Cardiopatia congenita e acquisita
Le patologie che interessano il cuore sono di tipo anatomico o funzionale e possono essere congenite, presenti fin dalla nascita, oppure acquisite, che subentrano in un secondo momento. Le cardiopatie congenite sono dovute a malformazioni dell’organo cardiaco o a difetti nel suo sviluppo, che interessano la cavità del cuore, l’arteria o la vena polmonare. Possono avere un’origine genetica, oppure essere legate alla presenza di un fattore di rischio: lo stile di vita della madre, ad esempio, influisce sulla salute del feto; l’utilizzo di sostanze di alcol, droghe e farmaci, ma anche le malattie infettive o il diabete possono provocare delle malformazioni. Le cardiopatie acquisite possono insorgere nei bambini soprattutto in seguito a una febbre reumatica, mentre negli adulti sono spesso legate all’abitudine del fumo, all’ipertensione, all’ipercolesterolemia e all’obesità, così come a infezioni virali o batteriche.

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Cardiopatia ipertensiva: che cos’è, quali sono i sintomi e come avviene la diagnosi
Nei pazienti che soffrono da lungo tempo di ipertensione, il muscolo cardiaco si sforza eccessivamente per pompare il sangue in tutto il corpo: le pareti del ventricolo sinistro aumentano di spessore, una condizione che prende il nome di ipertrofia ventricolare sinistra e che accresce il rischio di angina pectoris, infarto del miocardio, ictus e scompenso cardiaco.
Sebbene potenzialmente molto pericolosa, questa condizione non compare in maniera improvvisa e può essere, in un primo momento, del tutto asintomatica o comportare mal di testa, problemi di equilibrio, acufene, epistassi. Ci sono, invece, dei sintomi specifici della cardiopatia ipertensiva:
- stanchezza diffusa e senso di affaticamento;
- fiato corto;
- tachicardia;
- dolori al petto.
La diagnosi della cardiopatia ipertensiva

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Gli esami che permettono di diagnosticare l’ipertrofia ventricolare sinistra e altre alterazioni morfologiche tipiche della cardiopatia ipertensiva sono l’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma. Occorre poi monitorare la pressione arteriosa, eseguire una radiografia del torace e degli esami del sangue che possano rivelare eventuali danni ad altri organi del corpo, come conseguenza della cardiopatia ipertensiva.
La Società Italiana dell’Ipertensione, la Società Italiana di Cardiologia e l’Associazione Nazionale dei Medici Cardiologi Ospedalieri hanno aggiornato le linee guida per diagnosi e trattamento sulla base di quelle europee e delle più recenti tecnologie diagnostiche a disposizione. Tra i punti chiave, queste indicazioni mettono l’accento su come sia fondamentale, nella cardiopatia ipertensiva, individuare al più presto e con precisione la gravità del danno subito dal muscolo cardiaco, per poter definire una terapia adeguata. Nelle forme iniziali, infatti, la terapia farmacologica è spesso sufficiente. Solo negli stadi più avanzati può essere necessario il ricorso all’angioplastica o a un intervento per impiantare pacemaker o bypass.
I fattori di rischio della cardiopatia ipertensiva

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Le patologie classificate come malattie cardiovascolari, quindi anche la cardiopatia ipertensiva, hanno in comune una serie di fattori di rischio comportamentali, ovvero direttamente collegati allo stile di vita:
- tabagismo;
- abuso di alcolici;
- sovrappeso e obesità;
- mancanza di attività fisica;
- diabete;
- alti livelli di stress.
Ci sono poi altri elementi, come l’età avanzata e la familiarità, che influiscono sull’insorgenza della cardiopatia ipertensiva.
Come prevenire la cardiopatia ipertensiva

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Prevenire fin da giovani il rischio di cardiopatia ipertensiva significa prima di tutto ridurre i fattori che possono portare all’insorgenza dell’ipertensione. La buona notizia è che le sane abitudini alimentari e un corretto stile di vita costituiscono già un valido alleato nella salvaguardia del del cuore e dell’apparato cardiovascolare. È importante quindi:
- scegliere un regime alimentare bilanciato, con molte fibre, pochi grassi saturi e poco sodio;
- fare attività fisica con costanza e tenere il peso corporeo sotto controllo;
- smettere di fumare;
- ridurre o azzerare il consumo di alcolici.
Nei pazienti che soffrono di ipertensione, è opportuno ridurre il più possibile la pressione arteriosa e il conseguente rischio di ipertrofia ventricolare sinistra, sia attraverso la dieta che attraverso la terapia: l’utilizzo di farmaci antipertensivi opportunamente prescritti dal medico può concretamente migliorare la prognosi. Tali farmaci risultano altrettanto efficaci anche quando la cardiopatia è già comparsa.
Accanto all’adozione di un corretto stile di vita, quindi, come abbiamo visto, per prevenire la cardiopatia ipertensiva e tutte le patologie a carico del sistema cardiovascolare è utile eseguire una volta all’anno alcuni controlli di routine, soprattutto se in famiglia ci sono casi di ipertensione. Un check up cardiologico, che permette di individuare negli stadi iniziali alcune malattie e quindi di intervenire tempestivamente, è spesso previsto dalle polizze assicurative sanitarie, come Protezione Famiglia di UniSalute, che offre una consulenza continua, oltre alla garanzia di un team di specialisti.
Conoscevate i rischi legati alla cardiopatia ipertensiva?
Fonti:
siia.it
giornaledicardiologia.it
1 commento
ulteriore ottimo articolo. grazie