioni di dimensioni molto più ridotte rispetto a quella tradizionale, e tempi di recupero più brevi.
Come abbiamo capito, quindi, la metatarsalgia è una condizione che può colpire anche gli sportivi, in particolare coloro che svolgono sport ad alto impatto. Ferma restando l’importanza di adottare tutte le accortezze per svolgere gli allenamenti in modo corretto (compreso svolgere un’adeguata attività di stretching e), compreso l’utilizzo di scarpe giuste per l’esercizio fisico), può comunque accadere di andare incontro a infortuni. In questi casi, aver sottoscritto una polizza come UniSalute Fisioterapia rappresenta un vantaggio notevole per chi pratica sport costantemente: le spese per infortunio saranno coperte, infatti, così come la fisioterapia e la visita medico sportiva agonistica annuale.
Conoscevate la metatarsalgia e i modi per trattarla?
Fonti
grupposandonato.it
materdomini.it
mayoclinic.org
issalute.it
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