Dipendenza da smartphone: sintomi, conseguenze e rimedi

Lo smartphone fa sempre più parte delle nostre vite: ormai lontano dalle funzionalità dei vecchi cellulari che servivano solo per telefonare e inviare messaggi, questi dispositivi ci permettono di ascoltare musica, orientarci con le mappe, scattare foto da condividere sui social network, o fare acquisti nei nostri negozi preferiti. Lo smartphone è diventato un oggetto che portiamo ovunque e controlliamo di avere sempre con noi; spesso, se la batteria è scarica, andiamo addirittura in crisi. 

In alcuni casi, purtroppo, si parla di una vera e propria dipendenza da smartphone, e di nomofobia ovvero la paura di non avere con sé il proprio telefono. Affrontiamo l’argomento in questo articolo, per saperne di più su queste condizioni e capire in che modo si può intervenire. 

Dipendenza da smartphone e nomofobia: di cosa parliamo?

Il termine “nomofobia” è un termine che si è diffuso nel mondo anglosassone. Deriva dall’inglese “nomophobia”, ed è l’abbreviazione dell’espressione “no-mobile-phone phobia”: si tratta della paura di rimanere senza telefono cellulare. Chiamata anche sindrome da disconnessione, indica un insieme di sintomi psicologici che spesso si manifestano in chi sviluppa una vera e propria dipendenza dallo smartphone

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Parlando di dipendenza affettiva, abbiamo ricordato che le dipendenze patologiche non riguardano solo l’assunzione di sostanze ma si configurano anche quando una persona perde il controllo su un’abitudine. È ciò che può accadere anche con i dispositivi tecnologici: se pensare di perdere o lasciare a casa il proprio smartphone è di certo un’eventualità spiacevole per tutti, per alcuni diventa fonte di angoscia. Chi soffre di questo disturbo, infatti, ha paura di non avere accesso al telefono o alla connessione di rete che ne permette l’utilizzo e anche il solo pensiero provoca un fortissimo disagio. 

Come riporta uno studio pubblicato sul Journal of Family Medicine and Primary Care, il termine nomofobia è stato coniato nel Regno Unito nel 2008, a seguito di una ricerca che indagava la presenza di disturbi d’ansia legati all’uso dei telefoni cellulari. In quell’occasione era emerso che ben il 53% degli intervistati aveva ammesso di essere preoccupato quando “perdeva il cellulare, esauriva la batteria o il credito o non aveva copertura di rete”. Inoltre, il 55% dei partecipanti aveva affermato che il principale motivo di malessere era la sensazione di non riuscire a tenersi in contatto con le persone care, nel caso il cellulare o la connessione non fossero stati disponibili. Il livello di stress e ansia riscontrato è risultato simile a quello che molte persone provano nel giorno delle loro nozze. 

Dipendenza e nomofobia sono la stessa cosa?

La dipendenza da smartphone e la nomofobia sono collegate l’una all’altra, sebbene non siano esattamente la stessa cosa. La nomofobia non è inserita nel DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) e non è quindi un disturbo riconosciuto a livello medico, sebbene si parli di fobia per un qualcosa di specifico che si sviluppa, quindi, in correlazione a un fattore particolare (in questo caso, l’idea di non essere sempre connessi con gli altri). 

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L’uso eccessivo dei dispositivi tecnologici e degli smartphone è collegato a vari fattori psicologici e disturbi mentali, per esempio la bassa autostima, l’ansia o la fobia sociale. Non è difficile, quindi, immaginare che una dipendenza di questo tipo possa verificarsi in concomitanza con la nomofobia, anche se non è chiaro quale delle sue sopraggiunga prima. Un disturbo di dipendenza già esistente, infatti, può esprimersi attraverso dei sintomi nomofobici; allo stesso modo la nomofobia può svilupparsi a seguito e a causa di una dipendenza da cellulare.

Il bisogno di trascorrere molto tempo usando un dispositivo elettronico, tuttavia, può essere collegato anche ad altro: molte persone, ad esempio, lo utilizzano per giocare d’azzardo online. In questo caso, il problema non è quindi correlato alla paura di non potersi collegare con i propri amici, ma alla dipendenza dal gioco.

Quali sono i sintomi con cui si manifestano dipendenza da smartphone e nomofobia?

Distinguere tra persone dipendenti dallo smartphone e nomofobia non è facile poiché, come abbiamo già ricordato, le due problematiche si sovrappongono e nella maggior parte dei casi non è chiaro quale delle due condizioni compaia per prima. Possiamo dire però che esistono alcuni campanelli di allarme per capire se qualcuno già manifesta o potrebbe sviluppare una dipendenza da smartphone:

  • portare con sé più di un telefono e caricabatterie, per poterli utilizzare sempre;
  • controllare di continuo il livello di carica e il credito;
  • usare tablet o telefono anche a letto e fino a poco prima di dormire; 
  • tenere il dispositivo acceso tutto il giorno;
  • usarlo anche in luoghi e situazioni in cui non sarebbe opportuno;
  • fare spesso il check delle chiamate, dei messaggi e delle e-mail per essere certi di non perdere nulla. 

Oltre a questi comportamenti, riscontrabili in maniera ridotta anche in persone che invece non hanno alcuna dipendenza dai dispositivi, possono comparire stati di ansia, con alterazioni della respirazione e del battito cardiaco, tremori e sudorazioni. 

Allo stesso modo, i pazienti con nomofobia mostrano un attaccamento esagerato al dispositivo: oltre a tutti gli altri segnali che abbiamo appena elencato, compaiono ansia, difficoltà a respirare, aumento della sudorazione e senso di disorientamento.

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Nomofobia e dipendenza da smartphone: come si curano? 

Come ogni dipendenza, anche quella da smartphone rappresenta un problema molto complesso, che può compromettere la qualità della vita non soltanto di chi ne soffre, ma anche di chi gli sta vicino. Lo stesso vale per la nomofobia, che spesso compare insieme. La paura di non essere sempre connessi alimenta la dipendenza e, viceversa, la dipendenza si manifesta attraverso la nomofobia, in un circolo dal quale è difficile uscire senza un aiuto esterno. 

Si tratta quindi di due aspetti complementari, che possono inoltre convivere con la presenza di altri disturbi d’ansia e i cui sintomi sono comuni anche ad altre condizioni

Per individuare una terapia che aiuti il paziente a uscire da questa spirale, è importante prima di tutto arrivare a una diagnosi, individuando la dipendenza e gli eventuali altri sintomi riconducibili alla nomofobia. I pazienti che mostrano un comportamento dipendente devono recuperare gradualmente la capacità di usare lo smartphone in modo sano, attraverso un percorso costruito ad hoc col terapeuta. 

Anche riguardo la nomofobia il primo passo è la diagnosi. Bisogna individuare la causa dei disturbi d’ansia, eliminando non solo altre possibili cause psicologiche ma anche, eventualmente, condizioni patologiche fisiche. Attualmente non esistono dei veri e propri protocolli per il trattamento, poiché la nomofobia non è ufficialmente riconosciuta come disturbo ma gli approcci sono di solito gli stessi con i quali si affrontano altre fobie: 

  • terapie comportamentali che permettono, col tempo, di superare la paura di non avere con sé il telefono;
  • desensibilizzazione, che avvicina ed espone il paziente alla cosa/situazione che teme;
  • ipnoterapia.

Può inoltre essere utile frequentare dei gruppi di supporto, per fronteggiare i propri timori e le ansie, e poter così tornare a vivere con maggiore serenità.

È importante ricordare che tutti dovremmo monitorare le nostre abitudini e cercare di capire se rischiamo di sviluppare una dipendenza: lo smartphone e le nuove tecnologie di comunicazione fanno parte della nostra vita, ma non devono occupare la maggior parte del tempo che abbiamo a disposizione. Chiedere un aiuto o un consiglio al proprio medico se ci rendiamo conto di avere dei problemi è sicuramente un’ottima idea. Allo stesso modo, se un amico o un familiare, soprattutto molto giovane, dovesse avere dei comportamenti sospetti, sarebbe opportuno indirizzarlo verso qualcuno con cui possa affrontare apertamente la questione. 

Che rapporto avete con i dispositivi tecnologici? Quanto spesso utilizzate lo smartphone?

 

Altre fonti:

dipendenze.com

healthline.com

medicalnewstoday.com

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