A cosa serve la colposcopia e come viene effettuata?

In Italia, cresce il numero di donne sensibili al tema della prevenzione oncologica. C’è quindi una maggiore consapevolezza del fatto che sottoporsi regolarmente a programmi di screening e a controlli periodici sia fondamentale per combattere le malattie tumorali, individuandole ai primi segnali. Tra queste, il tumore del collo dell’utero (o della cervice uterina) è tra le neoplasie più frequenti nella popolazione femminile, ma anche tra quelle più facilmente prevenibili e curabili se rilevata precocemente: a questo proposito, esiste un esame ginecologico che permette di identificare eventuali anomalie cellulari sulla superficie della cervice e intervenire il prima possibile. Vediamo insieme la colposcopia, cos’è, come funziona e quanto è utile per prevenire forme tumorali maligne.

Colposcopia: cos’è e a cosa serve

Con “colposcopia” s’intende un esame approfondito che permette una visualizzazione accurata della vulva (in questo caso, parliamo di vulvoscopia), della vagina e della cervice uterina (o collo dell’utero). Come spiega l’Airc, “la colposcopia si usa soprattutto per studiare eventuali anomalie delle cellule del collo dell’utero emerse con il PAP test”. Infatti, tra i vari programmi di screening, la colposcopia non è un esame volto alla prevenzione di primo livello per l’individuazione precoce del tumore della cervice uterina, ma di secondo: come tale, quindi, consiste in un’indagine diagnostica richiesta dal ginecologo per confermare e comprendere l’identità di un’alterazione cellulare precedentemente evidenziata dal PAP test. Ma non solo: viene anche disposta in caso forti dolori pelvici o di anomali sanguinamenti della vagina, soprattutto dopo un rapporto sessuale.

colposcopia

istock.com

Il tumore del collo dell’utero: cos’è e quanto è diffuso

Il PAP test prima e la colposcopia dopo sono esami di screening che hanno l’obiettivo di segnalare nelle sue fasi iniziali il cancro del collo dell’utero (o della cervice uterina): si tratta di un tumore maligno dovuto a una moltiplicazione incontrollata di alcune cellule situate nella zona di transizione tra la parte terminale dell’utero e la vagina. In Italia, il tumore al collo dell’utero è al quinto posto tra le neoplasie femminili più diagnosticate nella fascia d’età fino ai 49 anni con circa un 4%, e viene subito dopo quello alla mammella (41%), alla tiroide (15%), alla cute (melanomi, 7%), colon-retto (4%): lo affermano i dati relativi al numero dei tumori in Italia nel 2018 derivanti dalla collaborazione tra AIOM (Associazione italiana di oncologia medica), AIRTUM (Associazione italiana registri tumori), Fondazione AIOM e PASSI (Progressi nelle aziende sanitarie per la salute in Italia). Possiamo dire che tra i tumori ginecologici – che colpiscono, quindi, utero, ovaie, vagina e vulva – quello della cervice uterina è il carcinoma con l’incidenza maggiore.

La prevenzione per il tumore al collo dell’utero: la colposcopia

Per molto tempo, il tumore al collo dell’utero è stata una delle neoplasie femminili più frequenti e con un tasso di mortalità altissimo, ma negli ultimi anni la situazione è profondamente cambiata, facendo registrare un’inversione di tendenza. A confermarlo, sono i dati relativi al 2018 sui numeri del cancro in Italia: si è evidenziato un tasso di guarigione pari al 74% delle donne con pregressa diagnosi di tumore della cervice uterina; inoltre, è emersa una netta riduzione della sua mortalità proprio grazie a un attento programma di screening, che risulta molto efficace nel processo di cura.

Quindi, la colposcopia, così come il PAP test, è un esame molto prezioso nella lotta contro il cancro, perché permette alle donne di individuare lesioni pre-maligne, le quali possono essere asportate evitando il successo sviluppo della patologia neoplastica. Gli esperti sono concordi nel sostenere che una diagnosi precoce sia fondamentale per migliorare il controllo della malattia e ridurre così la mortalità, che rimane purtroppo ancora alta quando il tumore viene scoperto tardi: in Italia, ogni anno si manifestano circa 2.300 nuovi casi in forma iniziale, mentre “solo” una donna su 10.000 riceve una diagnosi di tumore della cervice in forma avanzata.

colposcopio

shutterstock.com

Come si svolge la colposcopia?

Si tratta di un esame ambulatoriale di semplice esecuzione e di breve durata, che richiede dai dieci ai venti minuti circa. Come funziona nella pratica? Vediamolo insieme.

  • La paziente deve assumere la posizione ginecologica (esattamente come per il PAP test) e rilassarsi, così da permettere al medico specialistico di dilatare la vagina con un apposito strumento, chiamato speculum.
  • Dopo aver tamponato le zone da esaminare con un batuffolo di cotone, il medico può applicare una soluzione specifica (a base di acido acetico o di iodio) che va a colorare in maniera differente l’epitelio anormale da quello normale e che, quindi, aiuta a identificare eventuali alterazioni.
  • A questo punto, si passa allo studio accurato della cervice uterina che avviene tramite un colposcopio: è un microscopio binoculare o monoculare che ricorda un binocolo, dotato di luce e di un forte potere d’ingrandimento. Durante l’esame, il colposcopio non viene inserito all’interno dell’apparato genitale femminile, ma rimane fuori, a circa 30 centimetri, e consente di esaminare con un’immagine ingrandita (da 6 fino a 40 volte) e ben illuminata la zona interessata.

Tuttavia, è bene sapere che in alcuni casi si possono eseguire direttamente dei piccoli prelievi di tessuto (biopsia mirata): una volta identificata l’area sospetta, il medico procede con il prelievo di alcuni frammenti che verranno poi analizzati in un laboratorio specifico attraverso un esame istologico. Nel caso in cui si confermi una diagnosi di tumore al collo dell’utero, il passo successivo è di procedere con una pianificazione del trattamento più adeguato insieme a un medico specialistico.

visita ginecologica

istock.com

 

La colposcopia è un esame che possono fare tutti?

A differenza della mammografia che è prevista dal programma nazionale di screening per tutte le donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni con cadenza annuale, la colposcopia è un esame che si prescrive solo se i risultati del PAP test mostrano delle alterazioni cellulari che facciano sospettare un’infezione, come quella del Papilloma Virus (HPV), considerato la principale causa del tumore al collo dell’utero. Perciò, il test primario impiegato nello screening per questa forma di carcinoma rimane il PAP test, che viene effettuato a tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 64 anni, con cadenza triennale.

In caso di PAP test dubbio, il ginecologo può richiedere una colposcopia, per la quale però occorre sapere che l’esame non si può eseguire durante il periodo del ciclo mestruale, oppure in presenza di una forte infiammazione o di una distrofia della mucosa vaginale. Inoltre, i medici sottolineano che non bisogna avere rapporti sessuali o usare tamponi vaginali, candelette, ovuli, lavande o altri farmaci vaginali nelle 24 ore precedenti all’esame, mentre le donne in gravidanza possono sottoporsi senza alcun problema all’esame.

Nessuna controindicazione con la colposcopia

La colposcopia è un esame fondamentale per la prevenzione al tumore al collo dell’utero, e a renderlo così prezioso c’è anche la quasi totale assenza di controindicazioni. Infatti, gli esperti tengono a sottolineare che, come per il PAP test, la colposcopia è assolutamente indolore: durante l’esame si avvertirà al massimo un senso di lieve bruciore o formicolio nel momento dell’applicazione delle soluzioni acetiche o iodate. Invece, se alla colposcopia si associa anche una biopsia mirata, è possibile provare una sensazione di dolore più o meno intenso se il prelievo è effettuato sulla porzione inferiore della vagina o della vulva, mentre, per i prelievi sul collo dell’utero, solo un leggero fastidio, come quello di una puntura. Una volta concluso l’esame, la donna può tranquillamente riprendere la normale attività quotidiana: in caso di colposcopia con biopsia, invece, nei due giorni successivi potrebbero comparire piccole perdite vaginali scure, che però non devono preoccupare.

 

Oltre a sottoporsi a controlli periodici, è importante ricordare che il nostro modo di vivere influenza direttamente il nostro organismo, aumentando o diminuendo il rischio di ammalarsi. In aggiunta alla vaccinazione contro il Papilloma Virus, quindi, gli esperti raccomandano di agire anche sugli altri fattori di rischio, come il fumo e una cattiva alimentazione, e di praticare una quotidiana attività motoria. Per promuovere le buone abitudini di tutta la famiglia, UniSalute ha creato, ad esempio, Protezione Famiglia, una polizza ad hoc che realizza programmi personalizzati per la ricerca di uno stile di vita corretto e sano. Perché – non ci stanchiamo mai di ripeterlo – la cura più efficace è la prevenzione e poter contare su un team di medici e operatori specializzati può fare la differenza.

Sapevate cos’è la colposcopia e della sua importanza?

 

Fonti:

salute.gov.it
airc.itfondazioneveronesi.it
issalute.it
registri-tumori.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post

    Nessun commento