Quali sono le conseguenze dell’ictus negli anziani?

Sorge in maniera rapida e improvvisa, e può avere conseguenze molto serie: stiamo parlando dell’ictus cerebrale (stroke in inglese). Secondo i dati del Ministero della Salute, questa condizione rappresenta la prima causa di invalidità in Italia, soprattutto per le persone più anziane. Questo evento è infatti più frequente dopo i 55 anni e il rischio di incorrere in un ictus aumenta con l’avanzare dell’età: il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni.

In questo articolo, scopriamo cosa si intende per ictus, quali sono i sintomi e le sue conseguenze negli anziani e, soprattutto, l’importanza della riabilitazione nel processo di recupero e di un corretto stile di vita per la prevenzione.

Cosa si intende per ictus?

L’ictus è un danno cerebrale che si verifica quando il flusso sanguigno diretto verso un’area del cervello si interrompe improvvisamente per la chiusura o la rottura di un’arteria. A partire da questa definizione, possiamo distinguere tra due tipi di ictus:

  • l’ictus ischemico (o infarto cerebrale) è il più comune e frequente (circa l’80% dei casi); si verifica quando un coagulo o una placca blocca un vaso sanguigno, impedendo il flusso di sangue e di ossigeno al cervello e generando una necrosi del tessuto. Nei pazienti anziani, può essere causato da condizioni come l’aterosclerosi o l’ipertensione.
  • L’ictus emorragico (o emorragia cerebrale) si verifica nel momento in cui un vaso sanguigno si rompe, e il sangue invade il tessuto cerebrale. Si tratta della forma più grave di ictus, in quanto può condurre alla morte in oltre il 50% dei casi. Tra le cause, si riscontrano l’ipertensione, l’aneurisma cerebrale e traumi cranici.

In alcuni casi, può accadere che l’ictus ischemico abbia una durata limitata nel tempo, dando origine a quello che viene definito attacco ischemico transitorio (TIA). Il calo temporaneo dell’afflusso di sangue al cervello è sufficiente quindi a determinare qualche sintomo, ma non tanto prolungato da causare la morte delle cellule cerebrali e altre lesioni permanenti. Si tratta però di un campanello d’allarme importante da riconoscere, in quanto una persona su tre tra quelle che hanno subito un TIA è destinata ad andare incontro a un vero e proprio ictus, spesso entro anche un anno.

I sintomi dell’ictus

Quando si verifica un’interruzione del flusso sanguigno oppure uno stravaso di sangue in un’area dell’encefalo, le cellule nervose lì presenti iniziano a morire. Per questo, le funzioni neurologiche controllate da quell’area specifica – ad esempio, il movimento di un braccio o di una gamba, ma anche il linguaggio, la vista, l’udito, l’equilibrio o altro – possono andare perse. 

L’età avanzata è uno dei fattori di rischio principali dell’ictus: le persone anziane sono più soggette a questa pericolosa condizione a causa dell’indebolimento del sistema circolatorio e di altre condizioni mediche preesistenti, come aterosclerosi, ipertensione, diabete, fibrillazione atriale. Per questa categoria di persone le conseguenze possono essere estremamente serie, con un più alto tasso di mortalità e una maggiore difficoltà di recupero

Ecco perché ogni minuto è vitale: più tempo trascorre, maggiori saranno i danni cerebrali. Riconoscere subito i sintomi e agire tempestivamente è quindi fondamentale. A cosa bisogna prestare attenzione, dunque?

  • Cefalea strana, improvvisa e dolorosa
  • debolezza muscolare
  • sensazioni anomale o paralisi di un braccio, di una gamba o di un lato del corpo
  • difficoltà nell’eloquio o nella comprensione
  • stato confusionale
  • offuscamento o perdita di visione da un solo occhio
  • capogiri o vertigini
  • perdita di equilibrio e di coordinazione
  • incontinenza urinaria.

Come riconoscere l’ictus in maniera rapida: F.A.S.T.

In inglese, il termine fast significa “veloce”, ma non solo. È diventato anche un acronimo fondamentale che individua alcuni semplici test da effettuare se si sospetta che una persona stia avendo un ictus (abbiamo visto come la velocità sia un fattore cruciale per limitare i danni causati dall’ictus).

  • F (face = faccia): la paresi facciale è uno dei sintomi più comuni di un ictus in corso, quindi bisogna chiedere al soggetto di sorridere o di soffiare per verificare se la bocca appare storta, gli angoli “cadono” verso il basso o un lato non si muove come l’altro;
  • A (arms = braccia): controllare se il soggetto riesce a tenere sollevate le braccia sopra la testa oppure tese in avanti orizzontalmente;
  • S (speech = linguaggio): chiedere al soggetto di ripetere o elaborare una frase semplice; se non riesce o parla farfugliando o in maniera sconnessa, questo può essere sintomo di un ictus;
  • T (time = tempo): se è presente uno qualunque di questi sintomi, occorre chiamare subito i soccorsi.

Quali sono le conseguenze dell’ictus negli anziani?

Le conseguenze di un ictus non sono, ovviamente, uguali per tutti. Dipendono molto dalla gravità dell’evento (che sia ischemico o emorragico), dalla zona del cervello colpita, dalle condizioni cliniche preesistenti del paziente e, soprattutto, anche dalla velocità di intervento

In genere, però, si possono riscontrare le seguenti conseguenze:. 

  • disabilità fisica come paralisi monolaterale, debolezza muscolare, difficoltà nel movimento, nella coordinazione e nella deglutizione, e perdita di equilibrio;
  • problemi di comunicazione, come afasia o difficoltà nel parlare e comprendere il linguaggio;
  • perdita cognitiva, inclusi problemi di memoria, concentrazione e comprensione, e cambiamenti nella capacità di pensiero astratto;
  • depressione e ansia, in quanto l’ictus può essere un evento traumatico e incidere profondamente sulla qualità della vita quotidiana, limitando la partecipazione sociale e aumentando invece l’isolamento.

Ictus negli anziani: l’importanza della riabilitazione

Ridofranz/gettyimages.it

La riabilitazione è fondamentale dopo un ictus: infatti, circa un terzo delle persone colpite da ictus ischemico recuperano quasi tutte le normali funzionalità. La fase riabilitativa mirata può avere una durata variabile (da alcune settimane ad alcuni mesi, fino a un anno), a seconda della gravità dell’evento e della risposta del paziente, e può includere:

  • fisioterapia per ristabilire una corretta postura, migliorare la forza muscolare e il coordinamento degli arti e dell’equilibrio, aiutando così il paziente a recuperare la mobilità deteriorata dall’ictus.
  • Terapia logopedica per gli anziani che hanno difficoltà nell’esprimersi o nella deglutizione.
  • Terapia occupazionale, che aiuta e sostiene la persona colpita da ictus nel recupero delle abilità necessarie per eseguire le attività quotidiane, come vestirsi e mangiare in modo autonoma e indipendente.
  • Il supporto psicologico è importantissimo, in quanto gli anziani che hanno sperimentato questo evento traumatico possono avere bisogno di professionisti per affrontare la depressione e l’ansia.

Prevenire l’ictus: le buone abitudini da portare avanti ogni giorno

Lo diciamo spesso: la prevenzione è sempre la migliore cura, soprattutto per quanto riguarda una condizione così importante e pericolosa per la salute. Portare avanti un corretto stile di vita è quindi essenziale per allontanare il più possibile il rischio di ictus, ma cosa possiamo fare quotidianamente?

  • Innanzitutto, effettuare controlli ed esami periodici per verificare il nostro profilo di rischio vascolare e i fattori di rischio.
  • Correggere la propria alimentazione e seguire una dieta di tipo mediterraneo, raccomandata dalla comunità scientifica internazionale, che prevede un un elevato consumo di  frutta, verdura, legumi, cereali, olio di oliva e uno scarso apporto di grassi animali. 
  • Smettere di fumare.
  • Limitare il consumo di alcolici.
  • Praticare attività fisica moderata ogni giorno, come una camminata con passo spedito per 30 minuti al giorno, almeno 2-3 volte alla settimana.

Come abbiamo visto, gli anziani sono più a rischio di subire un ictus, con conseguenze significative sulla loro salute e sulla qualità della vita. Tuttavia, con un intervento tempestivo, una riabilitazione mirata e un supporto adeguato da parte di professionisti, famiglie e caregiver, molte persone anziane possono fare progressi significativi e tornare alla vita di prima. 

Conoscevate i sintomi e le conseguenze dell’ictus?

 

Fonti:

Ministero della Salute

msdmanuals.com

fondazioniveronesi.it

siia.it

Immagine in evidenza di Pekic/gettyimages.it

 

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