Per capire come mai cucinare con i bambini rappresenta una sana abitudine abbiamo intervistato il dottor Stefano Restani, Medico Chirurgo, Master Universitario in Alimentazione ed Educazione alla Salute, che ci suggerisce anche alcuni spunti e indicazioni utili per passare dalla teoria alla pratica, comprese due ricette da classiche e sane da preparare con i bimbi!
Cucinare con i bambini: perché fa bene?
“Recuperare la capacità di preparare ciò che si mangia (ovvero ciò che ci dà sostegno e ci fa crescere) – riflette il dottor Restani – è veramente molto importante.” Cucinare insieme, dunque, si trasforma facilmente in un momento di condivisione, ma non soltanto: in questo modo, infatti, i bambini possono accedere direttamente ad una forma di cultura gastronomica che ci appartiene e riscoprire la manualità.
Maneggiare il cibo, toccarlo, percepirne la consistenza ci aiuta ad insegnare ai bambini una semplice lezione che per le generazioni precedenti era naturale: “constatare che partendo da ingredienti base (farina, uova, verdure, frutta, ecc.) si possono creare prodotti veramente gustosi e sani assume una finalità educativa che va oltre il semplice mangiare”.
Trasmettere la conoscenza in cucina: come fare
Durante il tempo che si trascorre a cucinare insieme ai bambini è importante raccontare i passaggi che vengono fatti e, soprattutto, le caratteristiche degli alimenti che vengono utilizzati: “in questo modo – spiega Restani – possiamo spiegare quali alimenti possono essere considerati sani, senza negare totalmente l’utilizzo saltuario di quelli meno salutari. Credo che l’idea di fondo debba essere non il proibizionismo totale dei confronti di certi alimenti, bensì la consapevolezza che talvolta ci si può concedere qualche sfizio.” Proprio il fatto di sapere quali cibi fanno bene e quali sono “sbagliati” ci consente, secondo l’intervistato, di far sì che i bambini crescano sapendo con certezza cosa è giusto mangiare e cosa no. Al contrario, proibire e basta non fa altro che aumentare il desiderio del bambino per quello specifico alimento del quale non capisce perché non si può mangiare.
Dieta mediterranea: sì alla valorizzazione delle eccellenze
Per cominciare un percorso di educazione alimentare, secondo il dottor Restani, bisogna partire dai dettami della dieta mediterranea che, ricordiamo, è una delle diete più sane al mondo. Meglio quindi utilizzare cereali diversi e le farine da essi derivati, soprattutto se integrali; riscoprire i legumi, i semi, la frutta a guscio, le spezie; seguire, per quanto possibile la stagionalità delle verdure e della frutta.
Vanno bene anche carne e pesce, ma il consiglio è quello di scegliere prodotti di qualità: “non penso, infatti, che la carne faccia male a prescindere, ma il modo in cui vivono e vengono nutriti gli animali in alcuni allevamenti intensivi può rendere la carne meno salutare.” Inoltre, pensando alla necessità di seguire una dieta adatta ai bambini della selezione dei cibi da preparare insieme, è importante non demonizzare i lipidi: “il punto è scegliere quelli giusti. Abbiamo la fortuna – sottolinea l’intervistato – di vivere in un paese che ha decine e decine di oli di oliva extravergine fantastici, per fare un esempio.”
Il dottor Restani, inoltre, insiste molto sul fatto che i genitori insegnino ai figli l’importanza della colazione che dovrebbe essere il pasto più importante della giornata in termini di quantità, così come è durante l’infanzia che si può far passare l’idea che la cena, al contrario, debba essere quello meno significativo. “Il vecchio proverbio Colazione da re, pranzo da regina e cena da povero oggi ha basi scientifiche che ne dimostrano la veridicità.”
Come coinvolgere i bambini?
Come tutti i genitori sanno far sì che i bambini partecipino volentieri a queste attività “da grandi” non è sempre semplice. L’ideale, secondo il dottor Restani, è portare tutto sul piano del gioco didattico, consentendo ai bambini di essere attivi e non solo osservatori passivi. “Accettate e mettete in conto che le prime volte ci sarà un po’ di spreco di cibo, oppure che i tempi di preparazione saranno un po’ più lunghi e la cucina un po’ più di disordine.” Oltre agli ingredienti alimentari non possono mancare pazienza, voglia di divertirsi e massima disponibilità da parte dei genitori. Con il tempo, assicura l’intervistato, le cose andranno meglio.
Un’altra preziosa carta da giocarsi per coinvolgere i bambini è evidenziare il sapore “speciale” che assume ciò che si è preparato con le proprie mani e manine: “il valore aggiunto – riflette lo specialista – è insito in tutto ciò che si riesce a costruire da soli: una piccola opera in argilla, un collage con vari materiali, solo per citare due esempi.”
Sperimentare con lo “slow tasting”
Proprio perché il gusto è centrale in cucina, sia durante la preparazione che nei pasti, il dottor Restani suggerisce di insegnare sin da subito ai bambini a gustare i cibi e non divorarli. “Si comincia a “mangiare” il cibo con gli occhi (il colore, l’aspetto di ciò che stiamo per introdurre nella nostra bocca), col tatto (la consistenza), con l’udito (lo scrocchiare del pane, per esempio) con l’olfatto, infine col gusto”: ragion per cui si consiglia di trasmettere anche il piacere della lentezza nel gustare un boccone di cibo, quello che potremmo definire “slow tasting”.
Può sembrare un obiettivo ambizioso, ma secondo il dottor Restani il passaggio da cucinare con i bambini a provare a diventare “sommelier del cibo” non è troppo ampio: “bisogna insegnare che mangiare non è una gara dove vince chi mangia di più e finisce prima.” Oltre al beneficio in termini di sapore, in questo modo facilitiamo sin da subito anche la digestione.
Assaggiare i cibi al naturale
“Un’altro consiglio che mi sento di dare ai genitori è quello di insegnare ai bimbi ad assaggiare alcuni cibi al naturale.” L’idea è quella di aiutare i bambini a scoprire il vero sapore degli alimenti: per esempio, pochi sanno quale sia il vero giusto della patata, per cui il dottore suggerisce, per esempio, di lessarla, tagliarla a pezzi e farla assaggiare così, scondita e senza le salse che vengono abitualmente utilizzare.
La questione è più seria di quel che può sembrare: “mi capita di visitare bambini in ambulatorio – spiega l’intervistato – che non riescono più a mangiare se manca quella tal salsa o se il sapore del cibo di base non è mascherato perché non sa di nulla.” Esistono addirittura bimbi che non bevono l’acqua “perché non sa di nulla”.
Il punto è che “non nasciamo così: diventiamo così, per imitazione del comportamento di altri”. Quindi, a maggior ragione, questi “altri” possono diventarlo i genitori promuovendo pratiche salutari.
Dalla teoria alla pratica: consigli per cucinare con i bambini
Premessa necessaria per poter trasmettere buone pratiche ai bambini è che i genitori per primi siano informati su che alimenti scegliere, che caratteristiche hanno, eccetera. “Per cominciare – suggerisce Restani – si può scegliere la domenica come giorno ideale per fare i primi esperimenti in cucina: c’è più tempo, dato che non c’è scuola e lavoro.”
Scegliere le ricette e fare la spesa, poi, dovrebbero essere attività fatte insieme, partendo, almeno per le prime esperienze, da piatti scelti dai bambini e che si possono gustare in fretta in modo che non si stanchino e possano godere presto del frutto del lavoro. “Consiglio anche di lasciare che il bambino proponga delle modifiche alla ricetta scelta, anche se possono sembrare non azzeccate: concedere la sperimentazione per poi dare insieme una valutazione al piatto al momento dell’assaggio E poi chissà…come dice il personaggio Ego del delizioso film d’animazione “Ratatouille”: “Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque”!”
Quali ingredienti preferire?
Se, come detto, la scelta della ricetta è personale e personalizzabile: “In linea di massima si può iniziare da qualcosa che il bambino già gradisce ma che ha sempre visto arrivare già scodellato nel piatto. Portarlo in cucina e renderlo “cuoco” di quello stesso cibo, come già detto sopra, renderà quel piatto incredibilmente più importante e buono.”
La scelta degli ingredienti, invece, va fatta con consapevolezza: per esempio, scegliere la farina di tipo 1 o di tipo 2, lo zucchero grezzo integrale di canna, il miele, le uova biologiche, “c’è un enorme spazio per puntare alla realizzazione di ricette qualitativamente migliori rispetto a quelle di partenza.”
Proprio a partire da questi alimenti, possiamo preparare una gustosa ciambella per la colazione, oppure una deliziosa pizza per cena: “mescolare gli ingredienti nella terrina e mettere le mani in pasta sono sicuramente momenti di grande divertimento e dove la manualità viene attivata.”
Ciambella allo yogurt della colazione
Partiamo con una deliziosa ricetta che vi farà divertire durante la preparazione e vi offrirà una sana colazione da consumare insieme prima di andare a scuola.
Ingredienti:
- 1 vasetto yogurt magro,
- 180 g di zucchero grezzo integrale di canna
- 220 g di farina integrale non raffinata
- 3 uova biologiche
- 1 bustina lievito per dolci
- q.b. olio extravergine d’oliva
Procedimento:
- In una ciotola capiente, versate lo yogurt e lo zucchero, mescolando bene.
- Aggiungete un uovo e una parte di farina, alternando e facendo attenzione a mescolare sempre con cura. Amalgamate, infatti, tutto bene e controllare che non ci siano grumi.
- Unite la bustina di lievito e un filo di olio extravergine d’oliva: continuate a mescolare ed amalgamare il tutto.
- Versate il composto in uno stampo a forma di ciambella e infornate a 180°C per 30 minuti.
Pizza margherita con farina integrale
La regina della cucina italiana in una versione sana e giocosa da preparare insieme. Il segreto del successo di questa pizza da fare in compagnia? Il fatto che è obbligatorio sporcarsi!
Ingredienti:
- 7 g di lievito secco
- 500 g di farina integrale
- 30 g di sale rosa
- 1 cucchiaio di malto in polvere
- 1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva
- 300 ml circa di acqua
- 1 l di passata di pomodoro biologico
- 1 mozzarella
- b. basilico
Procedimento:
- Su un piano unite il lievito, la farina, l’olio extravergine d’oliva, il cucchiaio di malto, l’acqua e il sale: impastate fino ad ottenere un composto morbido ed elastico.
- Copritelo con una pellicola e fatelo riposare per un’ora in frigorifero.
- Stendete, allora, l’impasto con le mani. Se volete, aiutatevi con un mattarello facendo attenzione a non lasciarlo in mano ai bambini senza supervisione.
- A questo punto, farcite la pizza con la passata di pomodoro, la mozzarella tagliata a tocchetti e qualche foglia di basilico.
- Infornate a 250°C per circa 20 minuti, o comunque finché la crosta non risulterà dorata.
Questi sono solo due golosi esempi: qualsiasi ricetta è adatta, l’importante, come sottolinea il dottor Restani, è divertirsi sempre con i figli, condividere le scelte e sperimentare sempre. È possibile farsi supportare anche da un professionista, come quelli parte della rete di UniSalute, a disposizione per chi ha stipulato la polizza Protezione Famiglia Ragazzi. E quando il pasto è finito perché non approfittare della nuova app UniSalute Junior dove saranno i personaggi della Disney, attraverso quiz e attività, a rafforzare le informazioni apprese a proposito di alimentazione sana?
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