Ciò di traduce in pratica in una maggiore difficoltà di accesso ai servizi, tra i quali anche quelli connessi alla salute. Non è una novità, infatti, siano in crescita gli italiani che per ragioni di costi rinunciano alle spese mediche di prevenzione. Ma che prezzo hanno queste rinunce per gli anziani che, per ragioni fisiologiche, hanno bisogno di una maggiore assistenza e che strumenti esistono a supporto delle famiglie che vorrebbero stare vicino ai propri cari?
Come stanno gli anziani in Italia?
È ancora una volta l’Istat a consentire di tracciare una fotografia dello stato di salute degli anziani in Italia. La speranza di vita a 65 anni si assesta attorno ai 18,9 per gli uomini e 22,2 per le donne, un dato che ci colloca al di sopra della media europea, tuttavia dalla ricerca emerge che dopo i 75 gli anziani in Italia godono di uno stato di salute peggiore.
Più della metà degli ultraottantenni soffre di almeno una malattia cronica grave e il 23,1% ha gravi limitazioni motorie, ragion per cui l’assistenza domiciliare, i servizi a supporto delle persone con queste difficoltà, dalle residenze estive all’acquisto di un girello per anziani, sono priorità sentite non solo dai diretti interessati, ma anche dalle famiglie.
Assistenza agli anziani: una questione di famiglia
Il “peso” dell’assistenza pesa, infatti, ancora prevalentemente sulle famiglie: non esistono dati certi su questo argomento, ma un’indagine multiscopo dell’Istat stima che nel 2011 erano 3.329.000 i cosiddetti “caregiver” familiari, ovvero i parenti più o meno vicini che si occupano in prima persona della cura e dell’assistenza degli anziani, dei malati e dei disabili. 830.000 erano, invece, le figure di assistenti familiari assunti direttamente dalle famiglie per occuparsi autonomamente della salute dei propri cari.
Una situazione che ha fatto crescere l’importanza di bisogni e necessità, evidenziati nel rapporto “L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia” della Fondazione Cenci Gallingani e del Network Non Autosufficienza: essere accompagnati ad affrontare le situazioni di non autosufficienza dal punto di vista organizzativo, psicologico ed economico. Le famiglie italiane, dunque, ricercano informazioni, consigli, suggerimenti per orientarsi nell’azione: sembrano mancare figure di riferimento precise e affidabili, nel momento di necessità sino all’accompagnamento nelle situazioni che si cronicizzano.
Cosa si può fare per supportare i propri familiari?
Un primo sostegno per gli anziani arriva dall’Assistenza Domiciliare Integrata, abbreviata in ADI, ovvero la rete di servizi predisposta a livello statale e diffusa su tutto il territorio. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, la percentuale degli Over 65 tra i pazienti trattati è del 91,7% in Liguria e del 90,6% in Emilia Romagna, percentuale che si abbassa al 57,4% della Provincia Autonoma di Bolzano e al 55,4% di quella di Trento. In media sono, comunque, gli ultrasessantacinquenni i soggetti che più di tutti beneficiano dei servizi dell’ADI.
Le alternative, come anticipato, ricadono sulle famiglie che hanno, solitamente, due strade disponibili: prendersi cura direttamente dell’assistenza all’anziano oppure assumere un soggetto esterno. In entrambi i casi i costi in termini di tempo ed economici sono notevoli, motivo per il quale molte famiglie sono costrette ad operare rinunce o a non garantire un supporto adeguato. Questione che, però, espone i nostri cari a dei rischi come, per esempio, la cronicizzazione delle piaghe da decubito, un problema molto sentito da chi è costretto a letto, e che se non trattato prontamente e con la necessaria professionalità può provocare conseguenze più gravi.
Le soluzioni del welfare aziendale
L’importanza dell’assistenza per gli anziani è confermata anche dai dati raccolti dall’Osservatorio UniSalute che, interrogando i lavoratori a proposito dei servizi di welfare aziendale più richiesti, ha rilevato che il 22% degli intervistati con più di 55 ritengono fondamentale che un piano di benefit includa anche forme di assistenza per gli anziani e per le persone non autosufficienti.
Questa esigenza, insieme alle difficoltà connesse alla conciliazione di maternità e lavoro, rappresenta una sfida per le aziende che in numero sempre crescente stanno introducendo politiche di questo tipo e servizi direttamente nel contratto di lavoro. Dal punto di vista dell’assistenza agli anziani, la proposta che attira maggiormente l’interesse dei lavoratori italiani è quella di un rimborso per le spese sostenute autonomamente oppure il supporto per l’assunzione di un’assistente domiciliare. In questi casi, tra i servizi inclusi ci sono le commissioni, la compagnia, il pagamento delle bollette, ma anche attività legate proprio alla salute come l’aiuto nel seguire le terapie, che devono comunque essere sempre prescritte e monitorate da personale sanitario qualificato.
In alcuni casi, tra i benefit sono inclusi anche la spesa a domicilio, servizi di badante “on demand”, sconti e convenzioni con le RSA, sia permanenti che temporanee.
Questo tipo di servizi può essere agevolmente incluso in piani di welfare aziendale che, grazie all’attività di realtà come SiSalute, marchio di UniSalute Servizi, che si occupa della gestione e della commercializzazione di servizi sanitari non assicurativi come pacchetti di flexible benefit in ambito sanitario che permettono di accedere a prestazioni a prezzi agevolati presso le strutture sanitarie convenzionate, con un occhio di riguardo per l’assistenza degli anziani. Eravate a conoscenza di questa opportunità?
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