vaccini e tumori

Prevenire i tumori attraverso la vaccinazione: ecco da quali patologie potremmo difenderci

I vaccini che conosciamo tutti, come quello contro l’influenza o la meningite, sono in grado di aiutare il nostro sistema immunitario a riconoscere i patogeni prima che diventino pericolosi per la salute e che si scateni una malattia. Dalla fine del Settecento, quando è stato scoperto quello contro il vaiolo, la scienza ha fatto molti passi avanti in questo ambito e oggi la ricerca è impegnata nello studio delle applicazioni dei vaccini contro i tumori, con l’obiettivo di renderli uno strumento di prevenzione e di cura per queste patologie. Vediamo allora per quali tipi di tumore sono efficaci e qual è il loro funzionamento.

Vaccini contro i tumori: quante tipologie ne esistono?

vaccini fialetta

I vaccini utilizzati nella lotta ai tumori sono sia di tipo preventivo che curativo. Quelli che appartengono alla prima famiglia agiscono come i tradizionali vaccini che conosciamo tutti, e prevengono alcune malattie, che favoriscono o provocano più o meno direttamente alcuni tumori. Somministrare questi vaccini ha quindi lo scopo di evitare che l’organismo sia suscettibile agli attacchi da parte di alcuni virus: il risultato sul tumore è indiretto, poiché non agiscono sulla neoplasia, ma su una delle sue cause.

I vaccini terapeutici, comunemente denominati anticancro, sono invece differenti e vengono applicati nella cura della malattia, quando essa si è già sviluppata. Ci siamo occupati di questi farmaci quando abbiamo parlato di immunoterapia oncologica.

Vaccini preventivi contro il cancro: difendersi dall’epatite B e dal papilloma virus

vaccini hpv

I vaccini di tipo preventivo contro il cancro difendono l’organismo da alcune infezioni che nell’uomo possono causare delle patologie tumorali. Agiscono sui responsabili di malattie infettive, come il virus dell’epatite B e quello del papilloma umano (HPV). È stato dimostrato, infatti, che la presenza di tali patogeni è correlata al rischio di ammalarsi di cancro al fegato e alla cervice uterina.

La vaccinazione contro l’HPV, nel nostro Paese, è prevista per adolescenti di entrambi i sessi 11-12 anni): è stata estesa anche ai maschi nel 2017, poiché il virus è responsabile anche di tumori al pene, all’ano, alla testa e al collo. Il vaccino contro l’HPV non ha rilevanti effetti collaterali e riduce la comparsa di lesioni precancerose al collo dell’utero, che nel tempo possono dare origine a neoplasie: è quanto emerge dai risultati di una ricerca pubblicata nel 2018, che ha analizzato 26 studi clinici (su oltre 70.000 donne). 

Vaccini terapeutici contro i tumori: come funzionano?

I vaccini anticancro, o terapeutici, come abbiamo già ricordato, trovano applicazione nella cura dei tumori, laddove la patologia sia già presente. Sebbene il termine venga usato, in questo caso, in maniera impropria, la funzione di tali farmaci è assimilabile a quella dei vaccini in senso stretto: stimolare l’organismo e il suo sistema immunitario a riconoscere le cellule dannose (ed eliminarle). La differenza è che si tratta di cellule che si sviluppano all’interno del corpo umano e non di patogeni che provengono dall’esterno, come i virus.

Qual è il loro funzionamento, quindi? Per comprenderlo, dobbiamo fare un passo indietro e partire da quello del nostro sistema immunitario, che riconosce gli agenti infettivi grazie alla presenza di molecole chiamate antigeni, e si adopera per eliminarli. Anche le cellule anomale e cancerose possiedono degli antigeni, ma la difficoltà che il sistema immunitario incontra nell’individuarli sta nel fatto che differiscono a seconda del tumore e anche in tumori dello stesso tipo, oltre che nelle metastasi; altre volte, le cellule tumorali possiedono antigeni che l’organismo non ha in età adulta o, infine, ne presentano di nuovi (neoantigeni). Lo scopo dei vaccini terapeutici contro i tumori è fare in modo che l’organismo impari a riconoscere gli antigeni delle cellule cancerose, in modo da poterle eliminare. La ricerca in questo campo, tuttavia, è complessa, poiché bisogna tenere conto di un gran numero di mutazioni, motivo per cui i protocolli terapeutici devono essere specifici per ogni paziente. 

Risultati incoraggianti contro tumore alla prostata e al seno

vaccini ricerca

La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha approvato nel 2010 un vaccino per il tumore della prostata, che viene prodotto per ciascun paziente. Sull’applicazione di questa terapia per il cancro mammario, invece, sono in corso degli studi che lasciano ben sperare, ma la ricerca progredisce anche per altre tipologie tumorali (colon, reni, glioblastoma). In Italian l’Istituto Nazionale dei Tumori “Pascale” di Napoli è all’avanguardia sul tema con una nuova ricerca (ancora nelle fasi iniziali) sul tumore del fegato e che ha preso in esame 16 antigeni selezionati da neoplasie provenienti da centinaia di malati. 

Vaccini e tumori: fake news su questa relazione

Quando si affronta il tema dei vaccini contro i tumori, viene a galla anche un altro argomento, spesso in prima pagina, e sul quale, purtroppo, domina la disinformazione. Vaccinarsi e vaccinare i propri figli può provocare il cancro? L’AIRC raassicura,  ricordando che i risultati degli studi parlano chiaro, nessuno dei vaccini raccomandati e utilizzati oggi ha effetti cancerogeni. Le vaccinazioni sono un potente mezzo per prevenire molte malattie, anche gravi, e ogni volta che sorgono dei dubbi, soprattutto quando riguardano i più piccoli, è bene consultare il proprio medico, per chiedere un parere scientifico e attendibile. Oggi, sempre di più, quest’arma può essere un valido alleato anche nella lotta ai tumori. Ne eravate a conoscenza?

 

Fonti:

airc.it

fondazioneveronesi.it

fondazionecmt.it

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