Negli ultimi anni, la salute mentale è diventata un argomento di grande rilevanza sociale, e non solo. Comprendere l’importanza del benessere psicologico è infatti essenziale e imprescindibile per mantenere uno stato di salute complessivo: per stare “bene”, insomma, non basta avere un corpo sano ma anche una mente sana.
Tra i vari disturbi, l’ansia è uno dei più comuni e insidiosi, che colpisce chiunque a ogni età, al punto che è stato definito il “male di questo secolo”. Forse sarà capitato anche a voi di chiedervi se l’ansia che stavate provando, magari prima di un esame o di un colloquio di lavoro, fosse adeguata alla situazione oppure eccessiva, quindi “sbagliata” in qualche modo. Se da una parte è normale sentirsi un po’ ansiosi in certe situazioni, quando però l’ansia diventa persistente, sproporzionata e si manifesta anche in assenza di una chiara minaccia potrebbe essere un segnale di qualcosa di più profondo, che deve essere indagato.
In questo articolo approfondiamo l’argomento, cercando di capire cos’è, quali sono i sintomi e i campanelli d’allarme per capire se soffriamo di un disturbo d’ansia e cosa fare per trattarlo.

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Cos’è l’ansia?
Negli ultimi anni, se da una parte parlare di “ansia” e di “disturbi di ansia” ha permesso di rompere alcuni tabù in fatto di salute mentale, dall’altra parte spesso questi termini vengono usati impropriamente. L’ansia viene spesso confusa con altre emozioni, oppure ci si auto-diagnostica disturbi d’ansia senza rivolgersi a professionisti e senza ricevere quindi una diagnosi affidabile e un conseguente trattamento adeguato.
Prima di andare avanti, quindi, partiamo cercando di capire che cos’è l’ansia. Secondo l’American Psychological Association (APA), l’ansia sarebbe “un’emozione caratterizzata da apprensione e sintomi somatici di tensione in cui un individuo anticipa un pericolo imminente, una catastrofe o una disgrazia”. In quest’ottica, il nostro intero organismo si mobilita per far fronte alla minaccia percepita, aumentando ad esempio i battiti del cuore, accelerando la respirazione e tendendo i muscoli. Sempre secondo l’APA, “l’ansia può essere distinta dalla paura sia concettualmente che fisiologicamente, anche se i due termini sono spesso usati in modo intercambiabile. L’ansia è considerata una risposta orientata al futuro, ad azione prolungata e ampiamente focalizzata su una minaccia diffusa, mentre la paura è una risposta adeguata, orientata al presente e di breve durata a una minaccia specifica e chiaramente identificabile”.
Si tratta quindi di una risposta naturale del corpo a situazioni stressanti o potenzialmente pericolose, un vero e proprio meccanismo di difesa che ci tiene all’erta e pronti a reagire. Di per sé, quindi, una certa dose di ansia è fisiologica e “sana”: è una reazione adattiva che mobilita tutte le nostre risorse psicofisiche e cognitive preparandoci ad affrontare situazioni critiche, in modo tale da anticipare e pianificare una risposta efficace.
Tuttavia, quando questo stato di allerta e ipervigilanza diventa cronico, eccessivo e sproporzionato rispetto alla situazione reale, si parla di disturbo d’ansia. A differenza dell’ansia situazionale, che è temporanea e legata a un evento specifico, l’ansia patologica può interferire significativamente con la vita quotidiana, rendendo difficile svolgere anche le attività più comuni.
I principali disturbi d’ansia
Come anticipato, l’ansia può insorgere già durante l’infanzia e l’adolescenza e, se non trattata correttamente, può sfociare in un vero e proprio disturbo d’ansia. Le sue manifestazioni sono diverse e, secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali, giunto oggi alla 5^ edizione (DSM-5), esistono diversi disturbi d’ansia, ognuno con caratteristiche specifiche.
- Disturbo d’ansia da separazione, caratterizzato da una paura o un’ansia eccessiva riguardo alla separazione dalla casa o dalle figure di attaccamento, come i genitori, generando sentimenti di angoscia profonda e condotte di evitamento.
- Mutismo selettivo, un disturbo d’ansia che colpisce prevalentemente i bambini impedendo loro di esprimersi attraverso una normale verbalizzazione.
- Fobia specifica, come paura intensa e irrazionale di situazioni o oggetti specifici, ad esempio l’altezza, i ragni o il volare; questa paura può portare a evitare sistematicamente ciò che la causa, limitando in alcuni casi la vita quotidiana.
- Disturbo d’ansia sociale, ossia una paura marcata delle situazioni sociali o delle interazioni con gli altri, accompagnata dalla paura di essere giudicati o di fare una brutta figura.
- Disturbo di panico, che prevedono episodi improvvisi e ricorrenti di intensa paura, i cosiddetti “attacchi di panico”, accompagnati da sintomi fisici come palpitazioni, sudorazione, tremori e sensazione di soffocamento che possono essere così intensi da far temere per la propria vita.
- Agorafobia, che consiste in una paura o sensazione di grave disagio, e il conseguente evitamento, che si genera a seguito dal trovarsi in luoghi o situazioni da cui sarebbe difficile andarsene o imbarazzante, come luoghi affollati e mezzi pubblici;
- Disturbo d’ansia generalizzata (DAG), ossia una preoccupazione eccessiva e incontrollabile su una vasta gamma di argomenti, che dura per almeno sei mesi.
- Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci o dovuta ad altra condizione medica.

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Sintomi dell’ansia generalizzata
Concentriamoci sulla DAG, che è il disturbo più comune. Chi ne soffre tende a preoccuparsi per ogni aspetto della propria vita, anche quando non ci sono motivi reali per farlo. A differenza di altri disturbi che sono in genere riconducibili a preoccupazioni specifiche e circoscritte, in questo caso le preoccupazioni sono “generalizzate” e relative ai diversi ambiti della vita di una persona. Ad esempio, le persone con un disturbo da ansia generalizzata spesso si sentono sopraffatte dai loro pensieri e hanno difficoltà a prendere anche decisioni molto semplici.
Questo disturbo può manifestarsi attraverso una serie di sintomi che coinvolgono diversi aspetti: cognitivi, comportamentali e fisiologici.
Cognitivi:
- pensieri negativi e ricorrenti
- preoccupazione costante
- difficoltà di concentrazione
- sensazione costante di allarme
- senso di catastrofismo.
Comportamentali:
- irritabilità
- tendenza a evitare situazioni che causano ansia
- difficoltà a rilassarsi e ad addormentarsi
- incapacità di godersi le attività quotidiane
- agitazione psico-motoria.
Fisiologici:
- palpitazioni
- tensione muscolare
- sudorazione eccessiva
- tremori
- sensazione di soffocamento
- vampate di calore
- brividi
- vertigini
- parestesie
- disturbi del sonno.
Come capire se si soffre di un disturbo d’ansia generalizzata? I campanelli d’allarme
Riconoscere un disturbo d’ansia non è sempre semplice, soprattutto considerando che ogni persona è diversa e le cause possono essere multifattoriali, da eventi traumatici, incidenti o abusi a elevati livelli di stress o predisposizioni personali, fino a fattori biologici.
In generale, però, se l’ansia
- diventa eccessiva o sproporzionata rispetto alla situazione
- si manifesta in momenti della giornata non appropriati (anche di notte)
- interferisce con la vita quotidiana in maniera significativa
- persiste nel tempo, anche quando non ci sono ragioni o motivazioni evidenti per preoccuparsi
è opportuno rivolgersi a uno specialista. È possibile inoltre prestare attenzione a una serie di “campanelli d’allarme” fisici e comportamentali, come:
- difficoltà a controllare la preoccupazione o a rilassarsi, anche durante attività piacevoli
- compromissione del normale ritmo sonno-veglia
- pensieri negativi ricorrenti che rendono alla mente impossibile pensare ad altro
- si adottano comportamenti di evitamento che portano a rinunciare a una serie di impegni o situazioni in cui si potrebbero manifestare i sintomi d’ansia (come andare a lavorare o a scuola)
- sensazione di essere schiacciati o sopraffatti dagli eventi
- sintomi fisici persistenti come tensione muscolare, agitazione, irritabilità o affaticamento, senza una causa medica identificabile.
Se vi riconoscete in molti dei sintomi descritti e sentite che l’ansia sta influenzando negativamente la vostra vita, è importante non sottovalutarla e rivolgersi a un professionista della salute mentale che vi aiuti a comprendere meglio il vostro stato e a individuare il percorso di trattamento più adatto.

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Come trattare un disturbo d’ansia
Quando l’ansia diventa costante, estrema e incontrollabile, è infatti fondamentale richiedere un intervento professionale che possa aiutare la persona a gestire i sintomi nell’immediato, indagare le cause scatenanti e individuare le strategie più giuste di prevenzione di attacchi d’ansia o di panico.
Ovviamente, a seconda del tipo di disturbo e delle cause il trattamento dell’ansia sarà personalizzato e diversificato. Si può prevedere una terapia cognitivo-comportamentale (CBT), una delle forme di terapia più efficaci per i disturbi d’ansia: aiuta a identificare e modificare i pensieri negativi e i comportamenti disfunzionali che alimentano l’ansia. In alcuni casi può essere invece necessaria una terapia farmacologica, prescritta soltanto da uno psichiatra o da un medico.
In casi di ansia lieve, invece, un percorso mirato con uno psicologo o psicoterapeuta può essere sufficiente, supportando la persona e permettendole di comprendere i fattori che innescano reazioni di ansia e timore eccessivo e ad acquisire strategie di fronteggiamento delle situazioni ansiogene. Anche le tecniche di rilassamento, come esercizi di respirazione profonda, meditazione e yoga, possono aiutare a ridurre lo stato di tensione e migliorare la capacità di gestire lo stress.
Infine, non ci stancheremo mai di ripeterlo: condurre uno stile di vita il più possibile sano, mantenendo una dieta equilibrata, facendo esercizio fisico regolare e limitando il consumo di alcol, può avere un impatto positivo sulla salute mentale della persona e, quindi, sulla gestione dell’ansia. Fondamentale, infine, è il supporto sociale: parlare con amici, familiari o unirsi a gruppi di sostegno può offrire conforto e ridurre il senso di isolamento che spesso accompagna i disturbi d’ansia.
Fonti:
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