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Tosse costante e difficoltà respiratoria: i sintomi della BPCO cronica e le cause

Per alcuni di noi, respirare normalmente può diventare difficile nel corso degli anni; le cause sono molteplici e per lo più legate alle patologie dell’apparato respiratorio (numerose e, purtroppo, tutt’altro che rare). Tali malattie vengono solitamente classificate in base a parametri come la sintomatologia e la diffusione ma, per alcune di esse, l’individuazione dei sintomi non è immediata: è il caso della Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, conosciuta con la sigla di BPCO, di cui ci occuperemo in questo articolo. L’Istituto Superiore di Sanità, sulla base dei dati dell’OMS, ha stimato che questa specifica pneumopatia, spesso connessa al tabagismo e/o a una condizione di forte sovrappeso, riguardi ben 210 milioni di persone nel mondo: noi cercheremo di esaminarne qui le caratteristiche principali, con uno sguardo – come sempre – alle opportunità di cura.

La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva

broncopatia

Come la maggior parte dei nostri tessuti, anche quello polmonare è soggetto, a causa di diversi fattori, a danneggiamenti e a infiammazioni più o meno gravi. Quando uno stato infiammatorio è particolarmente accentuato, può produrre modificazioni morfologiche a carico degli organi; nel caso del polmone, i bronchi infiammati cambiano aspetto e struttura, riducendo la propria funzionalità: in termini più semplici, possiamo affermare che, in questi casi, la nostra capacità respiratoria si riduce.
La BPCO si manifesta appunto con una crescente difficoltà respiratoria, causata dall’ostruzione bronchiale che caratterizza questa specifica patologia.

Le cause? Sono di natura diversa ma, tanto per l’origine ereditaria (rara) quanto per quella indotta da fattori esterni (molto più comune) , il quadro clinico è quello di una patologia cronica, ossia mai completamente guaribile.

I pazienti affetti da BPCO non raggiungono, dunque, una remissione totale della malattia; possono però seguire percorsi terapeutici personalizzati e adottare stili di vita salutari, riducendo così i sintomi caratterizzanti, che vediamo insieme di seguito.

Quali sono i sintomi più comuni della BPCO?

difficoltà respiratorie

Moyo Studio/gettyimages.it

Così come accade per molte altre patologie, l’attenzione ai sintomi da parte del paziente è un aspetto cruciale nella diagnosi di BPCO. La broncopneumopatia appartiene infatti alle patologie per le quali l’efficacia terapeutica è purtroppo condizionata da un alto numero di diagnosi tardive: mediamente, questo implica un notevole margine di ritardo nell’inizio delle cure e, quindi, nel ristabilimento dei sintomi peculiari della BPCO.

A quali segnali bisogna dunque prestare maggiore attenzione? Un quadro clinico compatibile con un’eventuale broncopneumopatia comprende di solito uno o più tra i seguenti sintomi:

  • tosse costante, intensa soprattutto al mattino;
  • una produzione di muco spontanea, ossia non associata a stati influenzali;
  • rumori e movimenti broncostenotici provenienti dal torace;
  • difficoltà respiratorie quali affanno, fiato corto o dispnea;
  • una maggiore predisposizione a infezioni respiratorie virali e batteriche.

In presenza di sintomi del genere, è opportuno consultare al più presto il medico curante per valutare un approfondimento clinico, tanto più se sappiamo di essere soggetti a uno dei fattori di rischio solitamente associati alla BPCO cronica: passiamoli in rassegna di seguito.

BPCO cronica: cause e fattori di rischio

sovrappeso

Qual è l’origine di una patologia respiratoria di tipo ostruttivo come la BPCO? Accennavamo poco fa all’evidenza clinica secondo cui, fatta eccezione per alcuni deficit organici che generano un’ipersensibilità bronchiale, la quasi totalità delle cause di BPCO è esterna (deriva cioè da abitudini e comportamenti reiterati nel tempo). Il soggetto esposto ai fattori dannosi diventa quindi potenzialmente a rischio e può sviluppare la malattia anche a distanza di anni dalla correzione dell’abitudine errata.

In particolare, tra i fattori esterni che costituiscono un rischio concreto e accertato di sviluppare una BPCO, troviamo:

  • il tabagismo, in particolare il fumo di sigaretta che è in grado di ridurre la funzionalità polmonare ai minimi fisiologici, complicando inoltre il quadro respiratorio con un’azione nefasta per la vitalità bronchiale;
  • l’obesità e il forte sovrappeso, nocivi soprattutto per via dell’accumulo di grasso addominale, che compromettono la capacità respiratoria anche sotto sforzo lieve;
  • la concomitanza di altre patologie respiratorie, come l’asma bronchiale.
  • l’inquinamento ambientale, soprattutto per via dell’esposizione continuata a polveri sottili e particolato.

L’osservazione clinica dei sintomi associata alla valutazione dei fattori di rischio costituiscono di fatto la base diagnostica per l’individuazione della BPCO. 

Dalla diagnosi di BPCO all’iter terapeutico

radiografia

Se dunque abbiamo avuto una diagnosi di broncopneumopatia cronica ostruttiva, il nostro medico ci consiglierà anzitutto di eliminare i fattori di rischio eventualmente presenti, i quali hanno reso il nostro organismo un terreno fertile per l’indebolimento della funzionalità bronchiale.

L’esame clinico di verifica della qualità respiratoria per eccellenza è la spirometria, una pratica non invasiva  in grado di verificare la presenza o meno di un’ostruzione delle vie aeree. L’iter di cura prevede un monitoraggio semestrale o annuale della funzionalità respiratoria abbinato alla terapia farmacologica: oltre a farmaci broncodilatatori, si interviene in genere con antibiotici e antinfiammatori per favorire la riabilitazione istologica.

Come si diceva, una patologia di tipo cronico come la BPCO non perviene quasi in nessun caso a una remissione completa della capacità polmonare; tuttavia, eliminando i fattori di rischio e seguendo scrupolosamente la terapia assegnata, è possibile tenere sotto controllo i sintomi e ristabilire una qualità di vita soddisfacente. Disturbi cronici: prevenirli è possibile Se quindi abbiamo deciso di modificare una o più abitudini che in futuro potrebbero predisporci a sviluppare una malattia respiratoria, possiamo contare su diversi supporti clinici in grado di aiutarci a perseguire i nostri obiettivi sia durante le prime settimane che in seguito. Diminuzione della pressione arteriosa, normalizzazione del battito cardiaco e, naturalmente, un riequilibrio della funzionalità polmonare: smettere di fumare rappresenta senz’altro il primo passo verso uno stile di vita più sano, oltreché l’eliminazione del maggiore fattore di rischio per le patologie respiratorie.

fumo sigarette

Nel caso in cui, invece, abbiamo bisogno di perdere del peso corporeo in eccesso, dobbiamo sapere che tornare al peso-forma gioverà non solo alla qualità del nostro respiro, ma anche al nostro equilibrio psicofisico generale; in particolare, dimagrire contribuisce a prevenire la cosiddetta sindrome metabolica, ossia l’insieme dei fattori critici che elevano il rischio cardiovascolare. Smettere di fumare e dimagrire, però, sono fasi molto impegnative e spesso lunghe, che rischiano quindi di scoraggiarci. Se dunque necessitiamo di un aiuto per monitorare la nostra salute cardiovascolare e per migliorare lo stile di vita globale, dobbiamo sapere che esistono percorsi clinici personalizzabili sulla base delle nostre esigenze: uno di questi è Protezione Famiglia a cura di UniSalute, che supporta il paziente con una consulenza ad hoc e con un programma alimentare e di allenamento da svolgere sotto costante controllo medico.

Ritrovare uno stile di vita sano aiuta quindi anche a prevenire i disturbi cronici; per questo è importante che ognuno di noi trovi la formula più semplice per raggiungere e mantenere il normopeso, restando così in forma per tutta la vita.

Fonti:

– salute.gov.it

– epicentro.iss.it

– aots.sanita.fvg.it

– ospedalesantandrea.it

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