Secondo il report Istat del 2019 dedicato alla disabilità in Italia, nel nostro Paese le persone con disabilità sono circa 3,1 milioni, cioè il 5,2% della popolazione italiana. Nell’intero panorama europeo la percentuale sale al 17%, con 70 milioni di persone (dati provenienti dall’Indagine sulla salute e l’inclusione sociale in Europa di Eurostat). Se fino al 1981, anno che l’ONU ha dedicato alle disabilità e in cui è stata istituita la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità (3 dicembre), l’attenzione verso il tema si è sempre limitata a definire gli aspetti assistenziali e curativi, negli ultimi decenni gli sforzi di enti e istituzioni si sono orientati sulla valorizzazione della disabilità e l’integrazione totale della persona all’interno della società. Tutto questo attraverso specifici diritti a sostegno dei disabili. Scopriamo quali sono i principali nei prossimi paragrafi.
La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità
Il 1981 è stato anche l’anno che ha dato il via alla discussione sul tema della disabilità, portando poi all’elaborazione, nel 2006, della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità (abbreviata in “CRPD” in inglese).
La Convenzione è stata spesso definita come “rivoluzionaria” per il suo approccio olistico e inedito alla disabilità. Fondamentale per la natura progressista della CRPD è la sostituzione del tradizionale modello medico-sociale della disabilità – che si concentra sulle incapacità degli individui –, con il modello dei diritti umani-sociali, focalizzato invece sulla capacità e l’inclusione.
Questo approccio postula che le vere barriere alla piena partecipazione delle persone con disabilità risiedano non nell’individuo, ma piuttosto nell’ambiente, sociale, architettonico, medico, economico e politico che sia.
La Convenzione per i diritti delle persone con disabilità è degna di nota per molti altri aspetti: è il primo trattato sui diritti umani del 21° secolo ed è stato negoziato a tempo di record (meno di cinque anni). In poco più di un anno dopo essere stato aperto alle firme e dopo essere stato ratificato da più delle venti nazioni richieste, il CRPD è diventato un trattato giuridicamente vincolante.
Riportiamo qui di seguito i principi basilari promulgati dal CRPD – che può essere consultato nella sua versione integrale leggendo il documento della Convenzione – e che fanno da fil rouge a tutto il testo:
- il rispetto per la dignità, l’autonomia individuale, la libertà di compiere le proprie scelte, e l’indipendenza delle persone;
- la non discriminazione;
- la piena e concreta partecipazione e inclusione nel tessuto sociale;
- il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte integrante dell’umanità;
- la parità di opportunità;
- l’accessibilità;
- la parità tra uomini e donne (un principio che non riguarda unicamente il tema della disabilità, ma che viene comunque ribadito anche nel CRPD);
- il rispetto dello sviluppo delle capacità dei minori con disabilità e il rispetto del loro diritto a preservare la propria identità.
La ratifica del nostro Paese alla CRPD è arrivata nel 2009, con la Legge n.18 del 3 marzo.
Tutela della disabilità in Italia: la Legge n.104 del 1992
Nel 1992 il parlamento italiano ha approvato una legge per l’assistenza sociale e i diritti delle persone con disabilità: la nota Legge 104/92.
Questa legge non è importante solo perché si propone di integrare le persone con disabilità all’interno della società, ma anche perché riconosce ogni persona nella sua globalità, a partire dalla nascita, nonché il suo posto nella famiglia, nella scuola e nella vita lavorativa.
La legge 104/92 ha aperto una riflessione collettiva sul significato della disabilità, permettendo a ciascun individuo di mantenere la propria dignità e di avere piene possibilità di condurre una vita soddisfacente e attiva, piuttosto che essere emarginato o visto dalla società unicamente come un soggetto a cui prestare cure e assistenza.
Tuttavia, affinché questa legge funzioni, il governo nazionale, locale, gli amministratori a livello regionale e i membri della società civile devono riconoscere e applicare il suo contenuto, affinché tutte le persone con disabilità possano davvero essere integrate e sentirsi membri preziosi della società, a partire dalla prima infanzia.
Cosa prevede la Legge n.104 del 1992
La Legge n.104 favorisce l’inserimento e l’integrazione sociale delle persone con disabilità, fornendo i necessari mezzi, strumenti e servizi di aiuto, come anche interventi a favore sia delle persone stesse, sia dei caregiver (familiari che si prendono cura dei bisogni del parente con disabilità).
La Legge n.104 promuove l’abbattimento di barriere architettoniche, il diritto all’informazione – quindi, all’accesso senza ostacoli e limitazioni a tutti i principali strumenti e canali informativi e divulgativi – e allo studio, l’adeguamento delle attrezzature e del personale dei servizi educativi, sportivi, di tempo libero e sociali, la totale libertà nell’intraprendere una carriera lavorativa, la piena accessibilità dei mezzi di trasporto pubblici e privati, l’istituzione e adattamento di centri socio-riabilitativi ed educativi diurni, l’organizzazione e promozione di attività extrascolastiche.
Si tratta, come si evince da questo sintetico estratto, di una proposta di attività e iniziative che, se applicata nella sua interezza, supporterebbe nel migliore dei modi la completa integrazione e accettazione della disabilità nel tessuto sociale, promuovendo così la realizzazione e valorizzazione delle persone con disabilità, esattamente come auspicato dal CRPD.
Come dicevamo, la 104 riguarda anche i caregiver e i familiari che si prendono cura del benessere della persona con disabilità.
La legge garantisce quindi fino a 3 giorni di permesso mensile retribuito per chi assiste una persona con disabilità grave e 2 ore giornaliere se la persona assistita in questione ha un’età inferiore ai 3 anni. Sono previste inoltre facilitazioni e agevolazioni sui trasferimenti, per permettere ai caregiver di avvicinarsi senza ostacoli alla persona da assistere. Esistono anche agevolazioni per facilitare il ricongiungimento con la persona alla quale si presta assistenza, e maggiore flessibilità nella scelta sia dei turni di lavoro, sia della sede. È possibile anche usufruire di un congedo retribuito di 2 anni, che non necessariamente devono essere consecutivi.
La Legge n.104 prevede anche esenzioni, agevolazioni e detrazioni fiscali importanti per il benessere economico delle persone con disabilità. Queste misure fiscali riguardano le spese mediche, l’acquisto di strumentazioni o medicinali utili per garantire la buona salute della persona, i trasporti e la necessità di ricevere assistenza da parte di personale qualificato.
Legge n.68/1999 e inserimento nel mondo del lavoro per le persone con disabilità
Per quanto riguarda l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità, è importante ricordare l’esistenza della La legge n.68 del 1999, che – grazie all’articolo 2 – regolamenta il collocamento mirato, attraverso strumenti tecnici e di supporto che consentono di valorizzare adeguatamente le capacità lavorative della persona nel luogo di lavoro adatto.
L’articolo 1 di questa stessa legge indica anche le categorie di persone con disabilità a cui spetta una quota di assunzioni obbligatorie. L’articolo 3 della Legge n.68 fornisce ai datori di lavoro dei vincoli sul numero di soggetti appartenenti alle categorie protette da integrare all’interno dell’organico.
Il Regolamento CE n°1107/2006 del 5 luglio 2006 per il trasporto delle persone con disabilità
Il Regolamento CE n°1107/2006 del 5 luglio 2006 afferma il diritto delle persone con disabilità o mobilità ridotta di circolare senza limitazioni e discriminazioni, ricevendo il giusto supporto e sostegno all’interno di qualsiasi mezzo di trasporto condiviso, dagli autobus agli aerei.
Per quanto riguarda il trasporto aereo in particolare, il regolamento stabilisce che sarà responsabilità del personale aereo fornire gratuitamente la giusta assistenza per permettere alla persona con disabilità un imbarco, volo e sbarco sicuri e confortevoli.
La nuova Strategia europea sulla disabilità 2021-2030
La Commissione europea ha messo a punto la Strategia europea sulla disabilità 2021-2030. Questa nuova strategia ha l’obiettivo di rendere ancora più concreta la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità.
La Strategia è incentrata su iniziative chiave che coprono temi di vitale importanza: pari diritti, vita indipendente, autonomia, non discriminazione e pari opportunità.
Questa nuova strategia è un ulteriore passo avanti per aumentare l’occupazione delle persone con disabilità e fornire loro un sostegno adeguato per ricevere servizi di qualità. La Strategia riflette l’input fornito dalle organizzazioni europee senza scopo di lucro che lavorano con persone con disabilità e si pone in modo intersezionale, per colmare le lacune ancora presenti.
Nonostante la disabilità faccia parte da sempre dell’umanità e sia da decenni che gli sforzi di enti e istituzioni sono volti al supporto della sua integrazione e valorizzazione, ancora oggi le persone con disabilità vengono estremamente stigmatizzate e, purtroppo, “lasciate” ai margini della società.
Questo sia per un problema di cultura, sia per mancanze da parte dei Paesi stessi – Italia compresa –, che tralasciano troppo spesso il rispetto delle leggi esistenti a sostegno della disabilità o non si impegnano a sufficienza nell’elaborazione di normative ad hoc.
Abbiamo visto come esistano leggi e regolamenti che supportano l’integrazione delle persone con disabilità nel tessuto sociale e che puntino a valorizzare ciascuna individualità.
È però fondamentale che queste preziose indicazioni e linee guida vengano attuate, tanto dalle istituzioni quanto dagli enti locali, dai luoghi di studio e dai posti di lavoro.
A questo proposito, esistono servizi come la polizza UniSalute PMI Oro, dedicata alle aziende per la tutela della salute dei dipendenti. Copre le spese mediche di una vasta gamma di prestazioni, check-up di prevenzione annuale, visite specialistiche, accertamenti diagnostici, ricoveri per intervento chirurgico, controlli odontoiatrici, prestazioni sanitarie e socio assistenziali per le persone non autosufficienti.
Fonti:
unicef.it
miur.gov.it
disabilita.governo.it
anffas.net
istruzione.it
Nessun commento