Numerose donne affrontano problemi di salute mentale durante la gravidanza o nel primo anno dopo il parto a causa dei profondi cambiamenti fisici, emotivi e sociali che accompagnano la maternità. Ansia, baby blues e depressione post-partum sono disturbi più comuni che si accompagnano a sintomi come depressione, ansia, irritabilità, disturbi del sonno, affaticamento, pensieri negativi. Saperli individuare e attivare una rete di supporto che riunisca familiari e specialisti è fondamentale per tutelare il benessere della mamma e del bambino.
La maternità è un’esperienza che, per quanto emozionante, si accompagna a una vera e propria rivoluzione. Ogni neomamma deve fare i conti con uno stile di vita completamente diverso, con la responsabilità di essere madre, con gli impegni legati all’accudimento e alla costruzione di una relazione con il figlio e con il tentativo, mai semplice, di conciliare la nuova identità di genitore con la cura dei propri bisogni. È normale, dunque, essere disorientate, sopraffatte e in ansia nel periodo che precede e segue la nascita del proprio bambino.
Queste sensazioni, tuttavia, in condizioni di fragilità, possono sfociare in una sofferenza mentale che può alterare l’equilibrio della donna e di tutto il nucleo familiare, compromettendo anche il rapporto madre-figlio. Saper riconoscere segnali di disagio è dunque decisivo.
Approfondiamo quali sono i disturbi psichici più comuni in gravidanza e dopo il parto, e le cause, i fattori di rischio e i sintomi a cui prestare attenzione, per poi individuare gli interventi di prevenzione e cura che possono aiutare la donna a salvaguardare e ritrovare il suo benessere psicoemotivo.
Salute mentale nel periodo perinatale
Con l’espressione “salute mentale perinatale” si fa riferimento al benessere psicologico della mamma, e in generale della coppia di genitori, dalla gravidanza fino a un anno dopo il parto. Questo periodo di cambiamenti fisici, psicologici e sociali rende la donna vulnerabile al rischio di sviluppare disturbi mentali che mettono in pericolo il suo benessere e hanno ripercussioni sulla sua relazione con il bambino, sullo sviluppo socio-affettivo ed emotivo del piccolo e sull’equilibrio familiare.
A minacciare la salute mentale femminile nel periodo perinatale è uno spettro variegato di problematiche. Tra queste c’è il baby blues o maternity blues, una fase di malinconia e instabilità post-partum legata alle fluttuazioni ormonali, ma anche forme di disagio psichico più severo come la depressione, a lungo considerata una condizione peculiare del post-partum che in realtà può insorgere anche durante la gravidanza.
Nella Guida per l’integrazione della salute mentale perinatale nei servizi sanitari materno-infantili, l’OMS ha stimato che l’ansia e la depressione nel periodo perinatale colpiscono una donna su 10 nei paesi ad alto reddito e una su 5 nei paesi a reddito basso e medio. In Italia, tra il 2019 e il 2022, la percentuale di donne positive allo screening per depressione perinatale è salita dall’11,6% al 25,5%. Lo ha rivelato un’indagine condotta da ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) su oltre 14.000 donne, pubblicata sull’International Journal of Environmental Research and Public Health.
Per l’ampia diffusione e l’impatto di questo fenomeno, tutelare la salute mentale in una fase della vita complessa come quella perinatale è essenziale per salvaguardare il benessere della donna, del neonato e di tutta la famiglia. A livello globale rappresenta una priorità di salute pubblica che richiede interventi di prevenzione e presa in carico per supportare le future mamme e le neomamme e non farle sentire sole.
Disturbi mentali in gravidanza e nel post-partum: cause e fattori di rischio
All’origine dei problemi di salute mentale che la donna può sperimentare sia in gravidanza che dopo il parto ci sono componenti fisiche, psicologiche, sociali e ambientali che possono trasformare la maternità in un’esperienza difficile da vivere. Sull’insorgenza della depressione post-partum possono contribuire in particolare fattori di rischio quali:
- depressione prenatale
- elevato livello di ansia in tarda gravidanza
- scarso supporto da parte del partner e dei familiari
- eventi stressanti verificatisi durante e subito dopo il parto: parto traumatico o con complicanze, disturbi del sonno
- problemi di salute della puerpera o del neonato
- pressione legata all’accudimento del bambino.
A livello globale anche altre condizioni, ricorda l’OMS, possono avere un impatto negativo sulla salute mentale della donna in gravidanza e nel post-partum anche fattori come:
- età giovanile che la rende impreparata ad affrontare l’impegno della maternità
- difficoltà economiche
- rete di supporto sociale limitata o assente
- cattivo stato nutrizionale
- abuso di sostanze come alcol, farmaci e stupefacenti.

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Sofferenza psicologica in gravidanza e dopo il parto: sintomi
I disturbi mentali che possono interessare la donna durante la gravidanza e dopo la nascita del bambino sono numerosi e diversi per frequenza, tipologia, severità e durata. Oltre al baby blues, possono presentarsi disturbi d’ansia, forme depressive e altre manifestazioni di disagio psichico come i disturbi ossessivo-compulsivi, le psicosi, il disturbo bipolare, il disturbo da stress post-traumatico.
Come capire se una donna in gravidanza o dopo il parto sta attraversando un periodo di malessere psicologico? L’OMS evidenzia nella sua guida alcuni campanelli d’allarme:
- tristezza e pianto frequente
- incapacità di ricavare piacere da esperienze o attività una volta apprezzate
- mancanza di energia o motivazione
- tendenza a preoccuparsi o a farsi sopraffare dai pensieri
- alterazioni del sonno
- disturbi dell’alimentazione, come la perdita di appetito o la tendenza a mangiare di più
- ridotta concentrazione
- difficoltà nel prendere decisioni
- senso di colpa
- disperazione
- sensazione di inutilità
- pensieri negativi: convinzione che stia per succedere qualcosa di brutto o che il futuro sia senza speranza.
Ci sono, poi, alcuni sintomi più specifici legati all’esperienza della gravidanza e della maternità, come:
- incapacità di smettere di preoccuparsi per il bambino
- sensazione di non essere in grado o di non provare il desiderio di prendersi cura del piccolo
- pensieri negativi sul bambino.
Nei casi più gravi, le donne possono soffrire di allucinazioni, manifestare pensieri suicidi o autolesionistici e arrivare ad avere comportamenti pericolosi per la loro vita, come avviene nei casi di grave depressione.
È importante, per la rete di familiari e amici e per il personale sanitario che assiste la donna, riconoscere questi segnali di pericolo e saperne interpretare la ricaduta sulla quotidianità e sulla relazione madre-figlio. Questa presa di coscienza, infatti, permette di attivare le strategie di supporto più idonee per prendersi cura del benessere della donna e dello sviluppo equilibrato del bambino.
Conseguenze dei disturbi di salute mentale in gravidanza e nel post-partum
Una condizione di fragilità emotiva della donna, in gravidanza e dopo il parto, può avere un impatto severo sia sulla sua salute psicofisica sia sulla crescita del figlio, oltre a ripercuotersi sulla serenità della coppia e di tutta la famiglia. Come sottolinea l’OMS, problematiche di salute mentale durante la gestazione si associano a rischi più elevati di complicanze ostetriche, come il parto prematuro, anche come conseguenza della minore disponibilità a prendersi cura di sé in questa fase della vita, per esempio non rispettando gli appuntamenti di controllo previsti prima e dopo il parto.
Per il bambino, situazioni di questo tipo possono tradursi in:
- difficoltà di accrescimento, come un basso peso alla nascita
- un aumentato rischio di malattie
- difficoltà emotive e comportamentali.
I disturbi mentali, infatti, se non riconosciuti e trattati, impediscono alla mamma di instaurare una relazione adeguata con il proprio bambino, con conseguenze negative sullo sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo del piccolo.
Forme gravi di sofferenza psichica non curate, infine, possono causare nella mamma stati di agitazione, perdita di controllo e derive psicotiche in grado di sfociare in atteggiamenti autolesionistici o violenti. Per questo è fondamentale non trascurare alcun segnale di allarme e intervenire immediatamente se si percepisce una situazione di marcato disagio psicologico.
Come tutelare la salute psicologica perinatale della donna
La salute psicologica della donna è un universo delicato di cui devono prendersi cura tutte le persone che le stanno vicino, nel contesto familiare e in ambito sanitario. Il disagio psicologico non è un malessere che compare all’improvviso. Ci sono avvisaglie e fattori di rischio che occorre cogliere per evitare che evolvano in problematiche più serie.
Un primo intervento è rappresentato dai programmi di screening, che consentono di identificare le donne a più alto rischio. Accanto alla prevenzione, sono essenziali la diagnosi precoce e il trattamento tempestivo grazie alla creazione di una solida rete di supporto.
È importante che una donna in difficoltà condivida la sua sofferenza, chiedendo aiuto sia emotivo che pratico per affrontare i cambiamenti e le responsabilità della maternità. La nascita di un figlio può portare a concentrare le proprie attenzioni esclusivamente sul piccolo, negando i propri bisogni o vivendoli con senso di colpa. Avere accanto, dunque, persone che aiutino la donna a calarsi nel ruolo di madre ma la spronino anche a prendersi cura di sé è di grande sostegno.
Partner e familiari devono mostrarsi empatici e collaborativi, oltre che pronti a individuare segnali di disagio. Un ruolo cruciale è svolto dalle figure sanitarie di riferimento come ostetrica, ginecologo, medico di base, ma anche psicoterapeuta o psichiatra. Un supporto specialistico e un intervento mirato consentono infatti di adottare le misure più opportune – come la psicoterapia o trattamenti farmacologici – per fornire alla donna l’aiuto di cui ha bisogno.
Un alleato in questo senso è rappresentato dalla soluzione UniSalute My Baby, dedicata al benessere dei piccoli fino ai due anni di età e dei loro genitori. Supporto psicologico online, sedute di fisioterapia post partum, teleconsulto pediatrico costantemente attivo e possibilità di visite a domicilio in caso di necessità sono solo alcuni dei servizi offerti dal piano per garantire una protezione completa per la salute e la tranquillità della famiglia.
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Le domande più frequenti dei pazienti
Quali sono i segnali più comuni di disagio psicologico durante la gravidanza?
Tra i campanelli d’allarme più frequenti ci sono tristezza e pianto frequenti, irritabilità, ansia, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione e perdita di interesse per le attività abituali, pensieri negativi.
Quando preoccuparsi per la propria salute mentale in gravidanza o dopo il parto?
È importante chiedere aiuto se la tristezza o l’ansia diventano costanti, se compaiono pensieri negativi verso sé stesse o il bambino, o se si avverte la sensazione di non riuscire a gestire la quotidianità.
Come si può prevenire la depressione post-partum?
La prevenzione passa da una buona informazione, dal monitoraggio dello stato emotivo durante la gravidanza e dal mantenimento di una rete di supporto solida.
Cosa fare se si sospetta una depressione post-partum?
È importante rivolgersi al personale specialistico che assiste la donna in difficoltà: ginecologo, medico di base, psicoterapeuta o psichiatra. Un intervento tempestivo può evitare che la situazione peggiori e favorire un recupero rapido e completo.


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