Per comprendere meglio in cosa consiste la gastrite, come riconoscerla e come alimentarsi per contrastarla, abbiamo intervistato il professor Pier Roberto Dal Monte, Gastroenterologo e Presidente del Comitato Scientifico di UniSalute, insieme al quale ci siamo occupati anche di reflusso gastroesofageo e sindrome del colon irritabile.
Gastrite: sintomi e cause
“I sintomi principali di gastrite e ulcera peptica gastro-duodenale – introduce il professor Dal Monte – sono dolore, sensazione di malessere alla bocca dello stomaco o nella parte più bassa del torace. Talvolta il fastidio viene percepito anche posteriormente, prima e dopo l’ingestione di cibi.” Ad essi si aggiungono:
- bruciore
- eruttazione
- rigurgiti
- vaga sensazione di “indigestione”
- vomito.
Tuttavia, esistono casi in cui, pur trovandoci in presenza di gastrite, questi sintomi non si manifestano, o si manifestino in momenti differenti: soprattutto nel caso in cui si soffra cronicamente, infatti, i segnali restano latenti. Il rischio è che l’assenza di disturbi ci porti a sottovalutare il problema e ad esporre così l’organismo all’insorgenza di forme tumorali allo stomaco: “le neoplasie gastriche – precisa Dal Monte – possono comparire in uno stomaco preda della gastrite cronica avanzata.”
La complessità della gastrite in quanto disturbo legato alla dispepsia è determinata anche dal fatto che i fattori che ne hanno causato la comparsa non sono sempre chiari. Ci sono, infatti, potenziali cause nervose o neurovegetative: il processo di svuotamento dello stomaco rallenta, mentre aumenta la secrezione di sostanze come l’acido cloridrico e la pepsina che, come sottolinea il gastroenterologo, sono sì utili alla digestione, ma dalla natura irritante.
“D’altro canto – aggiunge l’intervistato – è possibile che la causa dell’infiammazione della parete gastrica sia un particolare germe, chiamato Helicobacter Pylori, per la sua conformazione elicoidale, il quale, oltre ad infiammare ed alterare col tempo direttamente la mucosa, rendendola più facilmente preda di lesioni ulcerative e talvolta neoplastiche, può provocare, con meccanismi non ancora del tutto noti, un’accentuata secrezione di acido cloridrico e di pepsina, da parte delle cellule predisposte per tale secrezione il che lede la mucosa.”
Talvolta possono essere le terapie con alcune farmaci antireumatici o antinfiammatori a determinare un disturbo della digestione. Infine, non va sottovalutata nemmeno l’opzione per cui la gastrite possa avere natura congenita o nervosa, in soggetti con una certa predisposizione a patologie del sistema digerente.
Come trattare la gastrite: riposo e dieta
Principale obiettivo della terapia contro la gastrite è, da un lato, far rientrare l’infiammazione e, dall’altro, supportare lo stomaco affinché riprenda la sua regolare attività digestiva. Per questa ragione, chi soffre di questa patologia deve prestare attenzione ad un trattamento globale: non è sufficiente prendere un medicinale per poter guarire. È necessario riposo, sia del corpo che della mente, seguire una terapia farmacologica solo se consigliata e prescritta dal proprio medico, e seguire una dieta adeguata.
Cosa mangiare con la gastrite?
“L’alimentazione in caso di gastrite è fondamentale – spiega Dal Monte – perché la dieta può rendere più facile lo svuotamento dello stomaco e la diminuzione dei disturbi connessi alla cattiva digestione.” Le regole da seguire sono piuttosto semplici:
- fare pasti regolari combinati con frequenti spuntini;
- evitare pasti troppo abbondanti, soprattutto alla sera;
- alimentarsi lentamente;
- non mangiare se si sente freddo oppure in un momento di particolare tensione.
È importante, inoltre, fare attenzione ad atteggiamenti apparentemente essere positivi e lenitivi, che in realtà peggiorano la situazione. “Se credete – spiega il gastroenterologo – di mantenere a riposo il vostro stomaco mangiando poco o niente, sbagliate. Riempirlo con cibi adatti impedisce la autodigestione, soprattutto quando è più attiva, ovvero durante il giorno e nelle ore di veglia notturna.”
Non esiste, secondo il professor Dal Monte, una vera e proprio dieta contro la gastrite, piuttosto è utile in primo luogo capire quali sono i cibi “indigesti” e limitarne l’assunzione e, in secondo luogo, evitare alimenti stimolanti come tè forte, caffè, alcolici.
Possono essere inclusi tranquillamente nella dieta, invece:
- frutta e verdura, in particolare cavoli, patate, finocchi, carciofi e banane
- carni bianche
- pesce
- latte, che mitiga naturalmente l’acidità di stomaco
- yogurt con fermenti lattici o probiotico
- cereali integrali e legumi
- olio extravergine d’oliva.
- camomilla, menta, liquirizia e tutte quelle sostanze che sono naturalmente lenitive e antinfiammatorie per lo stomaco.
È utile, infine, evitare qualsiasi alimento per cui vi sia una forma di intolleranza e, per non favorire la cronicizzazione della gastrite o un peggioramento delle condizioni di salute dello stomaco, consultarsi regolarmente con uno specialista. Una soluzione per instaurare un rapporto di fiducia con un’equipe medica, che possa seguire il paziente a 360° e risparmiare sui costi delle visite, potrebbe essere quella di stipulare una polizza assicurativa sanitaria: i piani individuali online di UniSalute, per esempio, rispondono ad esigenze specifiche e offrono un servizio di supporto e tutela completo e competente. Li conoscete?
1 commento
Controllare la dieta è un’ottimo consiglio, ma bisognerebbe prendere in considerazione che “It is now firmly established that Helicobacter pylori causes more than 90% of duodenal ulcers and up to 80% of gastric ulcers”, motivazione del Nobel a Barry Marshall e Robin Warren.
Un esame volto a verificare questa condizione quindi dovrebbe essere propedeutico a ogni altra azione.