Donna fa le coccole al suo gattino bianco e grigio

Struvite nel gatto: quali sono i principali sintomi, come si cura e quali cibi evitare

La struvite è un disturbo piuttosto comune nel gatto. Consiste nella formazione di calcoli nelle vie urinarie e si manifesta con i sintomi tipici di una cistite, come il dolore e la difficoltà a urinare. Fortunatamente si tratta di una patologia facilmente curabile: insieme ai farmaci, anche la dieta gioca un ruolo importante, sia per favorire la guarigione che per scongiurare il rischio che, una volta dissolti, i calcoli possano ripresentarsi. In questo articolo spiegheremo cos’è la struvite e quali sono i segnali per riconoscerla. Esamineremo, poi, le cause e i fattori che aumentano la probabilità di soffrirne. Illustreremo, infine, i rimedi più efficaci per trattare la struvite, soffermandoci sugli alimenti da evitare e su quelli da preferire per proteggere il benessere dei nostri amici a quattro zampe.

Cos’è la struvite nel gatto

La struvite nel gatto, anche nota come calcolosi vescicale, è una patologia infiammatoria causata dalla formazione di calcoli di struvite nel tratto urinario. Questo composto minerale, costituito da una combinazione di ammonio, fosfato e magnesio, è normalmente presente nelle urine a dosaggi bassi e non pericolosi. Può tuttavia accadere che, in alcune circostanze, per esempio se l’animale è stressato o sovrappeso, le urine del gatto diventino alcaline, ovvero con un pH superiore a 6,5: se, contemporaneamente, aumenta anche la concentrazione di magnesio, ammonio e fosfato al loro interno, in genere a causa di un’alimentazione scorretta, i cristalli di struvite, che a pH inferiori si scioglierebbero, tendono ad aggregarsi e a formare calcoli. In quasi un gatto su due, gli episodi di calcolosi sono dovuti proprio alla struvite. Questa patologia si manifesta con i disturbi classici di una cistite, che per quanto fastidiosi non devono destare particolare preoccupazione. Tuttavia, nei casi più gravi, la struvite può arrivare a provocare un’ostruzione dell’uretra (l’organo tubolare che serve a trasportare l’urina dalla vescica all’esterno del corpo) e avere conseguenze potenzialmente molto serie. È quindi importante saper riconoscere la calcolosi da struvite e intervenire prontamente per trattarla.

I sintomi della struvite

I sintomi della struvite nel gatto possono variare a seconda delle dimensioni dei calcoli e della loro localizzazione (nelle vie urinarie alte o basse), dell’eventuale ostruzione del flusso urinario e della funzionalità renale dell’animale, ma generalmente includono:

  • difficoltà a urinare (disuria) e bisogno di farlo più spesso, a volte anche fuori dalla lettiera;
  • espulsione di urina dolorosa e a intermittenza, che porta il gatto a emettere vocalizzi intensi per la sofferenza;
  • presenza di sangue nelle urine;
  • tendenza dell’animale a leccarsi continuamente nella zona genitale per trovare sollievo dall’infiammazione e dall’irritazione.

Se la struvite causa un’ostruzione totale o parziale delle vie urinarie, i sintomi tendono a peggiorare fino ad arrivare a una riduzione o a un blocco completo dell’emissione di urina: in questi casi è importante intervenire prontamente per svuotare la vescica e ripristinare il flusso urinario in modo da scongiurare un aggravamento delle condizioni dell’animale, che si manifesta con segnali come perdita di appetito, debolezza, ipotermia, disidratazione, battito cardiaco lento e irregolare (bradicardia) e che può mettere seriamente in pericolo la sua vita.

Struvite: le possibili cause e i fattori di rischio

Le cause della struvite nel gatto non sono ancora del tutto chiare, ma sono stati individuati alcuni fattori predisponenti in grado di aumentare il rischio di formazione di calcoli di struvite. Tra questi, i principali sono rappresentati da:

  • sovrappeso e obesità;
  • alimentazione scorretta, in particolare troppo ricca di magnesio e fosforo, elementi costitutivi della struvite;
  • stress;
  • vita sedentaria;
  • scarsa assunzione di acqua.

Anche alcuni fattori genetici possono contribuire a favorire lo sviluppo della struvite: alcuni gatti, in particolare quelli di razza pura e a pelo lungo, tendono a essere più soggetti a questa patologia, così come i maschi sono più a rischio rispetto alle femmine, soprattutto se sterilizzati, perché dotati di un’uretra più stretta e lunga.

A differenza di quanto avviene nei cani, in cui la struvite ha quasi sempre un’origine infettiva, nella maggior parte dei casi la struvite nei gatti non si associa a infezioni batteriche delle vie urinarie.

momento di coccole tra un gattino e la sua proprietaria

sdominick/gettyimages.it

Come si diagnostica la struvite

In presenza di disturbi di tipo urinario, è importante portare al più presto il proprio gatto dal veterinario per un controllo. In genere la diagnosi di struvite si basa sulla visita, sulla valutazione dei sintomi e sull’esecuzione di una serie di esami, sia di laboratorio che di diagnostica per immagini. Generalmente si fa ricorso a un’ecografia, lo strumento migliore per accertare la presenza di calcoli, che può essere abbinata alla radiografia per individuarne localizzazione, dimensioni e forma. È bene anche eseguire un esame delle urine per avere indicazioni sui valori del pH e per valutare al microscopio il sedimento urinario: per quanto, infatti, la struvite sia di rado associata a un’infezione, è importante escludere con certezza la presenza di batteri oppure, se l’esame al microscopio evidenzia un processo infettivo, eseguire un’urinocoltura con antibiogramma per individuare il patogeno responsabile e somministrare al gatto l’antibiotico più appropriato.

Il trattamento della struvite del gatto

Nella maggior parte dei casi, la struvite del gatto può essere risolta con cure mediche, che in genere prevedono l’acidificazione delle urine attraverso la somministrazione di acidificanti urinari per via orale oppure tramite la modifica della dieta: l’obiettivo è favorire l’abbassamento del pH urinario e, di conseguenza, la dissoluzione dei calcoli. È importante anche prevedere una terapia antidolorifica, per esempio attraverso il ricorso a FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), per dare sollievo all’animale. Il veterinario potrà anche consigliare degli integratori per la buona funzionalità delle vie urinarie o dei rimedi omeopatici o fitoterapici per contrastare e prevenire la struvite. Se l’esame delle urine ha evidenziato la presenza di un’infezione batterica, lo specialista, dopo l’urinocoltura, suggerirà la cura antibiotica migliore per combatterla. Tra i possibili fattori scatenanti della struvite c’è anche lo stress, quindi per prevenirla e scongiurare il rischio di ricadute è importante creare un ambiente il più possibile sereno per il proprio gatto domestico, riducendo le situazioni che possono essere fonte di malessere (cambio di abitazione, convivenza difficile con un nuovo gatto/cane) o gestendole in modo da limitare il trauma: se, per esempio, a casa arriva un nuovo micio, è bene assicurarsi che ogni gatto abbia il suo spazio e la sua lettiera.

Il trattamento della struvite è diverso se il gatto presenta un’ostruzione uretrale, che richiede un intervento urgente per rimuovere il blocco urinario e svuotare la vescica: la mancata espulsione dell’urina, infatti, può avere conseguenze molto gravi perché fa sì che i suoi prodotti di scarto, come l’urea, il potassio e la creatinina, vengano riassorbiti e finiscano per intossicare gli organi interni, per esempio provocando un’insufficienza renale. È quindi importante procedere al più presto con la disostruzione e somministrare al gatto una terapia in grado di ristabilire l’equilibrio metabolico che il blocco urinario ha compromesso. Dopo la disostruzione, che avviene in sedazione attraverso un catetere, l’animale viene in genere ricoverato per essere tenuto sotto osservazione per almeno 24 ore, utili per monitorare il flusso urinario e la funzionalità dei reni.

Purtroppo può capitare che, nonostante l’intervento di disostruzione, i gatti con una predisposizione nei confronti dei calcoli possano avere delle recidive e soffrire di nuovo di un blocco urinario: in questi casi viene spesso consigliata un’uretrostomia, un intervento chirurgico che consiste nella modifica anatomica dell’ultimo tratto urinario dell’animale per consentire all’urina di fuoriuscire anche nel caso di una nuova ostruzione uretrale.

L’importanza della dieta per la cura e la prevenzione della struvite

Come abbiamo accennato, la dieta riveste un ruolo centrale sia nel trattamento che nella prevenzione della struvite e delle sue recidive. Una corretta alimentazione, infatti, permette di ristabilire il normale pH delle urine, favorendo la dissoluzione naturale dei calcoli e riducendo la probabilità che possano formarsi di nuovo. La dieta specifica per la struvite, che dev’essere assegnata dal veterinario, prevede alimenti appositamente formulati per abbassare il pH delle urine, mantenendole acide, e a ridotto contenuto di magnesio e fosforo. È importante che il gatto la segua in modo esclusivo, senza assumere cibi diversi, in genere fino a un mese dopo la scomparsa dei calcoli: lo specialista suggerirà la durata più adeguata per il trattamento. Dopo qualche settimana dall’inizio, è consigliabile ripetere l’ecografia o la radiografia per testarne l’efficacia, verificando se i calcoli sono scomparsi.

Un’alimentazione controllata può bastare, da sola, a risolvere il problema della struvite e a tenere lontano il rischio di recidive. Naturalmente spetta al veterinario decidere se fare ricorso unicamente alle dieta per la cura di questa patologia oppure somministrare anche acidificanti urinari: la scelta deve basarsi, oltre che sulle condizioni cliniche del gatto, anche sulla sua risposta alla nuova alimentazione, perché non tutti i felini domestici accolgono di buon grado il passaggio a una dieta diversa, che possono trovare non ugualmente appetibile rispetto a quella abituale. Inoltre, in genere ripristinare i valori normali del pH urinario attraverso l’alimentazione richiede tempi più lunghi, quindi se c’è bisogno di un trattamento d’urgenza per eliminare i calcoli è meglio fare affidamento sugli acidificanti.

gattino bianco in braccio alla padrona seduta su un divano

Studio CJ/gettyimages.it

Anche una corretta idratazione è molto importante per favorire la dissoluzione dei calcoli e prevenire nuovi episodi di struvite, quindi è bene assicurarsi che il proprio gatto abbia sempre a disposizione adeguati quantitativi d’acqua e beva a sufficienza. Privilegiare il cibo umido invece di quello secco è una buona strategia per aumentare l’assunzione di liquidi attraverso la dieta e far sì che le urine siano meno concentrate e, quindi, meno soggette alla formazione di calcoli.

Abbiamo visto quanto sia comune per i gatti soffrire di struvite ma anche quanto sia facile proteggerli da questo disturbo e curarlo efficacemente adottando semplici accorgimenti nel quotidiano, a cominciare da un’alimentazione corretta. I controlli regolari dal veterinario sono molto importanti, sia per i gatti in buona salute sia per quelli che hanno già sofferto di questa patologia, per monitorare i parametri delle urine e individuare in modo tempestivo eventuali calcoli. Allo stesso tempo, è fondamentale osservare il proprio piccolo amico per cogliere prontamente qualunque segnale di fastidio e rivolgersi al veterinario al minimo sospetto. Un aiuto per prendersi cura dei propri compagni di vita a quattro zampe è rappresentato da UniSalute Pet, l’assicurazione sanitaria che permette di godere di un’assistenza professionale e di qualità a costi contenuti: la polizza garantisce, infatti, tariffe scontate su tutte le prestazioni veterinarie nei centri convenzionati, una visita gratuita in caso di urgenza e la possibilità di usufruire di consulenze personalizzate per avere risposte a qualsiasi domanda sulla salute del proprio gatto.

 

Fonti:

clinicalaveterinaria.it

amicaveterinaria.com

cvrs.it


Immagine in evidenza di IvanJekic/gettyimages.it

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