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Intolleranza al lattosio nei bambini: come riconoscerla e cosa fare

Il lattosio è uno zucchero che si trova nei prodotti lattiero-caseari, come il latte e i formaggi. Per digerirlo, il nostro intestino tenue contiene un enzima chiamato lattasi, che si occupa di trasformare il lattosio in glucosio e galattosio.

Tuttavia, per chi ha un’intolleranza al lattosio, questo processo digestivo non si verifica correttamente, causando sintomi gastrointestinali sgradevoli.

I dati delle persone che soffrono di intolleranza al lattosio sono impressionanti: si stima che circa il 65-70% della popolazione mondiale sia affetto da una carenza genetica di lattasi, l’enzima che si occupa di rendere digeribile il lattosio. 

In Italia, secondo gli studi di AILI (Associazione Italiana Latto-Intolleranti), a essere intollerante al lattosio sarebbe addirittura il 50% degli italiani.

Non sono solo gli adulti a essere colpiti da questo fastidio, ma anche tantissimi bambini

Ai genitori può capitare infatti di notare che il proprio bimbo stia male dopo aver bevuto del latte o mangiato dei latticini. 

Di fronte a episodi di vomito, dolori addominali e diarrea, è del tutto normale preoccuparsi e avere il dubbio che il piccolo possa avere un’intolleranza.  

Ma come si individua l’intolleranza al lattosio nei bambini? Intolleranza e allergia al latte sono lo stesso problema? 

Le informazioni contenute in questo articolo vi aiuteranno a saperne di più sui sintomi dell’intolleranza al lattosio nei bambini, sulla diagnosi di questo fastidio e sulle opzioni di trattamento disponibili. 

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Aleksandr Uglov/gettyimages.it

Intolleranza al lattosio e allergia al latte sono la stessa cosa? 

Capita spesso di confondere l’intolleranza al lattosio e l’allergia al latte. Sebbene possano condividere sintomi simili, sono condizioni completamente diverse.

Mentre l’intolleranza al lattosio è un problema digestivo – e ne parleremo in modo approfondito nei prossimi paragrafi – l’allergia al latte coinvolge invece il sistema immunitario. L’intolleranza può dunque causare molto disagio, ma non produrrà mai una reazione potenzialmente pericolosa per la vita come l’anafilassi.

Un’altra differenza importante è che le allergie al latte tendono a manifestarsi entro il primo anno di vita, quando il sistema digerente di un bambino è ancora in formazione completa. L’intolleranza al lattosio, al contrario, può presentarsi durante l’infanzia e in età adolescenziale, per poi diventare più evidente nell’età adulta.

Intolleranza al lattosio: che cosa è? 

Il lattosio è, come dicevamo, uno zucchero che si trova in alimenti che la maggior parte dei bambini ama e consuma molto volentieri: latte e latticini, oltre a yogurt, gelati e formaggi. Non solo: contrariamente a quanto si può pensare, anche alcuni tipi di pane, cereali e cibi surgelati o in scatola contengono lattosio. 

Si parla di intolleranza al lattosio quando nell’intestino è carente dell’enzima della lattasi: l’organismo, quindi, non riesce a scomporre correttamente il lattosio. 

La mancanza di un’adeguata quantità di lattasi nel corpo impedisce al lattosio di essere “semplificato” in glucosio e galattosio, due zuccheri che il flusso sanguigno riesce ad assorbire con più facilità. 

La permanenza del lattosio nel sistema digestivo porta dunque a una fermentazione batterica, con conseguente produzione di vari gas, che causano gli spiacevoli sintomi associati all’intolleranza al lattosio come flatulenza, gonfiore e tensioni addominali.

Intolleranza al lattosio nei bambini: da che cosa è causata? 

L’intolleranza al lattosio può manifestarsi anche nei bambini. Le ragioni sono molteplici, e sono spesso legate anche all’età.

Le cause principali finora note in medicina possono includere prematurità, deficit congenito di lattasi, deficit primario di lattasi e deficit secondario di lattasi.

Prematurità e carenza di lattasi

Sebbene l’intolleranza al lattosio non sia comune nei neonati, alcuni bambini nati prematuri prima delle 34 settimane possono non avere un tratto gastrointestinale completamente funzionante.

I neonati potrebbero quindi avere carenza di lattasi e di altri enzimi di cui hanno bisogno per digerire il cibo. Non è raro, però, che questi possano svilupparsi più tardi, man mano che il bambino cresce. 

Deficit congenito di lattasi

In alcuni casi, l’intolleranza al lattosio è presente già dalla nascita: questa situazione è nota come carenza congenita di lattasi.

Purtroppo, per questi bimbi la diagnosi arriva molto presto, perché manifestano subito gravi diarree e il loro peso non aumenta correttamente per periodi prolungati.  

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Kontrec/gettyimages.it

Deficit primario di lattasi

La causa più comune di intolleranza al lattosio nei bambini, come abbiamo visto, è la carenza primaria di lattasi.

Questi bambini non hanno abbastanza enzima lattasi e la sua quantità può oltretutto diminuire ulteriormente con l’avanzare dell’età: questo significa che l’intolleranza potrebbe peggiorare con il tempo e manifestare sintomi e fastidi più intensi. 

Deficit secondario di lattasi

Si parla di deficit secondario di lattasi nei bambini quando l’enzima che si occupa di scomporre il lattosio diminuisce notevolmente a seguito di una malattia dell’intestino tenue, come per esempio la gastroenterite

La carenza di lattasi connessa ai deficit secondari può essere temporanea o a lungo termine

Considerando la delicatezza di questa fase della crescita, i bambini di età inferiore ai 3 mesi possono sperimentare effetti collaterali spiacevoli e potenzialmente gravi, come diarrea e scarsa crescita.  

Intolleranza al lattosio nei bambini: i sintomi 

I sintomi dell’intolleranza dipendono dalla quantità di lattosio che viene consumata dal bambino: più lattosio viene ingerito dal piccolo, più fastidi sperimenterà.

I disagi possono manifestarsi da pochi minuti a qualche ora dopo aver bevuto latte, mangiato latticini o qualsiasi alimento che contenga anche solo una piccola quantità di lattosio, e variano da lievi a gravi in ​​base a quanto il corpo del bambino può tollerare.

Ecco i principali sintomi a cui dovreste prestare attenzione, soprattutto se avvengono sistematicamente dopo il consumo, da parte del bimbo, di alimenti contenenti lattosio:

  • nausea;
  • dolore addominale, crampi e gonfiore; 
  • feci molli e gas; 
  • diarrea acquosa con gas. 

Intolleranza al lattosio nei bambini: la diagnosi

Un modo semplice per determinare se un bambino è intollerante al lattosio è smettere di somministrargli latticini e vedere se i sintomi scompaiono.

Sebbene questa “prova del nove” possa sembrare semplice da svolgere, non va effettuata senza il parere del medico di fiducia: è sempre meglio rivolgersi al proprio pediatra e attenersi alle sue indicazioni. 

Ovviamente, in caso ci sia il sospetto di un’effettiva intolleranza, il pediatra consiglierà ai genitori di rivolgersi a un gastroenterologo pediatrico, che diagnosticherà definitivamente il disturbo attraverso il test del respiro all’idrogeno.

Si tratta di un modo semplice e non invasivo per determinare l’eventuale intolleranza. Al bimbo si chiederà di gonfiare a fiato una piccola sacca, simile a un palloncino. 

Il campione di respiro verrà esaminato per scoprire la quantità di idrogeno presente, misurata in parti per milione (ppm). Successivamente, si somministrerà al bimbo un sorso di soluzione di lattosio e il suo respiro verrà nuovamente testato ogni 15 minuti per monitorare i cambiamenti nel livello di idrogeno.

Se il respiro contiene una grande quantità di idrogeno (più di 20 ppm sopra la linea di partenza) dopo aver consumato la soluzione di lattosio, è probabile che ci sia un’intolleranza. 

Questo perché il disturbo intestinale può far sì che i batteri nel colon producano più idrogeno del normale.

La diagnosi di intolleranza al lattosio può anche avvenire tramite endoscopia, una procedura minimamente invasiva che preleva campioni di tessuti nell’esofago, nello stomaco e nell’intestino tenue.

Questi campioni verranno poi testati per evidenziare la carenza di lattasi. 

Intolleranza al lattosio nei bambini: cure e trattamenti

Il modo in cui viene trattata l’intolleranza al lattosio dipende dall’entità dei sintomi del bambino e dalla causa di questo fastidio.

Alcuni bimbi intolleranti possono essere comunque in grado di assumere piccole quantità di latticini, senza avere sintomi.

Per aiutare ad alleviare i sintomi se/quando il bambino consuma alimenti contenenti lattosio, il pediatra può raccomandare un integratore di enzimi lattasi da banco.

Se i sintomi del piccolo sono gravi e richiedono la rimozione di tutto il lattosio dalla sua dieta, il vostro pediatra potrà indirizzarvi da un dietista di fiducia, che saprà suggerirvi alimenti nutrienti e validi alternativi, in grado di fornire comunque buone quantità di calcio e vitamina D.

Attenzione inoltre a informarsi bene su quali alimenti contengano lattosio, perché, come abbiamo già accennato, questo zucchero non è presente solo nel latte o nei prodotti lattiero-caseari più noti. Spesso, infatti, si aggiungono lattosio o prodotti a base di latte a cibi in scatola, congelati, surgelati e preparati. 

Se al bimbo viene diagnosticata un’intolleranza, è bene armarsi di pazienza e imparare a leggere in modo accurato le etichette dei vari alimenti, per evitare di sottoporlo a fastidi inutili. 

Se il bambino manifesta una carenza temporanea e secondaria di lattasi, lo si può aiutare a sentirsi meglio evitando i latticini per il periodo suggerito dal pediatra o dal gastroenterologo, per poi reintrodurli gradualmente.

Come abbiamo visto, il ruolo dei professionisti sanitari è fondamentale nella diagnosi e nel corretto trattamento dell’intolleranza al lattosio nei bambini.

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Fonti: 

health.clevelandclinic.org

kidshealth.org

healthychildren.org

nhs.uk

ospedalebambinogesu.it

amicopediatra.it

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