Medico a domicilio che visita una paziente donna con la trombosi venosa profonda, toccandole delicatamente l’area delle gambe

Trombofilia: guida completa a sintomi, cause e trattamenti

Trombofilia, cosa è importante sapere e perché

La trombofilia è una condizione che aumenta il rischio di formazione di trombi (coaguli di sangue) all’interno dei vasi sanguigni, come vene e arterie. Riconoscere i segnali della trombofilia è fondamentale per una diagnosi tempestiva e per prevenire gravi complicanze, tra cui embolia polmonare, trombosi venosa profonda e ictus. Questa guida completa vi fornirà informazioni dettagliate sulla trombofilia, inclusi sintomi, cause, diagnosi e strategie di trattamento.

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Cos’è la trombofilia e come riconoscerla?

La formazione di un trombo è un processo fisiologico essenziale per arrestare le emorragie. Tuttavia, nelle persone affette da trombofilia, questo meccanismo è alterato, causando una coagulazione eccessiva e la formazione di trombi anche in assenza di lesioni. Questi coaguli possono ostruire il flusso sanguigno, causando problemi a seconda della loro posizione e dimensione. La trombofilia può essere genetica (fattore V di Leiden, deficit di antitrombina) o acquisita.

Sintomi della trombofilia: un campanello d’allarme

I sintomi della trombofilia variano a seconda della localizzazione del trombo. A volte, la condizione è asintomatica, rendendo la diagnosi più complessa. Prestate attenzione a questi segnali e consultate un medico se si manifestano.

  • Trombosi Venosa Profonda (TVP): dolore, gonfiore, calore e arrossamento, solitamente nelle gambe. La gamba può apparire pallida o bluastra.
  • Embolia polmonare: difficoltà respiratorie improvvise, dolore toracico acuto, tosse (a volte con sangue), tachicardia e svenimenti. L’embolia polmonare è una complicanza grave della TVP.
  • Trombosi arteriosa: dolore intenso, pallore, freddo e intorpidimento nella zona colpita. Può causare infarto o ictus a seconda dell’arteria interessata.
  • Aborto ricorrente: la trombofilia può aumentare il rischio di aborto, soprattutto nel secondo e terzo trimestre.

Cause della trombofilia: fattori genetici e acquisiti

La trombofilia può derivare da fattori genetici, acquisiti o da una combinazione di entrambi.

  • Fattori genetici: mutazioni genetiche come il fattore V di Leiden influenzano la coagulazione. Anche il deficit di antitrombina è un fattore genetico di rischio.
  • Fattori acquisiti: cancro, traumi, interventi chirurgici, immobilizzazione prolungata, gravidanza, contraccettivi orali o terapia ormonale sostitutiva.
  • Stile di vita: obesità, fumo e sedentarietà aumentano il rischio.

Diagnosi della trombofilia: il percorso verso la certezza

La diagnosi richiede una valutazione medica e alcuni esami specifici.

  • Esami del sangue: valutano la coagulazione e identificano anomalie, come la presenza del fattore V di Leiden o deficit di antitrombina.
  • Studio della storia familiare: individua predisposizioni genetiche alla trombofilia.
  • Esami di imaging: l’ecografia Doppler visualizza i vasi sanguigni e individua eventuali trombi.
Paziente che si sottopone a degli esami del sangue per individuare eventuali anomalie riconducibili alla trombofilia, come la presenza del fattore V Leiden

La diagnosi della trombofilia passa attraverso esami del sangue specifici per individuare la mutazione del fattore V Leiden, responsabile di un aumentato rischio di coaguli.

Prevenzione e trattamento della trombofilia: un approccio integrato

La prevenzione si basa su uno stile di vita sano: peso corporeo adeguato, attività fisica regolare, astensione dal fumo e dieta equilibrata. In caso di trombofilia ereditaria o acquisita, il medico può prescrivere farmaci anticoagulanti. Il trattamento dipende dalla gravità e dalle complicanze. Può includere anticoagulanti, terapia trombolitica e, in alcuni casi, interventi chirurgici.

Vivere con la trombofilia: affrontare la sfida quotidiana

Vivere con la trombofilia richiede adattamenti nello stile di vita e monitoraggio medico. È fondamentale seguire le indicazioni del medico, assumere i farmaci prescritti e sottoporsi a controlli regolari. Il supporto psicologico può aiutare a gestire l’ansia. Con consapevolezza e un approccio proattivo, è possibile gestire la trombofilia e vivere una vita piena.
Ricordate: questo articolo fornisce informazioni generali e non sostituisce il parere medico. Consultate sempre il vostro medico per una diagnosi accurata e un piano di trattamento personalizzato.

Paziente che convive consapevolmente con la trombofilia in quanto si sottopone a controlli regolari dalla sua dottoressa

I controlli regolari sono fondamentali per la gestione della trombofilia, permettendo di monitorare il rischio di eventi trombotici e personalizzare le terapie.

Fonti

Società Italiana per lo Studio dell’Emostasi e della Trombosi (SISET)
Centro Nazionale Sangue
Istituto Superiore di Sanità (ISS)

Glossario informativo

Trombofilia: condizione che aumenta la tendenza del sangue a coagulare, predisponendo alla formazione di trombi.
Trombo: coagulo di sangue che si forma all’interno di un vaso sanguigno.
Embolia polmonare: ostruzione di un’arteria polmonare causata da un trombo che si è staccato da un altro punto del corpo.
Trombosi venosa profonda (TVP): formazione di un trombo in una vena profonda, solitamente nelle gambe.
Fattore V di Leiden: mutazione genetica che aumenta il rischio di trombosi.
Antitrombina: proteina che regola la coagulazione del sangue.
Ecografia Doppler: tecnica di imaging che utilizza onde sonore per visualizzare il flusso sanguigno nei vasi.
Anticoagulanti: farmaci che riducono la capacità del sangue di coagulare.
Terapia trombolitica: trattamento che utilizza farmaci per dissolvere i coaguli di sangue.

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