petto di pollo e insalata

Il consumo di carni bianche riduce il rischio di tumore al seno? Ecco i risultati degli ultimi studi

Gli effetti del consumo di carne sull’organismo e il rapporto con lo sviluppo dei tumori è un argomento al centro della ricerca. Se, infatti, è stato osservato e dimostrato come esista una correlazione tra il consumo di carni rosse e le diagnosi di alcuni tipi di cancro, è ancora poco chiara la relazione tra la malattia e le carni bianche. Esse hanno alcune caratteristiche nutrizionali e biologiche che le differenziano da quelle di bovino e alcuni recenti studi sembrano suggerire che esista un rapporto positivo tra il consumo di carni bianche e il tumore al seno. Un importante studio realizzato negli Stati Uniti e pubblicato sull’International Journal of Cancer evidenzia come la presenza di pollame e carne bianca nella dieta possa essere addirittura un fattore protettivo, in alcuni casi. Gli esperti, però, predicano prudenza: è ancora troppo presto per giungere alla conclusione che mangiare carne bianca sia fondamentale per la prevenzione oncologica.

pollo alla griglia

LauriPatterson/istock.com

Carne bianca e tumori: cosa dicono gli studi?

La maggior parte degli studi, come anticipato, si sono concentrati sugli effetti negativi sull’organismo determinati dal consumo di carne rossa, includendo di volta in volta tipologie di alimenti lievemente differenti. Per esempio, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) che ha inserito la carne rossa (ma non pollame, selvaggina e frattaglie) tra gli alimenti probabilmente cancerogeni per l’uomo, sottolineando come l’attenzione vada posta in particolar modo sugli animali allevati. Il World Cancer Research Fund (WCRF), invece, include nella categoria a rischio manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo e capra, senza aggiungere alcuna specifica a proposito dell’origine dell’alimento.

Se è, dunque, riconosciuta l’esigenza di ridurre il consumo di carne rossa in una dieta salutare, è poco chiaro il ruolo che dovrebbe ricoprire il resto della carne. Uno dei problemi è che, negli studi effettuati fino ad ora, non sono state prese in considerazione le modalità di consumo. Come sottolineato dall’Airc citando uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, si presume che esista una differenza tra l’effetto del consumo di carne bianca in chi la include nella dieta a sostituzione di quella rossa, oppure in aggiunta aumentando di fatto la quota di carne consumata settimanalmente.

petto di pollo cotto

LauriPatterson/istock.com

Carne bianca e riduzione del rischio di tumore

Lo stesso studio riporta i risultati di alcune interessanti analisi che osservano come ad un consumo di carne bianca in alternativa a quella rossa corrisponda un minor rischio di contrarre alcune tipologie specifiche di tumore:

Gli esperti ipotizzano, tuttavia, che il beneficio non sia connesso al consumo di carne bianca in sé, quanto piuttosto alla riduzione della quantità di quella rossa nei casi presi in esame. L’eccezione è rappresentata dal tumore allo stomaco che, secondo uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista Nutrients, potrebbe beneficiare direttamente dal consumo di pollo, tacchino, anatra e gli altri cibi della categoria. I dati empirici non sono, però, sufficienti per capire le ragioni di questa relazione: l’Airc riporta che, secondo alcuni studi, è possibile che la carne bianca abbia una minore concentrazione di ferro eme e più grassi polinsaturi, condizione che sarebbe, dunque, meno dannosa. Tuttavia il rapporto tra carni bianche e tumore è sicuramente più complesso e ancora poco chiaro.

confezioni di pollo al supermercato

fotofrog/istock.com

Carne bianca e tumore al seno: che relazione?

È stato pubblicato sempre nel 2019, questa volta sull’International Journal of Cancer, un altro importante studio che ha posto l’attenzione sul rapporto tra consumo di carne bianca e tumore al seno. Realizzato in oltre 7 anni, ha coinvolto più di 40.000 donne di età compresa tra i 35 e i 74 anni con una forte familiarità con questo tipo di cancro, senza però alcuna diagnosi.

I dati raccolti dai ricercatori hanno permesso di evidenziare che per il gruppo di donne che ha consumato una maggiore quantità di carne rossa il rischio di sviluppare il carcinoma mammario è stato del 23% superiore rispetto agli altri gruppi. In termini assoluti, entro un anno dall’inizio della ricerca sono stati diagnosticati 1500 tumori al seno.

Nel gruppo di donne che ha consumato una quantità maggiore di carni bianche invece, il rischio di sviluppare il tumore è stato inferiore del 15%. Inoltre, i ricercatori hanno sottolineato come le differenze più significative siano state riscontrate tra donne in età avanzata e in post menopausa.

Anche in questo caso, ribadiscono gli esperti, sono interessanti i risultati raggiunti, ma non sono chiari ancora i meccanismi per cui si ottengono questi esiti. Ciò che emerge chiaramente però è l’importanza di un corretto stile di vita per poter prevenire l’insorgenza dei tumori. La battaglia contro il cancro si gioca sin dalla prevenzione ed è per questo che alcune assicurazioni, come UniSalute, propongono dei piani individuali finalizzati proprio all’elaborazione di percorsi che coniughino una dieta salutare e bilanciata con l’attività motoria, per poter realizzare nel concreto uno stile di vita sano e adeguato alle proprie esigenze personali. Un punto di partenza imprescindibile per poter vivere con serenità la quotidianità pensando al futuro.

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