colonscopia virtuale

Colonscopia virtuale: quando è indicata, in cosa consiste e come ci si prepara

 

Lo sviluppo di nuove tecnologie in ambito medico permette di arricchire la disponibilità diagnostica con strumenti innovativi, grazie ai quali si possono rendere determinate pratiche più tollerabili per i pazienti. Una di queste è la colonscopia virtuale, un esame di tipo radiologico che consente di ispezionare la parete interna del colon: può essere usato a completamento della colonscopia tradizionale, ma anche nei casi in cui quest’ultima non possa essere effettuata. Cerchiamo di capire in cosa consiste questa tecnica, quali sono i suoi vantaggi e in cosa si differenzia dal metodo “classico”.

Colonscopia virtuale: che cos’è?

La colonscopia virtuale è un esame minimamente invasivo, che consiste in una tomografia computerizzata (TC o TAC), a bassa dose di radiazioni, attraverso cui è possibile simulare la colonscopia tradizionale. Dopo l’inserimento di una sonda rettale di piccole dimensioni – che ha la funzione di distendere l’intestino crasso attraverso insufflazione di aria – i raggi X permettono di ricostruire al computer l’immagine tridimensionale dell’intestino.

In particolare, la colonscopia virtuale consente di rilevare problematiche come:

A questo proposito è bene ricordare che il tumore al colon, nella maggioranza dei casi, è causato da una trasformazione maligna di polipi intestinali, escrescenze che si sviluppano sulla mucosa dell’intestino. Individuare i polipi per tempo e rimuoverli prima che possano diventare pericolosi è quindi molto importante.

Colonscopia virtuale e tradizionale: qual è la differenza?

La colonscopia virtuale si distingue da quella tradizionale per la sua minore invasività. Proprio per questo non richiede sedazione, a differenza del metodo classico dove, a causa delle procedura prevista, è invece necessaria: in quest’ultima, infatti, è utilizzato il colonscopio (sonda flessibile dotata di una piccola telecamera), strumento che viene inserito nel canale anale per visualizzare l’interno del retto e del colon.

colonscopia tradizionale

Andrey Shevchuk/gettyimages.it

La colonscopia virtuale, inoltre, vanta un livello di accuratezza pari a quello della colonscopia per quanto riguarda i polipi di dimensioni dai 6 millimetri in su.

Questo esame, tuttavia, presenta alcuni limiti, nonostante la sua precisione. Ad esempio, ha difficoltà a individuare polipi più piccoli di 5 millimetri, così come le lesioni piatte.

Non consente, poi, di rimuovere i polipi e di effettuare biopsie, operazioni per le quali è sempre necessario ricorrere alla colonscopia tradizionale.

Colonscopia virtuale: quando è consigliata

Dopo aver visto che cos’è e in cosa si differenzia da quella tradizionale, vediamo quando è consigliata la colonscopia virtuale. Questo esame può essere suggerito, ad esempio:

  • quando la colonscopia tradizionale risulta incompleta a causa di particolari condizioni che non rendono possibile proseguire con la procedura classica, come anomalie anatomiche o aderenze post chirurgiche.
  • Se il soggetto ha una malattia che rende particolarmente rischiosa la colonscopia tradizionale.
  • In caso di pazienti anziani che possono correre il rischio di complicanze come una perforazione dell’intestino.
  • Se la persona è intollerante alla colonscopia tradizionale.

Come spiega AIRC, si sta anche valutando se in futuro inserire la colonscopia virtuale all’interno dei programmi organizzati di screening per il cancro al colon. Tuttavia, sono in corso studi per valutare la sua effettiva efficacia in tal senso.

Come si svolge la colonscopia virtuale

Dopo aver capito quando viene usata e a cosa serve, vediamo come si svolge la colonscopia virtuale. Innanzitutto, prima dell’esame vero e proprio, al paziente verrà chiesto di assumere per bocca un mezzo di contrasto che serve a individuare eventuali residui fecali all’interno dell’intestino, distinguendoli, così, da possibili polipi.

Chinnapong/gettyimages.it

La procedura, in seguito, viene eseguita in questo modo:

  1. come anticipato, per mezzo di una sonda di piccole dimensioni, viene soffiata dell’aria nell’intestino del paziente: questa operazione non è dolorosa, ma può causare una sensazione di gonfiore che, comunque, scompare rapidamente dopo l’esame.
  2. A questo punto vengono effettuate le scansioni, durante le quali alla persona verrà chiesto di cambiare posizione (le immagini, infatti, sono acquisite sia in posizione prona che supina) e di trattenere il respiro per alcuni secondi.
  3. I dati vengono elaborati da un software specifico che ricostruisce virtualmente l’intestino, permettendo ai medici di visualizzarne l’interno.
  4. Salvo indicazioni differenti da parte del medico, dopo la colonscopia virtuale è possibile riprendere subito le proprie normali attività.

Colonscopia virtuale: come ci si prepara?

Le norme preparatorie di una colonscopia virtuale, in genere, sono minori rispetto a quelle previste per la colonscopia tradizionale. Di solito, infatti, viene richiesto di seguire, nei giorni prima dell’esame, una dieta priva di scorie (quindi povera di fibre come frutta e verdura) e in alcuni casi l’assunzione di un leggero lassativo. Saranno comunque gli specialisti a indicare con precisione al paziente il tipo di preparazione intestinale necessaria.

La colonscopia virtuale comporta rischi o controindicazioni?

La colonscopia virtuale è un esame sicuro che non causa, generalmente, particolari fastidi. Può esistere un piccolo rischio di perforazione dell’intestino crasso dovuto dell’insufflazione di aria, ma comunque è molto ridotto, oltre che indubbiamente minore rispetto a quello a cui può esporre il metodo tradizionale.

Anche il quantitativo di raggi X utilizzato, come abbiamo detto, è molto basso ed è inferiore a quello usato durante una TAC convenzionale all’addome. Ciononostante, le donne in gravidanza non possono sottoporvisi.

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Fonti

airc.it
humanitas-sanpiox.it
gavazzeni.it
siccr.org
mayoclinic.org
niddk.nih.gov

 

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