Lo faremo attraverso un’intervista di approfondimento al Dottor Andrea Ardizzoni, Direttore del Reparto di Oncologia Medica dell’Ospedale Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna, e Professore ordinario del Dipartimento di Medicina Specialistica, Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna.
Scopriamo in che cosa consiste la terapia ormonale, per quale tipologia di tumore risulta efficace e quali sono i suoi effetti collaterali.
Terapia ormonale: su quali tipologie di tumore viene usata e come funziona questo trattamento
Come spiega il Professor Ardizzoni, la terapia ormonale del tumore è un trattamento basato su farmaci in grado di modulare l’effetto degli ormoni naturalmente prodotti dal nostro organismo. “Alcuni di questi ormoni, ad esempio gli ormoni sessuali maschili come il testosterone e quelli femminili come gli estrogeni e il progesterone, possono stimolare la crescita, rispettivamente, del tumore della prostata e del tumore della mammella”, commenta l’intervistato. “Per queste patologie, i farmaci ormonali rappresentano un’importante arma terapeutica per il controllo della crescita neoplastica perché le cellule tumorali che si sviluppano in questi organi sono ‘alimentate’ da ormoni fisiologicamente prodotti dall’organismo. Bloccare la produzione e/o la funzione di tali ormoni consente di rallentare o arrestare la crescita delle cellule tumorali”.
La terapia ormonale del tumore può essere usata da sola oppure deve essere abbinata ad altri trattamenti?
“Si tratta di terapie efficaci anche da sole e che, generalmente, non richiedono di essere combinate con la chemioterapia. Nei pazienti che hanno effettuato un trattamento chirurgico e/o radioterapico per neoplasie localizzate della mammella o della prostata, la terapia ormonale può essere utilizzata come ‘adiuvante’, ovvero come terapia precauzionale per prevenire l’insorgenza di recidive dopo il trattamento locale (chirurgico e/o radioterapico)”, commenta Ardizzoni.
Un recente progresso nel trattamento del tumore della mammella avanzato, inoltre, vede un importante supporto nella terapia ormonale: “un notevole miglioramento nella cura di questa tipologia di tumore è stato raggiunto con la scoperta di nuovi farmaci come gli inibitori delle cicline – afferma l’intervistato – che, utilizzati in associazione all’ormonoterapia, consentono di raddoppiarne l’efficacia”.
Terapia ormonale per tumore al seno: quanto spesso viene usata e in quali casi risulta inefficace
Come abbiamo visto, il cancro al seno è una delle patologie che si presta alla terapia ormonale. Abbiamo quindi domandato al Professore se si tratta di un trattamento che viene sempre usato nella cura di questa malattia. “La maggior parte dei tumori mammari è ‘ormono-dipendente’, ovvero si ‘nutre’ di ormoni. La terapia ormonale, costituita da farmaci in grado di ostacolare l’effetto negativo di questi ormoni, è quindi utilizzata nella maggior parte dei tumori della mammella sia nelle forme iniziali, come terapia adiuvante (quindi precauzionale) dopo l’intervento chirurgico, sia come terapia palliativa nei tumori avanzati inoperabili”, afferma.
Tuttavia, ci sono anche delle situazioni in cui la terapia non risulta efficace, anche se si tratta di una bassa percentuale di casi. “Solo una piccola quota di tumori mammari risulta indipendente dal controllo ormonale, pertanto non beneficia di questi trattamenti e richiede approcci terapeutici differenti come chemioterapia e immunoterapia”, specifica.
Tumore alla prostata: come viene effettuata la terapia ormonale
Per quanto riguarda il tumore alla prostata, invece, “la terapia ormonale viene realizzata con il cosiddetto ‘blocco androgenico’ – spiega – e rappresenta il trattamento fondamentale in tutti i tumori prostatici localmente avanzati e metastatici. Si realizza con farmaci in grado di bloccare la produzione di testosterone e/o di inibirne l’effetto di stimolo sulle cellule tumorali. L’ormonoterapia viene utilizzata per la maggior parte dei tumori alla prostata e, inizialmente, è efficace in quasi tutti i pazienti. Tuttavia, nel tempo tende a perdere i propri effetti per l’insorgenza della resistenza al trattamento da parte del tumore”.
Ormonoterapia: gli effetti collaterali e l’impatto sulla qualità della vita
Quando si parla di trattamenti farmacologici, un aspetto importante da conoscere riguarda i possibili effetti collaterali delle terapie. “Ovviamente, interagendo con il normale funzionamento dei nostri ormoni, questi farmaci possono determinare conseguenze a carico del funzionamento degli organi sessuali. I principali effetti collaterali sono le disfunzioni sessuali, psicologiche e la sindrome metabolica, tuttavia, con l’avanzamento della ricerca, è stato possibile sviluppare trattamenti ormonali di ultima generazione più tollerabili e con sempre minori effetti avversi”, dichiara Ardizzoni.
Agendo sugli ormoni, inoltre, queste terapie hanno degli effetti sulla fertilità. “Questa è quasi sempre compromessa durante la maggior parte dei trattamenti ormonali. Si tratta comunque di effetti collaterali spesso reversibili: la possibilità di avere figli, soprattutto nelle persone più giovani, può ritornare nella norma con la sospensione della terapia”, chiarisce.
Persone sane ad alto rischio: si può usare il trattamento ormonale come terapia preventiva?
Su AIRC si legge che la terapia ormonale potrebbe essere usata anche come terapia di prevenzione in persone sane ma ad alto rischio, per prevenire lo sviluppo di alcuni tipi di tumori. Tuttavia, i medici mostrano pareri diversi sul rapporto rischi e benefici di questa opzione.
“In effetti, i dati scientifici a disposizione evidenziano come alcuni farmaci ormonali possano avere un effetto ‘chemiopreventivo’ – commenta il Professore – ossia la capacità di ridurre il rischio di insorgenza di tumori ormono-sensibili in soggetti ad alto rischio per lo sviluppo di queste neoplasie. Rientrano in questa categoria, ad esempio, gli ‘anti-estrogeni’ e gli ‘inibitori delle aromatasi’ per il tumore della mammella”.
Tuttavia, spiega, bisogna tenere conto dei possibili effetti avversi: “purtroppo, come si è detto, si tratta di farmaci che non sono privi di effetti collaterali, per cui il beneficio in termini preventivi va commisurato in relazione agli effetti negativi sulla qualità di vita. Ad oggi, nella maggior parte dei casi, si preferisce l’utilizzo del trattamento ormonale come terapia precauzionale dopo l’asportazione chirurgica del tumore della mammella: in questo caso, oltre a ridurre il rischio di recidiva del tumore asportato (terapia adiuvante), il trattamento è in grado anche di ridurre l’insorgenza di nuovi tumori mammari (chemioprevenzione), eventualità possibile nelle donne a cui è già stato diagnosticato un tumore al seno”, conclude.
Con l’aiuto del Professor Ardizzoni abbiamo quindi capito che cos’è la terapia ormonale per i tumori e in quali situazioni viene impiegata. Ricordiamo, ovviamente, l’importanza che ricopre la prevenzione, che passa attraverso un corretto stile di vita, ma anche adeguati controlli. Sapete, ad esempio, quali sono gli esami per la prevenzione dei tumori nella donna?
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