Il singhiozzo è un disturbo comune di cui tutti, adulti e bambini, hanno sofferto almeno una volta nella vita. Per quanto sia molto fastidioso, generalmente è innocuo e tende a passare da solo nell’arco di pochi minuti, ma può anche accadere che duri più a lungo e che sia il sintomo di un problema di salute, soprattutto di natura cardiovascolare e gastrica. In questo articolo spiegheremo perché viene il singhiozzo e quali sono le principali cause di questo fenomeno. Scopriremo, poi, se è possibile prevenirlo, approfondiremo quali sono i rimedi comunemente impiegati per farlo passare e cercheremo di capire in quali situazioni è utile rivolgersi al medico per indagare l’origine del singhiozzo.
Cos’è il singhiozzo
Il singhiozzo è provocato da contrazioni involontarie e ripetute del diaframma, un muscolo posizionato al centro del tronco, tra gabbia toracica e addome, e molto importante per la respirazione: si contrae, infatti, quando inspiriamo, cioè immettiamo aria nelle vie respiratorie, e si distende quando espiriamo, ovvero mandiamo l’aria fuori dai polmoni. Il sintomo con cui questo disturbo si manifesta è il tipico suono “hic”, che si ripete ritmicamente e che è dovuto al fatto che ogni contrazione del diaframma determina una rapida chiusura della glottide, la valvola che si trova all’imbocco delle vie aeree. Questo meccanismo è all’origine del classico sussulto e del caratteristico rumore acuto che accompagnano il singhiozzo. Si tratta generalmente di un disturbo di breve durata, che può colpire sia gli adulti che i neonati e i bambini e che tende a risolversi spontaneamente, ma che può anche essere la manifestazione clinica di un problema di salute, quindi se persiste o si verifica di frequente non deve essere sottovalutato.
Le cause del singhiozzo
Perché viene il singhiozzo? A scatenarlo è l’irritazione del nervo frenico, un nervo che dal collo scende fino al diaframma e che ha il compito di controllare le contrazioni di questo muscolo. Nella comparsa del singhiozzo entrano in gioco anche alcuni centri nervosi, in particolare quelli che regolano la respirazione e l’ipotalamo, una piccola porzione del cervello che produce ormoni e neurotrasmettitori.
Le cause esatte che fanno sì che il nervo frenico si irriti non sono note, ma ci sono alcune situazioni che possono favorire questo fenomeno. Esaminiamo le principali:
- consumo eccessivo o troppo veloce di cibo e bevande, che provoca la dilatazione dello stomaco ed è all’origine del singhiozzo mentre si mangia o dopo mangiato;
- bruschi sbalzi di temperatura, come quelli che si verificano quando si passa da un ambiente caldo a uno freddo, o viceversa, oppure quando si beve una bevanda gelata o bollente;
- abuso di alcolici, che possono danneggiare la mucosa gastrica, cioè la mucosa che riveste lo stomaco, provocandone l’infiammazione e, indirettamente, irritando il diaframma;
- forte stress ed emozioni molto intense che portano a ingoiare una quantità di aria maggiore rispetto al normale, che irrita il diaframma;
- nei neonati e nei bambini, ingestione di aria legata al pianto.
Singhiozzo: quando preoccuparsi?
Come abbiamo visto, il singhiozzo è un disturbo che in genere è legato a situazioni tipiche della vita quotidiana: se è occasionale e transitorio, cioè si verifica di tanto in tanto e dura pochi minuti, non deve destare particolare preoccupazione. Tuttavia, quando il singhiozzo si presenta spesso, anche più volte al giorno, e tende a essere persistente, cioè ad avere una durata di diverse ore o, addirittura, di alcuni giorni, potrebbe essere la spia di una patologia, quindi è opportuno informare il proprio medico curante, che suggerirà gli eventuali approfondimenti diagnostici. Tra le problematiche di salute di cui questo disturbo può essere il segnale ci sono:
- la pericardite, cioè un’infiammazione del pericardio, la membrana che avvolge il cuore, il cui sintomo tipico, come per l’infarto, è il dolore toracico;
- il reflusso gastro-esofageo, una condizione che si manifesta con la risalita verso l’esofago del contenuto dello stomaco;
- la gastrite, cioè l’infiammazione della mucosa gastrica;
- alterazioni o lesioni dei centri nervosi che controllano il singhiozzo.
Un singhiozzo continuo che non passa potrebbe essere associato anche ad altre patologie, come tumori e malattie metaboliche, o all’assunzione di farmaci, per esempio tranquillanti e corticosteroidi. Si tratta, naturalmente, di situazioni meno comuni, perché, come detto, la comparsa di questo disturbo dipende nella maggior parte dei casi da banali abitudini quotidiane che lo scatenano: il consiglio, dunque, è quello di non allarmarsi, avendo però cura di chiedere il parere del medico se questo disturbo dura oltre le 24-48 ore o si manifesta di frequente.
È possibile prevenire il singhiozzo?
Esistono alcuni accorgimenti che possono aiutare a prevenire la forma più comune di singhiozzo, ovvero quella che scompare nell’arco di pochi minuti e che non è indice di un problema di salute. Ecco qualche consiglio utile per ridurre il rischio di soffrire di questo disturbo grazie a semplici precauzioni da adottare nel quotidiano:
- mangiare e bere lentamente, evitando di ingerire in modo troppo rapido grandi quantità di cibo e liquidi;
- masticare bene prima di deglutire;
- limitare il consumo di alcolici;
- evitare alimenti e bevande troppo caldi o troppo freddi;
- andare a letto almeno 2-3 ore dopo i pasti in modo da completare la digestione prima di distendersi e prevenire, così, la risalita degli acidi nell’esofago, che potrebbe portare alla comparsa del singhiozzo di notte;
- per prevenire il singhiozzo nei neonati, evitare poppate troppo lunghe o biberon con i buchi molto grandi, che potrebbero far ingurgitare più aria ai bambini.
I rimedi contro il singhiozzo
Non ci sono terapie validate scientificamente e riconosciute come universalmente valide contro il singhiozzo. Esistono tuttavia una serie di metodi comunemente impiegati per farlo passare e trovare giovamento. Ecco alcuni dei rimedi casalinghi più utilizzati:
- inspirare profondamente e trattenere il fiato, restando in apnea per 10-25 secondi, per far rilassare il diaframma;
- bere velocemente acqua a piccoli sorsi;
- ingerire un cucchiaino di zucchero, aceto o limone;
- far starnutire la persona che ha il singhiozzo stimolandole le narici;
- dare pacche sulle spalle;
- provocare uno spavento.
In caso di singhiozzo persistente, oltre a raccomandare una serie di accertamenti per confermare o escludere problemi di salute, il medico potrà valutare l’opportunità di una cura farmacologica, per esempio consigliando l’assunzione di medicinali anti spasmo per favorire il rilassamento della muscolatura del diaframma. Infine, se il singhiozzo è provocato da una patologia, per farlo passare sarà necessario trattare la causa scatenante.
Come abbiamo illustrato, per quanto sia un disturbo estremamente frequente e non preoccupante, anche il singhiozzo può essere un campanello d’allarme da non prendere alla leggera, soprattutto quando si verifica spesso o tende a durare a lungo. Prendersi cura della propria salute significa non trascurare alcun segnale, neanche quelli apparentemente banali, informare subito il medico di qualunque sintomo anomalo, programmare regolari controlli di prevenzione, anche in assenza di avvisaglie sospette, e sottoporsi a cure mirate in caso di necessità. Buone abitudini facili da adottare grazie all’aiuto di UniSalute, che mette a disposizione tantissime soluzioni assicurative dai molteplici vantaggi: polizze sanitarie a misura di ogni esigenza da scegliere con il supporto di consulenti specializzati, migliaia di strutture convenzionate in cui usufruire di prestazioni a tariffe agevolate, servizi innovativi come i videoconsulti medici, pacchetti di prevenzione che permettono di eseguire check up periodici e la possibilità di scegliere il canale più comodo – on line, in agenzia e in banca – per attivare l’offerta più adatta alle proprie necessità.
FONTI:
humanitas.it
issalute.it
ospedalebambinogesu.it
santagostino.it
Immagine in evidenza di LUNAMARINA/gettyimages.it
Nessun commento