Vediamo allora quali reazioni può provocare la puntura di insetto, quali sono gli insetti più diffusi nelle nostre zone e come riconoscerne i segni sulla pelle.
Gli insetti più diffusi
Innanzitutto, è bene sapere quali sono gli insetti più diffusi nel nostro ambiente e i motivi per cui pungono: questo ci aiuterà a comprendere quali accorgimenti si possono mettere in atto per evitare – per quanto possibile – di essere pizzicati.
Alla nostra latitudine, incontriamo frequentemente:
- zanzara e zanzara tigre – tutti conosciamo questo animale, tanto comune quanto fastidioso. La tipologia “tigre” si distingue dalla zanzara comune perché ha il corpo a strisce bianche e nere.
- Api, vespe e calabroni – questi insetti sono striati, e appartengono alla stessa famiglia, quella degli imenotteri. Le api perdono il pungiglione quando pungono, e tendenzialmente muoiono poco dopo, perché insieme all’aculeo abbandonano anche parte dell’intestino. Vespe e calabroni invece non perdono il pungiglione, e possono pungere anche più volte di seguito.
- Tafani – simili alle mosche, ma di dimensioni maggiori e allungate, i tafani sono diffusi soprattutto in luoghi dove ci sono degli animali, in particolare cavalli e altri mammiferi di grosse dimensioni.
- Zecche – piccole e tondeggianti, le zecche sono parassiti. Infatti si attaccano con parte del corpo nella pelle dell’uomo e iniziano a succhiare il sangue finchè non si riempiono a dovere e si staccano. Attaccano gli uomini, ma anche gli animali domestici come cani e gatti.
- Pappataci – simili alle zanzare, di colore più chiaro, i pappataci sono pericolosi non tanto per l’uomo quanto per i cani, perché la loro puntura può trasmettere la Leishmaniosi, malattia potenzialmente mortale per gli amici a quattro zampe.
- Pulci – questi insetti di colore rossastro vivono principalmente nel pelo degli animali, e la loro particolarità è che i bozzoli possono sopravvivere anche per due anni.
- Formiche – di tante tipologie e dimensioni, le formiche sono tendenzialmente innocue, anche se alcune di esse – quelle rosse o nere e rosse – possono pungere e urticare.
- Cimici da letto – queste cimici, di dimensione più piccola e colore più scuro rispetto a quelle verdi, si possono annidare tra le coperte e nei materassi, perché prediligono gli ambienti caldi. Pungono principalmente durante la notte, quando la persona è sdraiata per molte ore.
Approfondiamo ora le diverse tipologie di punture e le reazioni che possono provocare nell’uomo, per riconoscerle e trattarle nel modo corretto.
Perché pungono?
È importante sapere che, tranne in casi di allergie o problematiche particolari, come la trasmissione di batteri e infezioni, la puntura di questi insetti non è pericolosa. Non vanno però sottovalutati, perché sono tutti irritanti, e possono comunque causare malessere sia negli adulti che nei bambini, specialmente in caso di allergie.
Ma perché veniamo punti?
Insetti come le api, i calabroni e le vespe pungono per difendersi: salvaguardano i loro nido, le uova e piccoli, e nel caso dell’ape la sua missione è proteggere l’arnia e l’ape regina.
Proprio per questo, se ci si avvicina uno di questi insetti, agitarsi con movimenti bruschi è sconsigliato: l’animale percepirà infatti un attacco pericoloso, e sarà più propenso a pungere.
Gli altri insetti – zanzare, tafani, zecche, pappataci, pulci, formiche e cimici dei letti – pungono invece per nutrirsi: sono infatti insetti ematofagi, ovvero che si nutrono del sangue umano o degli animali.
Puntura d’insetto: come riconoscerla e che reazione provoca
Una puntura d’insetto è detta pomfo: si tratta infatti, nella maggioranza delle sue manifestazioni, di un’irritazione cutanea in rilievo con la presenza di un forellino che indica il punto in cui l’animale ha morso, provocando arrossamento e rigonfiamento.
Vediamo insieme le particolarità delle punture degli insetti citati precedentemente, anche per essere pronti a riconoscere di quale si tratta.
Puntura di zanzara
Queste punture si gonfiano immediatamente e subito iniziano a prudere, anche violentemente. Possono esserci più pomfi uno vicino all’altro e a volte capita che il prurito si risvegli dopo diversi giorni.
Puntura di ape, vespa o calabrone
Le punture di questi insetti sono dolorose, ma non pericolose a meno che il soggetto non sia allergico. Il dolore viene avvertito nel momento in cui il pungiglione dell’animale si conficca nella pelle, e il pomfo si gonfia immediatamente, dando luogo a un rigonfiamento circolare con un buco al centro, circondato da una zona rossa.
Di solito il gonfiore è di un diametro di circa 3 centimetri: se è più grande, potrebbe indicare una lieve reazione allergica (approfondiremo in seguito i sintomi di eventuali shock da punture di insetti). In caso di puntura d’ape, è necessario rimuovere subito il pungiglione, che si vede a occhio nudo: si può intervenire con le mani o con l’aiuto di una pinzetta.
Puntura di tafano
Queste punture sono pomfi di forma irregolare, duri, rossi e dolorosi. Spesso sono più di uno nello stesso punto, e rimangono evidenti e pruriginosi per vari giorni.
Puntura di zecca
Le punture di zecche, invece, non provocano dolore, e spesso non ci si accorge nemmeno della loro presenza. Il fastidio sopraggiunge successivamente, quando la zecca comincia a succhiare, perché la zona si gonfia e diventa dolorosa in modo permanente. A questo punto si può intervenire, rimuovendo l’animale con una manipolazione o prodotti specifici: rimarrà un piccolo foro, nel quale si formerà una crosticina che poi guarirà completamente.
Puntura di pappataci
Le punture di questi insetti sono tra le meno fastidiose: sono cerchietti rossi, leggermente in rilievo, agglomerati l’uno vicino all’altro. Provocano un leggero prurito, e non sono pericolose per l’uomo: lo sono invece per gli animali, come accennato precedentemente.
Puntura di pulci
Le pulci pungono ripetutamente, e le loro punture si riconoscono dall’irritazione a grappolo: tanti puntini pruriginosi che si espandono nella stessa area. Prudono con intensità lieve, e spariscono dopo qualche giorno.
Puntura di formiche
La puntura di una formica è una piccola piaga rossa, a cui si accompagna una vescica piena d’acqua, che si può poi infettare e diventare di colore più torbido. Spesso queste punture sono tante e tutte vicine.
Puntura di cimici da letto
Ci si accorge di essere stati punti da una cimice da letto solitamente al risveglio, notando pomfi di grosse dimensioni, duri e rossi, raggruppati in varie zone del corpo.
Come trattare le punture d’insetto e riconoscere reazioni allergiche
Tutte queste punture, se il soggetto non è allergico, si possono trattare con lozioni ad hoc, creme lenitive ed eventualmente ghiaccio per diminuire gonfiore e dolore. Inoltre, in particolare per le punture di zanzare, si possono valutare anche rimedi naturali, come la citronella.
Il consiglio è di non grattare i pomfi pruriginosi, perché facendolo si rischia di irritare ulteriormente la pelle, provocando delle microlesioni che possono infettarsi.
Tuttavia, alcuni insetti – in particolare api, vespe e calabroni – possono provocare reazioni allergiche gravi, che possono portare addirittura alla morte.
Se dopo la puntura si notano le seguenti reazioni, è necessario ricorrere subito all’utilizzo di farmaci specifici, recarsi al pronto soccorso o chiamare rapidamente un’ambulanza:
- orticaria con forte prurito
- asma con difficoltà di respiro e secrezione di muco
- angioedema: gonfiore sottocutaneo in viso e sulle labbra
- edema della glottide: gonfiore della laringe con difficoltà respiratorie
- shock anafilattico: calo di pressione rapido che porta allo svenimento.
Le punture d’insetto, per quanto fastidiose, sono quindi gravi solo in caso di allergie, ma non vanno comunque sottovalutate, specialmente nel periodo estivo in cui passiamo più tempo all’aria aperta.
Sapevate come riconoscerle?
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