Esami di alta diagnostica: la chiave per una diagnosi accurata

Come ribadiamo spesso in questo spazio, prendersi cura della propria salute è fondamentale. Possiamo farlo seguendo uno stile di vita corretto, che contempli un’alimentazione sana e una regolare attività fisica, ma anche attraverso un monitoraggio costante delle nostre condizioni fisiche, grazie a controlli medici periodici. Gli esami di alta diagnostica rivestono un ruolo essenziale in tal senso: vengono infatti prescritti per indagare la causa di un disturbo, individuare determinate patologie, ma anche per verificare l’andamento di una terapia. Scopriamo insieme, dunque, gli esami di alta diagnostica più comuni, a cosa servono e come si svolgono.

Cosa sono gli esami di alta diagnostica?

Sono generalmente definite di alta specializzazione diagnostica le prestazioni che necessitano di figure professionali specifiche o di una strumentazione ad alta tecnologia. Come anticipato, questo tipo di esami è cruciale per la diagnosi e la prevenzione di molte malattie, e gli italiani sembrano esserne consapevoli, come ha evidenziato il primo Rapporto sulla radiologia in Italia condotto da Censis per SIRM (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica) presentato nel 2022 al 50° Congresso della Società scientifica, i cui risultati sono stati ripresi dal Corriere della Sera. Secondo questa indagine, circa l’86% degli italiani ritiene gli esami di diagnostica per immagini essenziali per permettere al medico di giungere a una diagnosi corretta e per decidere le terapie più adeguate. 

Forse però non tutti conoscono le differenze tra le varie tipologie di esame, ad esempio tra tomografia computerizzata, radiografia, ecografia e risonanza magnetica. Vediamo insieme, dunque, cosa contraddistingue questi e altri tipi di controlli e quali sono le loro peculiarità. 

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Quali sono gli esami di alta diagnostica?

Dalla TC alla PET, ecco gli esami di alta specializzazione diagnostica più conosciuti, a cosa servono e le loro modalità di svolgimento.

TC (Tomografia Computerizzata)

La Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) – oggi chiamata TC (Tomografia Computerizzata) – è una tecnica di diagnostica per immagini. Si tratta di un esame radiologico che impiega raggi X (radiazioni ionizzanti) per esaminare vari distretti corporei ed è utile nei casi in cui si sospetta la presenza di lesioni, ischemie, emorragie o neoplasie, ad esempio. Può essere indicata per individuare un tumore, per esaminare le arterie coronarie, l’apparato urinario, ma anche il sistema nervoso centrale e il grosso intestino (in questo caso tramite colonscopia virtuale). Può essere usata anche in caso di urgenze dopo ischemie, emorragie o embolie polmonari, per fare degli esempi. 

Per lo svolgimento della TC la persona deve distendersi su un lettino che si sposta in orizzontale all’interno del gantry, la struttura a forma di anello che rappresenta la fonte di raggi X. Per tutta la durata della procedura il paziente deve restare fermo e seguire le istruzioni dello specialista. In certi casi, per una visualizzazione più dettagliata può essere impiegato un mezzo di contrasto. 

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Radiografia (RX)

Anche la radiografia – o esame radiologico – prevede l’uso di raggi X, permettendo di ottenere immagini dello scheletro ma anche di alcuni organi. Può essere prescritta, ad esempio, per diagnosticare patologie come artrite e artrosi, studiare eventuali lesioni polmonari o altri problemi ai polmoni come pleuriti e broncopolmoniti, ma anche in sede addominale per verificare condizioni come possibili perforazioni e calcoli, o in ambito odontoiatrico. La radiografia può essere svolta in posizioni diverse a seconda del caso e della zona da esaminare, inoltre è importante indossare un abbigliamento adeguato e togliere eventuali gioielli e oggetti di bigiotteria dalla parte del corpo da sottoporre a RX. 

Risonanza magnetica 

La risonanza magnetica si distingue dalla TC e dalla radiografia in quanto consente di catturare immagini del corpo umano usando campi magnetici, senza raggi X. Si tratta di una metodica che permette di esaminare articolazioni, scheletro e organi interni: per questo motivo può essere utilizzata per la diagnosi di molteplici disturbi, dall’ambito ortopedico e traumatologico a quello neurologico e neurochirurgico, dalla cardiologia fino all’urologia e all’oncologia, per fare degli esempi. 

Per svolgere l’esame il paziente deve stendersi su un lettino che scorre all’interno del macchinario, un tunnel aperto alle estremità che genera il campo magnetico. Anche in questo caso è necessario che la persona resti ferma per tutto il tempo e può essere previsto, talvolta, l’utilizzo di un mezzo di contrasto. 

Ecografia

L’ecografia è un metodo diagnostico che si avvale di ultrasuoni. Facendo scorrere la sonda ecografica sulla pelle del paziente, in tempo reale si possono ricavare immagini di varie parti del corpo, tra cui organi, vasi sanguigni, strutture tendinee, muscolari e ghiandole. Ciò che non è possibile esaminare, invece, sono le strutture ossee. 

L’ecografia può essere usata per diverse esigenze, ad esempio per visionare organi all’interno dell’addome e della pelvi, ma anche per studiare tiroide e linfonodi del collo, l’apparato muscolare, le arterie e le vene. Prima di procedere viene applicato un gel apposito sulla pelle del paziente – in corrispondenza della zona da visionare – che serve per migliorare la trasmissione delle onde sonore. In certi casi, come accade con l’ecografia transvaginale, l’ecografia viene fatta internamente. 

Ecocolordoppler

L’ecocolordoppler è un tipo specifico di ecografia che consente di visionare i vasi sanguigni e il flusso sanguigno al loro interno. Viene utilizzata per esaminare o tenere sotto controllo problemi di carattere vascolare ma anche per rilevare lesioni di tipo aterosclerotico, ossia placche che bloccano il flusso di sangue. Grazie a questo esame, infatti, è possibile conoscere la velocità e la direzione del flusso ematico, rilevando la presenza di diverse malattie che, anche se non causano sintomi particolari, con il passare del tempo possono diventare molto gravi o addirittura fatali. 

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Mammografia

La mammografia è un esame che si avvale di radiazioni ionizzanti e riveste un ruolo importantissimo nella diagnosi precoce del tumore al seno. Permette di individuare lesioni tumorali anche di piccole dimensioni e può essere prescritta in seguito alla palpazione di un nodulo al seno oppure ad altri indizi che meritano di essere indagati più a fondo. La mammografia viene usata nel programma di screening messo a disposizione dal Sistema sanitario nazionale, proprio con lo scopo di rilevare un possibile tumore quando è ancora in una fase iniziale, e prevede l’utilizzo di un apparecchio radiologico – il mammografo – che proietta sul seno un fascio di raggi X. 

Come spiega AIRC, per le donne che hanno meno di 40-45 anni generalmente viene consigliata l’ecografia, perché a questa età la densità della ghiandola mammaria può rendere la mammografia più difficile da leggere. 

Endoscopia

L’endoscopia è una metodica che consente di visionare strutture e organi interni. Lo strumento utilizzato si chiama “endoscopio”, ha l’aspetto simile a un tubo e in genere viene introdotto nell’organismo attraverso un’apertura naturale, come la bocca o l’ano. Le immagini, catturate grazie alla luce e alla piccola videocamera posizionate all’estremità dell’endoscopio, sono subito trasmesse allo schermo di un computer, in modo che il medico possa visualizzarle in tempo reale. Tra le procedure più comuni di questo genere ci sono quelle rientranti nell’ambito dell’endoscopia digestiva – di cui fanno parte gastroscopia e colonscopia – utili per diagnosticare le principali patologie a carico dell’apparato digerente, ma anche per rilevare e prevenire tumori che possono colpire questa parte del corpo. 

PET 

Il termine PET – acronimo di Positron Emission Tomography – sta a indicare la tomografia a emissione di positroni, tecnica diagnostica appartenente alla medicina nucleare, utilizzata soprattutto in ambito oncologico ma anche in settori differenti. Rappresenta un tipo di scintigrafia, anch’essa appartenente alla medicina nucleare, e in oncologia trova impiego sia per la diagnosi sia per il monitoraggio degli effetti di una terapia. 

La PET è una procedura non invasiva che si esegue mediante la somministrazione di un radiofarmaco. In genere si usa una sostanza normalmente presente nell’organismo, come il glucosio, che viene legata a una molecola radioattiva (come spiegano gli esperti, le radiazioni emesse da questi medicinali vengono eliminate piuttosto rapidamente). Una volta in circolo, il farmaco ha la capacità di accumularsi solo nelle cellule di interesse per l’esame, evidenziando così la presenza di eventuali patologie. Il modo in cui si distribuisce viene rilevato dal tomografo, l’apparecchiatura utilizzata. 

 

Come abbiamo visto, dunque, gli esami di alta diagnostica sono molteplici e hanno tutti l’obiettivo di consentire una diagnosi il più possibile accurata, che permetta di sviluppare un piano terapeutico adatto e personalizzato. Chiaramente sarà il medico, a seconda del caso, a prescrivere la procedura più adeguata per il paziente in base a fattori come il problema riscontrato, la patologia da indagare, le condizioni fisiche e di salute della persona (due aspetti, anche questi, che possono rendere una metodica più o meno indicata delle altre). 

 

FONTI:

airc.it

materdomini.it

humanitas.it

issalute.it

auxologico.it

msdmanuals.com


Immagine in evidenza di fizkes/gettyimages.it

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