Che il cane o il gatto mangino correttamente è uno dei parametri che tendiamo a usare per valutare lo stato di salute dei nostri amici a quattro zampe. Questa attenzione vale per tutti gli animali domestici, ma in particolar modo per i gatti, che tendono a manifestare i propri bisogni con minore enfasi rispetto ai cani. Anche se preoccuparsi quando non li vediamo mangiare con appetito e piacere è del tutto normale, quando un gatto lascia il cibo nella ciotola non significa automaticamente che ci sia qualche problema di salute in corso: le variabili possono essere molte. In questo articolo cercheremo di capire cosa fare se il proprio gatto mangia poco, quali possono essere le ragioni di questo comportamento e quando invece è il caso di preoccuparsi.
Quanto dovrebbe mangiare un gatto?
La quantità di cibo necessaria per un gatto dipende da diversi fattori. La verità è che non esiste un “modello a taglia unica” per l’alimentazione di questi animali domestici. Ogni micio è una creatura a sé, con bisogni specifici: questo è uno dei motivi per cui si consiglia sempre di consultare il proprio veterinario di fiducia, per avere informazioni più specifiche in merito alle giuste porzioni da somministrare al proprio gatto.
Ecco alcuni dei fattori che più possono incidere sulla quantità di cibo che un felino domestico dovrebbe mangiare:
- Età: i gattini cuccioli richiedono molti nutrienti e hanno un elevato fabbisogno energetico; i gatti adulti e anziani, al contrario, necessitano di una quantità inferiore di calorie.
- Taglia: i gatti hanno dimensioni variabili. I Maine Coon ad esempio, che sono considerati una delle razze più grandi, avranno bisogno di una quantità di cibo maggiore rispetto a un gatto di taglia più piccola, come un siamese. Un’altra variabile legata a questo aspetto è la corporatura: i gatti più minuti mangeranno meno rispetto a quelli con un fisico più massiccio.
- Attività: i gatti che tendono a stare in casa tutto il giorno, soprattutto se castrati, bruciano molte meno calorie rispetto a quelli abituati a uscire e a muoversi all’aria aperta. Inoltre, ogni gatto ha il proprio tasso metabolico.
- Stato di salute: alcune malattie feline (come la leucemia, la toxoplasmosi, la stomatite o la calicivirosi felina) possono alterare l’appetito dell’animale, e richiedere determinati nutrienti in quantità variabile rispetto agli standard.
- Stato riproduttivo: le gatte in gravidanza e in allattamento hanno un fabbisogno calorico più elevato. I mici sterilizzati e castrati, invece, necessitano di una riduzione del numero di calorie, perché la mancanza improvvisa di ormoni può rallentare il metabolismo.
È chiaro quindi come ogni gatto abbia necessità di un’alimentazione diversa a seconda dell’età, della razza, del suo stile di vita e delle sue condizioni di salute.
Come media generale, un gatto “indoor”, cioè casalingo, dovrebbe mangiare circa 40 grammi di cibo umido per ogni chilogrammo di peso. Per quanto riguarda l’alimento secco, invece, bisogna prendere la cifra ottenuta dal calcolo precedente e dividerla per 3: questo perché gli alimenti secchi sono più concentrati.
Quindi, prendendo l’esempio di un micio di circa 5kg, il fabbisogno calorico sarebbe:
- 5 x 40 = 200 grammi di cibo umido al giorno;
- 200 / 3 = 70 grammi circa di cibo secco al giorno.
E se il gatto mangia poco? I possibili problemi di salute
Una corretta alimentazione e una dieta ben bilanciata sono importanti per la salute generale di un gatto Se però l’appetito del gatto viene improvvisamente a mancare, è fondamentale rivolgersi subito al proprio veterinario di fiducia: prima l’animale verrà sottoposto all’analisi esperta di un professionista, prima saremo in grado di individuare le cause che compromettono l’appetito del micio e, quindi, intervenire per porre rimedio.
Non solo: soprattutto per chi accoglie un gatto in casa per la prima volta, un confronto con il veterinario aiuterà a raccogliere tutte le informazioni utili in merito all’alimentazione felina e fornirà consigli preziosi sulla quantità e tipologia di cibo da somministrargli.
Come dicevamo all’inizio di questo articolo, non sempre l’inappetenza nei gatti è causata unicamente da problemi di salute. A volte, però, il fattore scatenante è proprio di tipo medico: ecco alcune delle malattie più frequenti nei felini e che possono purtroppo causare mancanza di appetito.
- Dolore dentale;
- pancreatite (pancreas infiammato);
- ostruzione urinaria;
- ostruzione digestiva;
- stipsi;
- infezione delle vie respiratorie superiori;
- malattie renali;
- malattie del fegato;
- malattia infiammatoria intestinale;
- esofagite;
- parassiti;
- leucemia;
- stress.
In presenza di un problema di salute, il micio può avere poco appetito per svariate ragioni: dal dolore al metabolismo alterato, dalla necessità di nutrienti diversi rispetto a quelli presenti nel suo abituale cibo a scompensi ormonali generati dai farmaci o da una malattia in corso.
Leggere correttamente il comportamento del proprio gatto e intuire che la mancanza di appetito non è passeggera ma generata da un problema più persistente, è la chiave per rivolgersi in tempo al proprio veterinario di fiducia e individuare il prima possibile eventuali criticità mediche.
Il gatto mangia poco: ci sono altre ragioni?
Non sempre il gatto perde l’appetito per ragioni di salute: la scelta di un micio di non mangiare o mangiare poco potrebbe essere la risposta a una situazione casalinga che non si confà alle sue preferenze o abitudini.
Ecco una lista di possibili ragioni non mediche che possono causare mancanza di appetito nei mici:
- il carattere dell’animale. Il tuo gatto è socievole o preferisce stare da solo? È espansivo o timido? La risposta a queste domande può dirci molto anche sulle sue abitudini alimentari. È probabile che un micio amichevole preferisca mangiare “in compagnia”, insieme ai suoi umani o con gli altri animali casalinghi. Uno solitario preferirà nutrirsi in pace, in un luogo protetto e silenzioso. Saperlo ti aiuterà a stabilire meglio gli orari e le modalità in cui dare da mangiare al tuo gatto! Per esempio, un micio molto socievole “costretto” a nutrirsi da solo può manifestare, a lungo andare, problemi con il cibo. Allo stesso modo, un gatto particolarmente solitario che si ritrova a dover mangiare insieme agli altri animali di casa può rispondere con una progressiva mancanza di appetito.
- La posizione della ciotola. La collocazione di questo accessorio così importante è davvero fondamentale. Magari la ciotola è situata in un luogo della casa dove il micio fa fatica ad arrivare? O magari è stata messa in un’area troppo rumorosa e caotica. Fai alcuni tentativi e prova a spostarla.
- Il modello della scodella. Ci sono un sacco di opzioni, in fatto di ciotole: non sono tutte uguali! Alcune sono pensate per i gattini, altre per i gatti adulti. Certi modelli sono perfetti per i mici che si alimentano troppo alla svelta, altri invece per quelli che si distraggono facilmente. Alcune ciotole, addirittura, non hanno la normale forma a cui tutti siamo abituati, ma sono fatte per racchiudere il cibo e stimolare il gatto al gioco. Fatti aiutare dal tuo veterinario nella scelta.
- La tipologia di cibo. Anche i gatti hanno i loro gusti in fatto di pappe: il segreto è capire quali. Non tutti i cibi per animali domestici sono uguali o hanno lo stesso sapore, ed è normale che i mici possano avere delle preferenze particolari, soprattutto se sono arrivati in casa non più giovanissimi e con alle spalle altre abitudini alimentari.
- Una routine alimentare sbagliata. Spesso tendiamo a lasciare il cibo sempre disponibile per i nostri animali domestici, ma questa abitudine può falsare il loro senso dell’appetito. Prova a stabilire degli orari ben distanziati fra loro e rendi il momento della pappa un rituale ricorrente e ben definito.
Cosa fare se il gatto mangia poco
Come abbiamo già visto nei precedenti paragrafi, le motivazioni che possono causare mancanza di appetito nei mici sono molteplici.
La prima cosa da fare se il gatto mangia poco è rivolgersi al veterinario di fiducia, per assicurarsi che il problema alimentare non sia causato da criticità mediche. Nel caso vi fosse effettivamente una condizione di salute da trattare, sarà lo specialista a fornire tutte le indicazioni necessarie sul da farsi, suggerendo farmaci e alimenti adatti a favorire la guarigione.
Se il problema non dovesse essere di natura medica, ma comportamentale (eventualità piuttosto frequente nel caso di gatti ormai non più giovanissimi che vengono spostati da un nucleo familiare all’altro), sarà necessario identificare il fattore scatenante che porta il micio a mangiare poco.
In questo caso potrebbe essere utile rivolgersi a un educatore felino, per avere suggerimenti e consigli su come affrontare il problema e aiutare il gatto a ritrovare l’appetito.
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Conoscevate le varie ragioni per cui un gatto può perdere l’appetito?
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