Le prestazioni e i servizi di welfare non sono rivolti esclusivamente ai lavoratori dipendenti, a dimostrazione di quanto questo tema stia assumendo sempre più rilevanza nel mondo del lavoro. Negli ultimi anni, infatti, la possibilità di beneficiare di alcune misure integrative è stata estesa anche ai lavoratori autonomi, e sembra che le novità nel welfare aziendale per i liberi professionisti siano destinate ad aumentare, in particolare a seguito della pandemia che li ha visti più esposti.
In questo articolo, vediamo più nel dettaglio quali sono le normative a riguardo, le proposte in atto e, infine, le aspettative per il futuro.
Il welfare aziendale per i lavoratori autonomi: qual è la situazione in Italia?
Le normativa sul welfare aziendale riguardano in maniera specifica i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato, che possono fruire di agevolazioni fiscali, previdenza sociale, beni e servizi messi a disposizione dall’impresa. Parliamo di misure che riguardano la flessibilità oraria e i congedi, la possibilità di avere asili nido aziendali, le polizze sanitarie, ma anche i flexible benefit come i voucher.
Il panorama italiano, però, comprende anche moltissimi lavoratori autonomi titolari di Partita Iva, oltre ad assegnisti di ricerca nelle università, co.co.co e precari: il nostro è il Paese europeo con più occupati in proprio, oltre 5 milioni (dati Fondazione Studio Consulenti del Lavoro). Queste categorie, escluse dai benefici destinati ai dipendenti, sono molto esposte sotto il profilo socio-economico, come è emerso durante l’anno e mezzo passato a seguito della pandemia di Covid-19, che è già costata circa un milione di posti di lavoro, un quarto dei quali autonomi.
Per questo ormai da tempo le associazioni (come ACTA, associazione che rappresenta i freelance) auspicano un intervento legislativo che ampli la tutela collettiva anche a loro.
Novità welfare per liberi professionisti: la tutela e i servizi di Casse ed Enti di previdenza
Da alcuni anni, Casse ed Enti di previdenza hanno rafforzato tutele e servizi offerti ai liberi professionisti iscritti ad un Albo, ampliando l’offerta di prestazioni assistenziali e di sostegno, ma anche quella dei servizi e degli incentivi per lo svolgimento della professione. In particolare, si parla di misure che riguardano i seguenti ambiti:
- sostegno all’attività professionale, come corsi di formazione o di aggiornamento; assistenza al lavoro e alla professione tramite borse di studio, corsi di specializzazione, convenzioni per l’assistenza fiscale, agevolazioni per l’acquisto di strumentazione professionale, ecc.;
- prestazioni e convenzioni finalizzate all’integrazione del reddito;
- misure dirette a soddisfare i bisogni correlati al nucleo familiare del libero professionista, come l’indennità di maternità o di paternità;
- prestazioni sanitarie legate allo stato di salute;
- benessere e tempo libero, come tessere per la palestra, convenzioni per strutture ricettive, bonus per l’acquisto di abbonamenti nel settore culturale.
Alcune di queste misure erano previste nello Statuto del lavoro autonomo, conosciuto anche come Jobs Act Autonomi, approvato definitivamente dal Senato il 10 maggio 2017 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 giugno 2017 come legge n. 81 del 22.5.2017.
Il Jobs Act Autonomi del Governo Renzi
Nel 2017 il Jobs Act Autonomi aveva introdotto una serie di novità relative al welfare per le Partite Iva (liberi professionisti come medici, avvocati, giornalisti e lavoratori autonomi) che riguardavano i seguenti ambiti:
- i congedi di maternità e paternità,
- la malattia e l’infortunio,
- la possibilità di accedere a prestazioni socio-sanitarie tramite casse ed enti per lavoratori non dipendenti,
- la deduzione delle spese per la formazione.
Il provvedimento, tuttavia, non è mai stato reso del tutto operativo, lasciando intatto buona parte del vuoto che avrebbe dovuto colmare: alcune deleghe contenute nello Statuto, infatti, sono scadute nel 2018, lasciando scoperti i settori come la sicurezza sociale, la maternità e l’indennità di malattia.
L’app BeProf per il welfare nella libera professione
È proprio nel tentativo di trovare una soluzione a queste carenze normative che Confprofessioni, organizzazione che rappresenta i liberi professionisti, ha ideato un’app per l’accesso a prezzi agevolati a prestazioni di natura sociale. BeProf – la piattaforma messa a punto col sostegno di Gruppo Zucchetti, Il Sole 24 Ore, Deliveroo, SiSalute, Unicredit, Unisalute – realizza un’importante integrazione tra forme di tutela previste dal Contratto Collettivo degli studi professionali e le soluzioni offerte da Enti e Casse specializzate.
L’applicazione è destinata agli studi professionali e a tutti i titolari di partita Iva: permette di accedere a polizze sanitarie integrative a condizioni vantaggiose, ma anche a misure che sostengono e semplificano l’attività quotidiana del professionista, come la richiesta di finanziamenti agevolati per l’acquisto di beni e servizi legati all’attività professionale. Molte funzionalità saranno implementate in futuro, con la possibilità, per esempio, di usufruire di convenzioni per gli spostamenti di lavoro, di compilare fatture elettroniche e molto altro, il tutto in maniera veloce e pratica perché completamente digitale.
Anche se non sono ancora chiare tutte le evoluzioni che ci saranno nel sistema del welfare per i liberi professionisti e gli altri lavoratori autonomi, la necessità di un cambiamento radicale è palese, alla luce delle continue e rapide evoluzioni del mercato del lavoro.
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