Quando lo sport diventa motore di cambiamento personale e sociale
È noto che l’attività sportiva, se adeguata alle capacità individuali, produce benefici che vanno ben oltre il fisico: rafforza la mente, migliora l’umore e favorisce l’inclusione sociale.
Un principio valido per chiunque, ma particolarmente significativo per le persone con disabilità, per le quali lo sport può rappresentare un’autentica leva di emancipazione e consapevolezza. Le Paralimpiadi, nate ufficialmente solo nel 1960, ben 64 anni dopo la prima Olimpiade moderna, hanno avuto il merito di portare alla luce l’immenso valore dello sport per chi convive con una disabilità.
Secondo la Carta dell’UNESCO del 1979, “la pratica dell’educazione fisica e dello sport è un diritto fondamentale per tutti”.
Eppure, garantire davvero l’accesso allo sport a chi ha una disabilità richiede più di una dichiarazione: servono investimenti, cultura, e una volontà concreta di rimuovere ostacoli.
A parlarne con noi è Eleonora Sarti, talento del Para Archery italiano e dipendente UniSalute, tornata da Tokyo con un record che ha fatto la storia.
Disabilità e movimento: una connessione che cambia la vita
Lo sport come strumento di riabilitazione e riscatto ha radici recenti, ma profonde.
Il medico Ludwig Guttmann è considerato il padre dei Giochi Paralimpici: nel secondo dopoguerra introdusse l’attività sportiva nei percorsi terapeutici dei pazienti con lesioni spinali.
È proprio nel 1948 che si tengono a Stoke Mandeville i primi giochi dedicati a persone con disabilità, preludio delle future Paralimpiadi. Dati alla mano, lo sport è un potente alleato per chi affronta limitazioni fisiche: il rapporto ISTAT “Conoscere il mondo della disabilità” (2019) evidenzia come chi pratica attività fisica sperimenta una maggiore soddisfazione nelle relazioni sociali e un miglioramento dell’autostima. Tuttavia, il quadro resta critico: circa l’80% delle persone con disabilità in Italia non svolge alcuna attività sportiva. Un dato che riflette non solo una carenza strutturale, ma anche culturale.
Il racconto di Eleonora: come lo sport ha riscritto la sua identità
Eleonora Sarti è una delle figure più rappresentative del tiro con l’arco paralimpico italiano, con un palmarès che parla da sé: bronzo ai Mondiali nel 2013 e 2015, oro nel 2015 a Donaueschingen, medaglia ai Mondiali Indoor 2016 in una competizione mista con atleti normodotati.
Ma ciò che più colpisce è il modo in cui racconta il suo legame con lo sport, un legame nato molto prima dei riconoscimenti: “Lo sport mi ha salvato la vita”, inizia a raccontare. “Io non posso pensare a una giornata senza quel pensiero. La mia vita gira attorno allo sport, tutto il resto è accessorio, o utile all’attività sportiva. Ho iniziato fin da piccola: quando sono nata, i medici hanno consigliato a mia madre di farmi praticare nuoto, cosa che ho iniziato a fare quando avevo un anno e mezzo, due anni. Da quel momento, non ho mai smesso di fare sport. Lo sport mi ha aiutato tantissimo ad accettare la disabilità, a rendermi serena e a sentirmi parte di qualcosa di grosso, mentre prima ero molto più timida e mi vergognavo. Lo sport mi ha aperto un mondo”.
Inclusione sportiva in Italia: passi avanti e limiti ancora da superare
In Italia, lo sport per persone con disabilità ha compiuto importanti passi avanti, anche grazie a realtà che investono nella formazione di tecnici specializzati e all’introduzione di numerose discipline paralimpiche. Ma le parole di Eleonora ci ricordano che c’è ancora molto da fare: “Si sono create nuove opportunità, e ad oggi sono molte le società che hanno formato tecnici per disabili a livello di tantissimi sport. Questo lo si può notare anche dal fatto che alle Paralimpiadi abbiamo partecipato a quasi tutte le discipline sportive: c’è una copertura su quasi la totalità del territorio italiano, su tutti gli sport. Poi, ovviamente bisogna andare a cercare queste realtà, perché non è così semplice come per una persona cosiddetta ‘normodotata’ che può scegliere dove e come praticare quello sport. Noi persone con disabilità dobbiamo muoverci e spostarci. Faccio un esempio: prima io praticavo Basket in carrozzina e in Emilia-Romagna solo Bologna e Piacenza offrivano l’opportunità di praticarlo, mentre adesso anche a Rimini è nata una nuova realtà. Oggi, quindi, per una persona disabile è molto più semplice avvicinarsi allo sport, anche se non ancora a livello dei normodotati. Ma il mondo paralimpico si sta ampliando, e questo è un bene”.
Come ci spiega l’intervistata, a livello sportivo dunque la situazione sta migliorando e, chi lo desidera, può accedere più agevolmente all’attività sportiva. “Il problema è quello dell’accessibilità in generale, che è un discorso ampissimo”, continua l’intervistata. “Prima di rendere accessibile una città, bisogna rendere accessibili le menti delle persone. Ad esempio, io sulla mia pelle sento molto forti gli occhi delle persone, che mi guardano in un determinato modo”.

La pratica dello sport in piscina per persone con disabilità è resa possibile grazie a strutture accessibili e attrezzate, promuovendo salute e inclusione sociale.
Tokyo 2020: una sfida dentro la sfida, tra lockdown e nuove consapevolezze
La pandemia ha riscritto le regole dei giochi, letteralmente. Il rinvio di Tokyo 2020 al 2021 ha rappresentato un momento critico per molti atleti, ma per Eleonora è stato anche un’occasione per ridefinire sé stessa: “Appena ho saputo che le Paralimpiadi sarebbero state posticipate sono andata in crisi, perché comunque tu sei lì a lottare, a fare sacrifici per un evento che poi mi sono vista sfuggire di mano. Dopo la crisi iniziale, però, ho visto questo anno aggiuntivo come un’opportunità di crescita maggiore e una possibilità di imparare ad andare oltre ancora di più agli ostacoli” racconta Sarti. “Sono stata quattro mesi chiusa in casa da sola e dal campo sono stata lontana circa un mese, quando ci sono state le restrizioni più rigide. A livello sportivo siamo stati fortunati, e durante quel mese avevo comprato l’attrezzatura per allenarmi in casa: invece che ai cinquanta metri standard mi allenavo con i due metri in casa disponibili, ma ho cercato di mantenere la concentrazione e l’obiettivo”.
Riguardo alle Paralimpiadi, ci racconta: “È stata una bellissima esperienza. Una Paralimpiade è un evento difficile da spiegare a chi non la vive. È un mondo parallelo, utopico, dove non ci sono sguardi giudicanti o difficoltà, se non quelle sul campo. La parola più giusta è proprio rispetto, sia nei confronti di nazioni diverse che di disabilità, quindi rispetto per la persona in quanto tale”.
Allenamento mentale: la chiave invisibile del successo sportivo
Dietro ogni medaglia c’è un lavoro quotidiano che va oltre la fatica fisica. Nel caso di Eleonora, la preparazione è stata soprattutto mentale. Supportata da una psicologa sportiva, un mental coach e persino un esperto di apnea, ha affinato tecniche di respirazione, focus e gestione dell’emotività: “Mi sono preparata sia da un punto di vista tecnico che da un punto di vista mentale con la mia psicologa sportiva. Ho intrapreso anche un percorso anche con un mental coach. Inoltre, ho lavorato con un insegnante di apnea, specialmente sulla respirazione e la meditazione, che sono un punto fondamentale. Perché, come dico, il nostro sport è per oltre il 90% mentale”. Questo a sottolineare come l’attività sportiva in generale non sia soltanto una questione puramente fisica, soprattutto una disciplina come il tiro con l’arco che, come spiega Sarti, insieme alla preparazione fisica e tecnica, gioca un ruolo preponderante la componente mentale, perché all’atleta è richiesto di essere sempre focalizzati senza potersi concedere cali di attenzioni.
“Gli ultimi due mesi, infine, sono stati i più importanti. Sicuramente il fatto di essere riuscita a rimanere a casa dal lavoro mi ha permesso di prepararmi con serenità ed è stato un grande aiuto”.
Dalla visibilità all’equità: cambiare lo sguardo sullo sport paralimpico
Le Paralimpiadi del 2021 sono state un punto di svolta in termini di visibilità mediatica, ma la narrazione dominante resta spesso viziata da un eccesso di retorica sulla disabilità. Eleonora lo dice con chiarezza: “Non siamo eroi, siamo atleti. La disabilità è soltanto una caratteristica, come il colore degli occhi. Preferisco essere riconosciuta per quello che faccio, non per ciò che mi manca”. Un messaggio potente, che invita a riformulare il racconto pubblico degli atleti paralimpici, mettendo al centro le competenze e le prestazioni.

Per i disabili in carrozzina, il tiro con l’arco rappresenta uno sport paralimpico che unisce abilità tecniche e forza mentale, offrendo opportunità di competizione e crescita personale.
Guardando oltre: Parigi 2024 e la bellezza del percorso
Il 2015 ha rappresentato per Eleonora un punto di svolta, tra mondiale vinto e qualificazione per Rio. Ma dopo le delusioni, ha scelto di ripartire da sé, con il supporto di un mental coach. “Nel 2019 ho deciso: se riesco a qualificarmi per Tokyo, continuo. E ci sono riuscita”. Oggi il percorso ha un nome: Parigi 2024. E un obiettivo oltre il podio: “Voglio riscattarmi da Tokyo, ma più che le medaglie conta il viaggio fatto. Se sono circondata da persone di fiducia e ho dato tutto, sono soddisfatta”.
Fonti
Comitato Italiano Paralimpico
World Archery
Glossario informativo
Atleta paralimpico: sportivo con disabilità che compete nelle Paralimpiadi o in altri eventi sportivi per atleti con disabilità.
Paralimpiadi: evento sportivo internazionale per atleti con disabilità fisiche, visive e intellettive, che si svolge dopo le Olimpiadi.
Sport per disabili: attività sportive adattate o create appositamente per persone con disabilità.
Inclusione: processo che mira a garantire la partecipazione di tutti gli individui nella società, indipendentemente dalle loro caratteristiche o disabilità.
Accessibilità: condizione che consente a tutti, comprese le persone con disabilità, di accedere e fruire pienamente di ambienti, servizi e opportunità.
Mental coach: figura professionale che aiuta l’atleta a sviluppare forza mentale, concentrazione e gestione dello stress.
Apnea: pratica sportiva basata sulla respirazione controllata e la gestione del respiro, utile anche per la meditazione e il rilassamento.
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