Terapia familiare: cos’è e a cosa serve

La psicoterapia può aiutarci ad affrontare tante situazioni ed eventi che da soli non riusciamo a gestire in modo ottimale. Può essere un supporto in tutte le fasi della vita, durante l’infanzia e l’adolescenza, sia nella vita adulta e durante la terza età. In alcuni momenti delicati, come un divorzio o l’adozione di un figlio, si può inoltre ricorrere alla terapia familiare, ovvero una consulenza rivolta all’intero gruppo dei congiunti. In questo articolo approfondiamo l’argomento per capire quando potrebbe essere opportuno ricorrere a questo strumento d’ausilio, come funziona e quali sono gli approcci maggiormente praticati. 

Quando è nata la terapia familiare?

La terapia familiare è un modello di intervento psicoterapeutico che è nato e si è sviluppato negli Stati Uniti tra gli anni quaranta e cinquanta del Novecento. A compiere le prime ricerche in questo campo sono stati psicoanalisti come Nathan Ackerman, ricercatore e clinico sistemico. Nel nostro Paese, queste teorie arrivarono sul finire degli anni sessanta, grazie a due psichiatri e accademici, Mara Selvini-Palazzoli e Luigi Cancrini, che gettarono le basi per le future scuole di Terapia Familiare.

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Terapia familiare: che cos’è?

La famiglia funziona come un organismo unico, ma è composta da diversi membri. Questo vuol dire che le sue dinamiche possono essere influenzate da una serie di fattori interni ed esterni che la coinvolgono nel complesso oppure che riguardano una soltanto delle persone che ne fa parte. Quando ci sono situazioni di stress e momenti di difficoltà, possono instaurarsi dei comportamenti disfunzionali e dannosi, che possono diventare fonte di disagio per una o più persone del nucleo. 

La terapia familiare è un tipo di consulenza psicologica che può aiutare chi ne fa parte a migliorare la comunicazione e risolvere i conflitti. È praticata da uno psicologo o un terapista autorizzato e, sebbene sia utile che alle sessioni partecipino tutti i membri, non deve per forza coinvolgere chi non desidera farlo.

In quali casi ricorrere alla terapia familiare?

Affrontare un percorso di terapia può essere utile in diversi momenti della vita familiare in cui c’è bisogno di un professionista della salute mentale, per esempio:

  • quando un membro della famiglia soffre di una malattia come la schizofrenia, per la quale è in cura. Un percorso che coinvolge anche i parenti può infatti rappresentare un valido supporto.
  • Quando un familiare ha una dipendenza da sostanze stupefacenti (ma anche dal gioco d’azzardo);
  • quando i genitori stanno divorziando: la terapia familiare, in un momento così delicato, può aiutare a salvare le relazioni tra genitori e figli, e a ricostruire la comunicazione;
  • durante l’iter di adozione e quando il bambino o la bambina raggiungono la famiglia adottiva, per favorirne l’inserimento;
  • quando ci sono difficoltà relazionali
  • per superare un lutto.

Tipologie di terapia familiare 

Nel corso degli anni, sono stati sviluppati diversi approcci di terapia familiare. Vediamo quali sono più in dettaglio.

Terapia familiare sistemico-relazionale

Questa tipologia di terapia considera la famiglia come un’unità: le azioni di uno dei membri, quindi, influenzano le altre persone che ne fanno parte. A livello terapeutico, lo scopo è lavorare sulla comprensione dei processi e delle evoluzioni del singolo per migliorare il clima e le relazioni in generale. 

Terapia familiare strutturale

È l’approccio con alla base l’idea che le preoccupazioni emotive e comportamentali nei bambini e negli adolescenti siano molto spesso collegate a strutture familiari disfunzionali. In quest’ottica, quindi, il trattamento deve comprendere quali siano i confini tra individui all’interno del gruppo familiare e lavorare perché vengano costruiti nel modo migliore.

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Terapia familiare psicoanalitica

In questo caso, si considera la famiglia come un particolare tipo di gruppo, il cui funzionamento può essere ostacolato da conflitti fra le funzioni, i compiti e i ruoli dei vari membri. In particolare, la terapia familiare psicoanalitica approfondisce le dinamiche tra adulti e bambini-adolescenti, per assicurare che il comportamento di ognuno sia consono all’età e al ruolo.

Terapia familiare boweniana

Questo approccio, sviluppato dallo psichiatra statunitense Murray Bowen, è basato sulla necessità di differenziare il più possibile i singoli membri del sistema-famiglia. Una delle tecniche utilizzate consiste nell’individuare un familiare e assegnargli il compito di cambiare il funzionamento del gruppo attraverso nuove regole che coinvolgono anche tutti gli altri.

Quali sono i benefici della terapia familiare?

La terapia familiare, come abbiamo già ricordato, può essere utile in qualsiasi situazione che causi stress, dolore, rabbia o conflitto. Può aiutare i familiari a capirsi meglio e ad apprendere abilità per avvicinarsi di più gli uni agli altri. 

È di supporto quando c’è la necessità di migliorare i rapporti con il proprio partner, i bambini o altri membri della famiglia, ma potrebbe anche permettere di affrontare e risolvere questioni specifiche come problemi finanziari o l’impatto di una malattia mentale sull’intera famiglia.

Conoscevate le implicazioni della terapia familiare e quanto può essere utile al benessere di tutti i membri della famiglia?

 

Fonti

itfrcme.it

healthline.com

 

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