Tra le malattie osteoarticolari, è la più seria in termini di danni strutturali permanenti alle articolazioni e complicanze; se combinata ad altre patologie, presenta inoltre un rischio di mortalità.
Si tratta, quindi di una problematica seria, da conoscere e trattare con attenzione, ecco perché oggi approfondiamo i sintomi dell’artrite reumatoide, i sintomi e le misure di prevenzione che è possibile adottare.
Cos’è l’artrite reumatoide?
In Italia, circa 400.000 persone sono colpite da questa malattia (dati Fondazione Veronesi) che interessa le articolazioni e i tessuti epidermici, polmonari, oculari e i vasi sanguigni.
Proprio come per altre patologie autoimmuni, ad esempio il lupus eritematoso sistemico e la sclerodermia, il sistema immunitario inizia ad attaccare i tessuti sani: in questo caso viene colpita la membrana che ricopre le capsule articolari, detta sinoviale.
Una volta “bersagliata” dagli anticorpi, questa membrana inizia ad ispessirsi, espandendosi fino a distruggere la cartilagine e, nei casi più gravi, arriva a danneggiare ossa, tendini e legamenti, vasi sanguigni, sierose, muscoli, polmoni, reni, cuore, sistema nervoso centrale e periferico e apparato visivo.
Questa progressione può comportare lo sviluppo di altre problematiche, anche gravi, la condizione di invalidità, una grande difficoltà dei movimenti e un dolore cronico di chi ne soffre da tempo.
Le più frequenti cause e fattori di rischio
Come per altre malattie auutoimmuni, la causa primaria che scatena l’artrite reumatoide non è nota: può giocare un ruolo la predisposizione genetica che, unita a possibili eventi scatenanti – infiammazioni, altre malattie, fattori ambientali – può portare all’esordio.
In particolare, i fattori di rischio evidenziati sono:
- squilibri ormonali
- agenti infettivi esterni
- fumo di sigaretta
- obesità e cattiva alimentazione
Come riconoscere i sintomi dell’artrite reumatoide
I principali sintomi a cui fare attenzione, quindi, sono i seguenti:
- rigidità e dolore articolare. Generalmente, il dolore varia durante il giorno, accentuandosi nelle prime ore del mattino;
- deformità delle articolazioni, in particolare di mani e piedi;
- tumefazioni e comparsa di edemi nelle zone articolari;
- in alcuni casi, perdita di peso dovuta al processo infiammatorio cronico;
- possono poi comparire noduli reumatoidi superficiali o profondi, che colpiscono sia le articolazioni che altri organi e apparati;
- ad uno stadio particolarmente avanzato della malattia, possono purtroppo manifestarsi anche fibrosi polmonare, pleurite e pleuropericardite.
Quando c’è un sospetto di artrite reumatoide, per formulare la diagnosi si utilizza un criterio clinico per conclamare la malattia, il quale prevede che siano presenti almeno quattro tra i seguenti indicatori:
- rigidità mattutina della durata di almeno 1 ora;
- artrite a 3 o più articolazioni, tra cui la mano;
- noduli reumatoidi cutanei;
- positività al test del Fattore Reumatoide;
- alterazioni radiologiche.
La diagnosi di artrite reumatoide: quali esami effettuare
Per formulare una corretta diagnosi, è fondamentale rivolgersi al proprio medico e consultare uno specialista reumatologo, che prescriveranno alcuni test specifici:
- Test del Fattore Reumatoide: a questo proposito, è importante ricordare che il risultato negativo non esclude che la malattia sia in corso, poiché in alcuni casi si positivizza col tempo, via via che la malattia procede. Inoltre, la positività del fattore può essere indice anche di altre patologie, come il lupus e l’epatite C.
- Ricerca degli anticorpi anticitrullina, molto utili per la diagnosi precoce.
- Dosaggio VES e proteina C reattiva.
Artrite reumatoide, cura e prevenzione
Iniziare la terapia il prima possibile e tenere sotto controllo i sintomi con una serie di accortezze rallenta il decorso della malattia e facilita il recupero.
Viene pertanto consigliata una cura che combina medicinali e controllo del proprio stile di vita, e che prevede:
- assunzione di farmaci, importanti soprattutto nella fase iniziale per controllare il dolore. Vengono somministrati principalmente cortisonici, immunosoppressori e medicine per diminuire i sintomi;
- terapie fisiche e fisioterapiche con impacchi, docce calde, manipolazioni, che dovranno essere concordati insieme al medico e al fisioterapista di fiducia;
- in alcuni casi, potrà essere necessario il ricorso alla chirurgia, per correggere gravi deformità articolari;
- esercizio fisico con la frequenza e intensità che il paziente riesce a tollerare;
- controllo dell’alimentazione, scegliendo una dieta bilanciata e ricca di vitamina C, vitamina E, selenio, betacarotene, omega 3, prediligendo quindi frutta, verdura e pesce. Sono invece sconsigliate le carni rosse.
La prevenzione della malattia segue le stesse indicazioni delle cure per rallentare il decorso: seguire i criteri della dieta mediterranea e praticare esercizio fisico costante è fondamentale per aiutare il proprio corpo a mantenersi in salute, specialmente se sono già presenti altre malattie autoimmuni, per esempio il diabete, o condizioni che possono portare a una degenerazione generale delle condizioni di salute, come ipertensione, osteoporosi e colesterolo alto.
Avevate già sentito parlare di questa patologia?
Fonti
epicentro.iss.it
fondazioneveronesi.it
reumatologia.it
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